Nel gennaio 1848, scoppiata la rivolta in Sicilia, il Miseno venne riclassificato pirocorvetta a ruote ed iscritto nei ruoli della Real Marina del Regno delle Due Sicilie, venendo armato con otto cannoni[2] e quindi partecipò alla repressione dell'insurrezione dell'isola, trasportandovi le truppe del corpo di spedizione là inviato[1]. Il 19 gennaio 1848, in particolare, la Miseno venne mandata con due compagnie di fanteria a Termini Imerese, dove gli insorti avevano attaccato il castello: lo sbarco delle due compagnie (una doveva occupare il paese, l'altra coprire la prima) fu duramente contrastato[4].
Nel 1851 la nave venne sottoposta a lavori all'apparato motore, in seguito ai quali le caldaie originarie vennero sostituite con altre due prodotte dalle Officine di Pietrarsa[1].
Il 7 settembre 1860, con la fuga di Francesco II delle Due Sicilie a Gaeta, la pirocorvetta, al pari di gran parte della flotta borbonica, non seguì il proprio sovrano a Gaeta, restando invece a Napoli dove, con l'arrivo delle truppe garibaldine e sardo-piemontesi, passò alla Marina sarda, per la quale entrò in servizio il 17 novembre 1860, riclassificata avviso a ruote[2].
Con la nascita della Regia Marina, il 17 marzo 1861, la nave venne iscritta nei ruoli della nuova forza armata[2], classificata corvetta a ruote di II rango[6]. A differenza della gemella Palinuro, ridottasi in cattivo stato e mai impiegata per la nuova Marina, la Miseno, dopo lavori di revisione generale, venne rimessa in servizio[1]. L'armamento venne ridotto (1861) a tre cannoni in ferro da 40 libbre: uno a canna rigata, collocato a prua, e due a canna liscia, situati sul cassero di poppa[1], mentre l'equipaggio salì a 120 unità[6]. Il 14 giugno 1863 venne declassata corvetta a ruote di III ordine[1].
Nei nove anni successivi la vecchia unità stazionò a Napoli (nel 1867 l'unità, al comando del luogotenente di vascello Crapolk, era nave ammiraglia del Dipartimento di Napoli[7]) ed in Sicilia, operando saltuariamente come nave da soccorso costiero, trainando navi in pericolo[1].
Radiata il 13 novembre 1870, l'anziana pirocorvetta venne venduta per demolizione nel 1872, al prezzo di 29.088 lire[1][2].