La città di Pescia si trova presso il limite nord-occidentale della Valdinievole (di cui è lo storico capoluogo), a breve distanza dal confine della provincia di Pistoia con Lucca. Il suo territorio si estende lungo la valle del fiume Pescia; è rinomata per la floricoltura e per il commercio dei fiori (in particolare il garofano), la produzione della carta, per la frazione di Collodi, la località dove Carlo Lorenzini (noto anche come Carlo Collodi, autore di Pinocchio) trascorse parte dell'infanzia, e per il Palio dei Rioni, gara di tiro con l'arco con relativo corteggio storico che vi si tiene ogni prima domenica di settembre. È il polo scolastico più importante del comprensorio, sede vescovile e amministrativa della Valdinievole.
A nord del comune, condivisa con Marliana si trova l'oasi di Lignana, luogo naturale affiliato alla WWF dove confluiscono i 4 torrenti che danno poi vita al Pescia di Pescia. Nell'oasi è presente anche Lignana, borgo fantasma in origine undicesima castella della regione Valleriana, andato distrutto nel 1346.[4]
Clima
Dati climatologici 1961-1990
In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a 6,1 °C, mentre la temperatura media del mese più caldo, luglio, fa registrare il valore di 24,5 °C.
Nella tabella sottostante sono indicate le temperature massime e minime mensili registrate periodo dal 1930 al 1998 dalla stazione meteorologica di Pescia situata presso l'Istituto Tecnico Agrario; la serie storica risulta lacunosa in alcuni mesi tra il 1944 e il 1945.
Nel periodo esaminato, la temperatura minima assoluta della serie storica esaminata è scesa a -13,0 °C l'11 gennaio 1985, mentre la temperatura massima assoluta ha toccato i +41,0 °C il 3 agosto 1947.[7]
Storicamente Pescia si è sviluppata a partire da due nuclei funzionali differenti: quello dedicato alla vita pubblica ed al commercio si affaccia sulla riva destra del fiume Pescia, quello dedicato alle attività religiose e monastiche, invece, si estende sulla riva sinistra. Il primo nucleo si concentra simbolicamente nella grande Piazza Mazzini, nel Palagio e nei torrioni, il secondo nel Duomo e nella Porta Fiorentina (1732); i due centri, attorno ai quali si sviluppano una fitta rete di vicoli e rughe, sono connessi fra loro dal caratteristico Ponte del Duomo.
Secondo alcuni ritrovamenti archeologici e testimonianze scritte, si presume che Pescia sia stata fondata dai longobardi, che qui vi posero un insediamento. E appunto il nome del fiume omonimo prima e dell'insediamento poi deriva da un adattamento latino di una parola longobarda, pehhia, dalla radice germanica *bak- che significa fiume, torrente (cfr. tedescoBach e inglesebeck).
Poco più di tre secoli dopo la fondazione dell'abitato, Pescia, indipendente, rimase coinvolta quindi negli scontri tra guelfi e ghibellini. Di parte ghibellina, venne a scontrarsi con Lucca, di parte guelfa, e venne invasa e distrutta nel 1281, ma già pochi anni dopo cominciò la ricostruzione con l'aiuto degli stessi lucchesi. Durante il medioevo Firenze e Lucca si contesero la città, il cui comune sorgeva al confine tra le due repubbliche. Dopo un tentativo d'invasione fallito da parte di Pisa, la città passò sotto il dominio della Repubblica di Firenze.
L'economia della città si basava principalmente sull'allevamento del gelso e del baco da seta, di cui si racconta che sia stato importato segretamente dall'Oriente per la prima volta in Europa proprio dal pesciatino Francesco Buonvicini.
Napoleone Bonaparte transitò con il suo esercito nella Valdinievole e sostò a Pescia; ordinò la riconversione della produzione agricola, facendo sostituire la tradizionale produzione della seta con la barbabietola da zucchero per l'approvvigionamento del suo esercito, arrecando grave danno all'economia cittadina[senza fonte].
In seguito all'unione del Ducato di Lucca al Granducato di Toscana nel 1849, Pescia e la Valdinievole vennero inseriti nel compartimento di Lucca, che successivamente, in seguito all'unificazione italiana, divenne la provincia di Lucca. Il 1º agosto 1884 le furono aggiunte le frazioni di Collodi e Veneri [11], seguite da S. Quirico, Medicina, Fibbialla e Aramo, tutte parte del comune di Villa Basilica, il 7 gennaio 1891, con Regio decreto19 novembre 1890, n. 7307.
La città rimase in ambito lucchese fino al primo dopoguerra quando, in seguito alla creazione della provincia di Pistoia, l'8 gennaio 1927 venne deciso il passaggio della Valdinievole alla neonata provincia.
Nel primi anni della seconda guerra mondiale, Pescia fu uno dei numerosi comuni della Toscana ad essere designati come luoghi di internamento civile per profughi ebrei stranieri.[12] Tra il 1941 e il 1942 vi dimorarono per circa un anno 7/8 ebrei alloggiati in pensioni o alberghi prima di essere tutti trasferiti in altra località. Vi giunsero poi oltre una decina di ebrei italiani sfollati per sfuggire ai bombardamenti e che dopo l'8 settembre 1943 sopravvissero sotto falso nome, grazie alla protezione loro offerta dalla Delasem tramite il vescovo Angelo Simonetti.[13] Tre furono gli ebrei arrestati in paese.[14] Tra di loro i coniugi Della Riccia, rifugiatisi da Firenze a Pescia dove erano proprietari di una tenuta agricola e arrestati il 18 aprile 1944 in seguito ad una delazione.[15] Si salvarono le loro tre figlie (Lea, Michal e Miriam) che per diverse settimane trovarono rifugio presso la famiglia del fattore prima di essere accolte a Lucca da una zia. Per questo, il 26 novembre 2003, i coniugi Umberto Natali e Amina Nuget sono stati insigniti dell'alta onorificenza di giusti tra le nazioni dall'Istituto Yad Vashem di Gerusalemme.[16]
I bombardamenti e i combattimenti durante il passaggio del fronte danneggiarono molto gravemente Pescia, poiché si trovava a ridosso della linea Gotica: le truppe naziste in ritirata minarono vari edifici del centro abitato e fecero saltare tutti i ponti sul fiume. La completa distruzione della città, che pure i tedeschi avevano minacciato, fu evitata grazie all'impegno e alla mediazione del Vescovo Angelo Simonetti.
Il centro storico di Pescia è diviso in quattro quartieri o rioni: Ferraia a nord-ovest (Piazza Mazzini, Ruga degli Orlandi, Piazza Santo Stefano), San Francesco ad est (Piazza San Francesco, via Cesare Battisti, Ricciano), Santa Maria nel centro (Piazzetta Ducci - popolarmente nota come "Sdrucciolo del Duomo", via Giuseppe Giusti, via Giovanni XXIII) e San Michele a sud-ovest (Borgo della Vittoria, via Giovanni Amendola, Casacce) comprendenti musicisti, danzatori, arcieri, figuranti e sbandieratori; i quattro quartieri si sfidano a settembre nel Palio dei Rioni.
Palazzo Magnani (XIX secolo), in piazza Obizzi, che fu sede della Cassa di Risparmio di Pescia (1843), oggi ospita degli uffici comunali
Palazzo Piacentini-Benedetti (XIX secolo), detto anche "All'amica risanata", dal titolo del poema che il Giusti dedicò alla sua amata Cecilia Piacentini, lì residente. Oggi è di proprietà comunale e ospita una delle sedi dell'Istituto "Carlo Lorenzini"
Palazzi gentilizi
Palazzo Galeffi-Cappelletti (XIV - XIX secolo), già casa dei Cavalieri del Tau, oggi sede della Misericordia di Pescia
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 2500 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
La prima domenica di settembre di ogni anno i rioni di Pescia si sfidano, dopo aver sfilato per le vie della città, nella gara di tiro con l'arco per l'assegnazione del palio cittadino.
Una delle tradizioni cittadine è quella del cosiddetto Carnevalino.
Per quanto riguarda le strutture scolastiche, La città è il secondo polo scolastico della provincia e primo nel comprensorio della Valdinievole.
Hanno sede infatti quasi tutte le scuole superiori di ordine e grado e nello specifico:
l'Istituto tecnico Agrario Anzilotti, con annesso convitto, l'Istituto tecnico commerciale Marchi che possiede anche una sede a Monsummano (Forti), l'Istituto professionale Sismondi - Pacinotti, con indirizzo turistico, grafico-pubblicitario e artistico, il liceo classico, linguistico, psicopedagogico, scientifico e scientifico con opzione scienze applicate "Carlo Lorenzini".
Gipsoteca Libero Andreotti[22] . È ospitata nel Palazzo del Podestà, detto Palagio.
Museo civico di Pescia. È ospitato nel Palazzo Galeotti, in Piazza Santo Stefano: istituito alla fine dell'800 da Ferdinando Martini, che custodisce interessanti opere pittoriche e scultoree di varie epoche, oltre che cimeli di personaggi legati alla storia cittadina.
Nel territorio pesciatino si trovano le dieci castella di Pietrabuona, Medicina, Fibbialla, Aramo, San Quirico, Castelvecchio, Stiappa, Pontito, Sorana e Vellano: queste località si arroccano sulle colline pre-appenniniche chiamate Valleriana e talvolta soprannominate "Svizzera pesciatina" dopo che Giovan Carlo Leonardo Sismondi aveva notato una certa somiglianza con le montagne della sua terra natale. Queste antiche località posseggono tutte uno schema ben definito: sono esposte a sud, sono protette da mura (in molti casi andate distrutte) ed una torre di avvistamento che nel tempo ha visto mutare la sua funzione in residenza o in torre campanaria.
Fra le frazioni spiccano la celeberrima Collodi, importante meta turistica italiana, posta a ovest della città, e Veneri.
Altre località del territorio
Altre località, situate nella zona pianeggiante a sud del centro storico sono Alberghi e Castellare (ormai di fatto saldate al capoluogo), sono poi presenti Cardino, Calamari, Chiodo, Collecchio, Macchie di San Piero, Monte a Pescia, Pesciamorta, Ponte all'Abate, San Lorenzo, Santa Margherita, Zei, Macchino, Colleviti, Molinaccio, Ponte di Sorana, Chiodo, Caporaletto, Portici, S. Erasmo, Ricciano, Pian dell'Eremita, Sargentino, Montaione, Buchignano, Eremo, Lignana e molte altre località omesse.
Economia
Le attività industriali prevalenti nel territorio pesciatino sono: la già citata produzione floricola (garofani, gerbere) e la produzione della carta. Grazie al commercio dei fiori Pescia ha avuto nel corso del XX secolo uno sviluppo notevole che l'ha portata ad avere contatti con tutto il mondo. La produzione della carta, invece, ha radici più antiche tanto da contendere a Fabriano e Amalfi il primato della più antica cartiera italiana; a questo proposito a Pietrabuona è presente il Museo della Carta, mentre nelle valli della Valleriana sono tuttora attive alcune importanti cartiere.
Inoltre, nella Valleriana e lungo il greto del Pescia di Pescia vengono coltivati i fagioli di Sorana, fagioli cannellini dalla buccia molto sottile che hanno ottenuto dalla Comunità europea il marchio Igp - Indicazione geografica protetta.
Altra specialità agricola di Pescia è l'asparago, detto il "gigante di Pescia".[24]
Per quanto riguarda l'artigianato, è ancora attiva e diffusa la lavorazione del rame finalizzata alla produzione di oggetti sia domestici sia artistici e anche di pannelli di contenuti religiosi.[25]
A Pescia finisce la Linea 703, linea di trasporti pubblici Autolinee Toscane che inizia a Montecatini Terme, le rispettive fermate sono piazza XX Settembre (presso il Palazzo Magnani) e il Terminal Pescia FS, presso la chiesa di Santa Maria Assunta in Castellare.
Nel 1907 fu inaugurata la linea tranviaria Lucca-Monsummano, che proprio in Pescia vedeva la propria località principale. Con le diramazioni della stessa verso la stazione FS, ed Alberghi Zei, inaugurate rispettivamente nel 1910 e 1911 Pescia si trovò ad ospitare una vera e propria rete tranviaria. La tranvia fu chiusa progressivamente fra il 1938 (Pescia-Monsummano e diramazioni) ed il 1957 (Lucca-Pescia). Presso l'attuale rotatoria ubicata in corrispondenza dello sbocco di viale Marconi (strada provinciale Mammianese) è tutt'oggi presente l'edificio che ospitava la rimessa tranviaria, restaurato rispettando la foggia originale del fabbricato e destinato ad appendice dell'attiguo centro commerciale.
Inaugurata nel 1848[26], dal 1908 la stazione ferroviaria è ubicata sulla ferrovia Firenze-Lucca ed è interessata dal traffico passeggeri regionale gestito da Trenitalia in accordo con il contratto di servizio stipulato con la Regione Toscana. Presso la stazione era presente un binario di raccordo con lo scalo merci FS destinato al trasbordo del carbone necessario, fino a metà degli anni venti, ad alimentare la centrale elettrica tranviaria[27].
Per diversi anni (dal 2008) il Pesciauzzanese è stata la squadra principale di calcio della città ed ha giocato il campionato regionale di Eccellenza FIGC, sfiorando la promozione in Serie D. Dal 2014-2015 il settore giovanile del Pesciauzzanese riprende il nome di Usd Pescia e i vecchi colori sociali Rosso-neri. Nasce anche una prima squadra che riparte dalla Terza categoria FIGC.
Il Veneri Calcio esiste dal 2001 ha giocato nel campionato di Seconda categoria FIGC (stagione 2016/17 e 2017/18) utilizzando dalla sua nascita in poi il campo sportivo comunale di Veneri. Ha vinto nella stagione 2009/2010 la Coppa Toscana Provinciale ed il campionato di Terza Categoria nella stagione 2015/2016. Nel 2017/18 ha giocato le partite interne come Usd Pescia lo Stadio dei Fiori.
Pallavolo
La società che rappresenta Pescia nel mondo pallavolistico toscano è l'ASD Pallavolo Delfino Pescia, società associata a FIPAV e UISP.
I colori ufficiali sono il rosso e il blu. La prima squadra femminile milita in Serie C (anno 2022/2023), mentre quella maschile in Prima divisione.
Basket
La squadra di pallacanestro è la Cestistica Audace Pescia che milita nella Serie C regionale.
Atletica
L'Atletica Pescia ha sede allo stadio dei Fiori e da più di 40 anni ha gareggiato, e a tutt'oggi gareggia, con i suoi atleti. Alessandro Lambruschini che poi è stato uno dei migliori interpreti italiani dei 3000 m siepi ha militato in gioventù con i colori dell'Atletica Pescia (Bianco e Rossi).
Tiro con l'arco
Troviamo anche una squadra di Tiro con l'arco, gli Arcieri città di Pescia, vincitrice di numerosissimi titoli italiani FITARCO nonché di 4 titoli Mondiali con Sergio Pagni (due titoli FITA), Luciana Pennacchi (H&F) e Giacomo Luca Fantozzi (3D).
Emblema di Pescia è il sopracitato Palio dei Rioni dove i 4 rioni che suddividono il centro storico si contendono "il palio" (un panno di stoffa pregiata) in una competizione di tiro con l'arco che va avanti dal 1339-1340 (quando Santa Dorotea divenne patrona della città), anche se la versione moderna risale al 1978-1981 (fondazione della Lega dei Rioni). Dei quattro partecipanti si ricorda il rione Ferraia, primo ad essere stato promosso in Serie A1 (Tenzone Aurea) del campionato FISB.[28]
^I dati sulla presenza ebraica a Pescia durante la guerra sono forniti in modo sommario da una relazione inviata dal sindaco Tongiorgi al Questore di Pistoia il 30 ottobre 1945. D. Birindelli, L'olivo che partoriva fagioli (Pescia: Tipografia pesciatina, 2001), p.106.
^Francesca Cavarocchi, "Prato, Pistoia, Pescia, San Miniato", in Enzo Collotti (a cura di), Ebrei in Toscana tra occupazione tedesca e RSI (Carocci, Roma, 2007), p.379.
^Si tratta di Max Grossmann e dei coniugi Della Riccia (Fortunato della Riccia e la moglie Ester Servi). Arrestati rispettivamente il 23 marzo e il 18 aprile 1944, furono condotti alle carceri di Firenze e quindi al campo di Fossoli, da dove furono deportati ad Auschwitz il 16 maggio 1944. Solo Grossmann sopravviverà alla deportazione. Cfr. CDEC Digital Library.
^Confidando sul fatto di non essere conosciuti che da pochi, la famiglia Della Riccia (padre, madre e tre figlie) si era stabilita in paese, vivendo dei prodotti della fattoria che erano loro garantiti - in assenza di tessere annonarie - dal loro fattore Umberto Natali. Per maggior sicurezza le due figlie minori erano state mandate a risiedere, sotto falso nome, in un collegio di suore a Montecatini. Essendosi rivolte ad un loro conoscente nella speranza di ottenere falsi documenti, furono da questi ricattate e quindi tradite. La figlia maggiore che era con loro riuscì a sfuggire all'arresto e così le due figlie minori, protette dalle suore, nonostante che i militi tedeschi si fossero presentati in cerca di loro al collegio la sera stessa. Il fattore Natali accolse in casa sua le tre ragazze, nascondendole per diverse settimane, finché una loro zia le contattò invitandole a raggiungerla nei pressi di Lucca. Natali continuò ad aiutarle, recandosi spesso a Lucca in bicicletta per portar loro dei viveri, fino alla Liberazione. I Della Riccia vittime dell’agguato della Gestapo, La Nazione (24 gennaio 2024).
^Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45 (Mondadori: Milano 2006), pp.174-75.
^ Pier Domenico Bartoloni, Luciano Buralli e Eugenio Ciuti, I prodotti tipici della terra di Valdinievole, Assessorato all'agricoltura del Comune di Pescia, 1985.
^Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 8.
^ Lando Silvestrini, E Pescia va!, Edizioni Vannini, p. 98.
^ Adriano Betti Carboncini, Un treno per Lucca, Cortona, Calosci, 1990, ISBN88-7785-044-2.
^ Federico Morosi, Palio dei Rioni di Pescia, su ViviPistoia.it, 23 ottobre 2018. URL consultato il 17 settembre 2024.
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