Figino Serenza

Figino Serenza
comune
Figino Serenza – Stemma
Figino Serenza – Bandiera
Figino Serenza – Veduta
Figino Serenza – Veduta
La Chiesa di San Michele
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Lombardia
Provincia Como
Amministrazione
SindacoStefano Tomaselli (centro-sinistra) dal 9-6-2024
Territorio
Coordinate45°43′N 9°08′E
Altitudine329 m s.l.m.
Superficie4,96 km²
Abitanti5 028[1] (30-11-2020)
Densità1 013,71 ab./km²
FrazioniBoffalora,Cascinetta, Castelletto, Moja, Rozzago, Sant'Agata, Bissèe, Pozzolo, Gheda
Comuni confinantiCantù, Carimate, Mariano Comense, Novedrate
Altre informazioni
Cod. postale22060
Prefisso031
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT013101
Cod. catastaleD579
TargaCO
Cl. sismicazona 4 (sismicità molto bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 537 GG[3]
Nome abitantifiginesi
Patronosan Michele
Giorno festivo29 settembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Figino Serenza
Figino Serenza
Figino Serenza – Mappa
Figino Serenza – Mappa
Posizione del comune di Figino Serenza nella provincia di Como
Sito istituzionale

Figino Serenza[N 1] (semplicemente Figino fino al 1862; Figin in dialetto brianzolo, AFI: /fiˈdʒiŋ/) è un comune italiano di 5 028 abitanti della provincia di Como in Lombardia. I suoi abitanti sono chiamati figinesi (figinés in dialetto).

Situato nella parte meridionale della provincia, nella zona collinare a nord dell'area brianzola, confina a nord con il comune di Cantù, a sud con quello di Novedrate, a est con Mariano Comense e a ovest con Carimate. Dista 44 km dall'aeroporto di Milano-Malpensa, 34 km da Milano e 17 km da Como.

Geografia fisica

Lo stesso argomento in dettaglio: Brianza.

Territorio

Campi agricoli figinesi
Il Serenza in località Rozzago

«Boschi, brughiere, prati, vigneti, moroneti e ampie aratorie, unite all'aria salubre e di bella vista della Brianza»

Il paese è situato nella parte meridionale della provincia di Como, all'interno della territorio della Brianza comasca, a 329 metri sul livello del mare[N 2]. Si trova nella zona della cerchia collinare morenico-diluviale esterna prodotta dai residui della glaciazione denominata Riss, che si è andata a sovrapporre a precedenti depositi ghiaiosi ora fortemente cementati (nella terminologia geologica "Ceppo Lombardo"). Il terreno delle colline è caratterizzato da un suolo permeabile composto da sabbie e ghiaie. Vista l'incapacità del suolo di trattenere l'acqua, essa penetra per varie decine di metri finché non incontra uno strato impermeabile, sul quale scorre. Quando l'acqua ritorna a emergere si ha il fenomeno dei fontanili (o sorgive), molto diffusi nell'area agricola delle cascine. Numerose sono le falde acquifere presenti nel territorio, situate fra gli 80 e i 180 metri di profondità che hanno permesso lo sviluppo delle attività agricole e dell'allevamento dei bachi da seta.

Idrografia

Il principale corso d'acqua è il torrente Serenza, affluente del Seveso, il quale percorre l'omonima valle, attraversando l'intero territorio comunale che viene così tagliato in due parti, un tempo separate amministrativamente l'una dall'altra. Le sue sponde sono ripide e scoscese, rappresentate da due colline: ciò ha reso impossibile la nascita di nuclei abitativi nella Valle del Serenza anche se il torrente in passato ha rappresentato una notevole risorsa acquifera per gli abitanti di Figino Serenza, prima che venisse deturpata nel secondo dopoguerra dagli scarichi industriali non autorizzati. Altro corso d'acqua presente sul territorio comunale è il torrente Ramarino, corso d'acqua minore che scorre da est verso sud, proseguendo il suo tragitto nel territorio comunale di Mariano Comense.

Clima

Secondo il Köppen climate classification, Figino Serenza ha un clima tipicamente Temperato Umido (Cfa), con temperature che vanno dai -5/+5 °C in gennaio ai +30/+35 °C in luglio.

Gli inverni sono freddi con gelate frequenti. Il fenomeno della nebbia è molto frequente tra gennaio e febbraio quando, in assenza di perturbazioni, avviene la condensazione del vapore acqueo e il perdurare dell'assenza della visibilità si ha nelle prime ore mattutine e dopo il tramonto, fino al giorno seguente. La ventilazione nel cuore della stagione invernale è praticamente assente; questo provoca un particolare addensamento delle polveri sottili e un peggioramento della qualità dell'aria. Quando i valori superano le soglie consentite[7], vengono presi dei provvedimenti dall'amministrazione comunale, insieme con gli altri comuni dell'area critica Como-Milano-Sempione, come il blocco programmato della circolazione automobilistica e la restrizione della circolazione ai soli veicoli catalizzati. Sporadiche sono le precipitazioni nevose e concentrate tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio. L'ultima nevicata di grandi dimensioni si è verificata tra il 6 e il 7 gennaio 2009.

Le estati sono calde e afose. Sempre più frequenti sono divenuti negli ultimi anni i fenomeni temporaleschi e le grandinate, molto temute soprattutto dagli agricoltori per la loro forza distruttrice, in grado di mettere a rischio i raccolti di un'intera annata. Il cuore della stagione calda si ha tra la metà di giugno e la metà di agosto. Il caldo è anticipato da intense precipitazioni e da basse temperature. Finita la stagione estiva, con l'avvento dell'autunno, tornano le piogge e le temperature incominciano a scendere.

Storia

Le origini (300-1100)

Le prime notizie certe riguardo alla storia del borgo brianzolo risalgono al 1000[8], documentabili con atti coevi risalenti al XIV secolo, anche se sono state scoperte nel 1877[9] delle lapidi risalenti all'epoca della colonizzazione romana in cui vi erano incisi tre nomi: Quinto Veroccio Castrizio, Quinto Cornelio Treptonico e Minucio Creso[10]. La struttura del "piccolo centro abitato" era quella tipica del vicus agricolo romano con poche famiglie dedite alla lavorazione dei campi di ricchi patrizi. In epoca successiva appartenne alla pieve di Galliano, sorta tra la seconda metà del V secolo e la prima metà del VI secolo. Con la conquista longobarda l'intero territorio dipese dapprima da Pavia e poi da Monza, mentre si andava formando il Contado della Martesana e il feudo generale di Canturio (Cantù). Nel periodo risalente al X secolo sulla sommità della collina sorgeva la casa della famiglia Figino, ricchi proprietari terrieri di origine milanese. La vita della comunità agricola ruotava attorno alla Chiesa di San Materno che fungeva da punto di convergenza fra i cascinali posti a ovest e a est. Tra l'anno 1000 e il 1100 vi fu un aumento della popolazione, attestato dall'abbattimento della vecchia chiesetta di San Materno e dall'elevazione della nuova sulla medesima area e dall'ampliamento del cimitero circostante.

Età medievale (1100-1499)

Verso la metà del XIV secolo per la prima volta appare dai documenti il nome Figino non più attribuito alla nobile famiglia milanese ma al paese della Brianza. Negli Statuti delle acque e delle strade del Contado di Milano fatti nel 1346 compare "el locho da Figino", una località della Pieve di Galliano, cui spetta la manutenzione della "strata da Niguarda"[11]. Durante quel periodo venne affidato a Pietro Figino, da parte del duca Gian Galeazzo Visconti, il compito di costruire a Milano un porticato coperto in occasione del suo matrimonio con Isabella di Valois che diventerà poi la sede del mercato della frutta o della verdura. Possiamo supporre quindi che la stessa famiglia impose al borgo il nome della propria casata o che più probabilmente gli stessi abitanti, volendo onorare Pietro Figino e non avendo risorse economiche per edificare monumenti in suo onore, decisero di attribuire all'insieme di case e cascine esistenti nel territorio Canturino il nome Figino. Nel 1475 l'intera pieve di Galliano passa dalle mani di Polidoro Sforza Visconti in quelle di Francesco Pietrasanta, membro di un ricco casato milanese.

Dominazioni francesi e spagnole (1499-1706)

Ciò che meglio attesta il crescente numero degli abitanti è la costruzione di una cappella con funzione religiosa sulla sommità della collina, dedicata a San Michele, in una migliore dislocazione sul territorio nel 1501. Nei registri dell'estimo del ducato di Milano del 1558 e dei successivi aggiornamenti al XVIII secolo, Figino risulta ancora inserito all'interno della stessa pieve[12] dove ancora lo si ritrova nel 1644[13]. Nel 1574 vi sono 383 abitanti[14]. L'esistenza contadina, dettata dal cambio delle stagioni, incominciava con la semina e terminava coi grandi fuochi rituali dell'inverno e nessun fatto successivo a quegli anni potevano far supporre che la vita mutasse forma, ma ciò avvenne quasi inspiegabilmente. All'inizio del XIV secolo non appare più il nome dei Figino come proprietari del territorio, ora c'è quello dei Meraviglia della città di Como, che avevano acquistato un'ampia estensione di terreno per la coltura del gelso, pianta utilizzata per l'allevamento del baco da seta.

Villa Ferranti

Nell'ottobre del 1606 il cardinale di Milano Federico Borromeo visita la parrocchia e annota la presenza di varie contrade e la costruzione di una nuova chiesa[15] in cima a un colle. Tornerà nel 1616 per trovarla finalmente ultimata. Verso la metà del XVII secolo in paese appaiono due famiglie milanesi che divengono proprietarie di importanti estensioni di terreno: la famiglia Casnati e la famiglia Pozzobonelli. I Casnati acquistano la parte meridionale e occidentale del paese, coltivata a grano, segale, miglio, con vigne e gelsi mentre i Pozzobonelli quella orientale e settentrionale sulla bassa collina boscosa oltre il torrente Serenza, detta Rozzago, in cui nel frattempo si erano formati piccoli centri abitativi, il Castelletto e la Moja, già frazione con giurisdizione parrocchiale a Montesolaro di Carimate. La famiglia Pozzobonelli in Figino eresse un'importante dimora patrizia, una parte di essa ora recuperata dal comune: la Villa Ferranti. Residenza anche del cardinal Pozzobonelli di cui rimane vestigia del blasone sulla mura e luogo in cui non solo il casato villeggiava ma vide anche i propri natali.

Dominazione asburgica (1706-1797)

Con decreto 1º febbraio 1725 nel compartimento territoriale della Lombardia Austriaca, Pieve di Galliano, distretto XI compare il comune di Figino con Rozzago. La fusione era stata già decisa l'anno precedente[16] con dure reazioni da parte degli abitanti del piccolo centro frazionale che comprendeva, oltre all'abitato di Rozzago, i cascinali Moia, Bragianello, Castelletto, Barnicocca e Sant'Agata.

Nel 1751 l'abitato di Figino risultava essere inserito nel Ducato di Milano, nella pieve di Galliano e il territorio era costituito, oltre dal centro sviluppatosi intorno alla chiesa di San Michele, dalle cascine Boffalora di sotto, Boffalora di sopra, Bricola, Boncazio, Corno, Croce, Baslotello, Malpaga e Cassinetta[17]. Dalle risposte ai 45 quesiti, redatti dal Ducato di Milano, il paese risultava essere sotto il potere feudale del conte Antonio Pietrasanta ma i 480 abitanti figinesi[18] non versavano alcun tributo nei suoi confronti mentre i 120 abitanti di Rozzago versavano il "dazio dell'imbottato". Il comune era sotto la giurisdizione di un podestà (pagato annualmente) ed era guidato da un sindaco, tre deputati e un console, senza limitazioni temporali. Il loro successore era decretrato tramite una pubblica elezione che si svolgeva nella piazza principale. Il comune aveva a sua disposizione un cancelliere stipendiato che doveva prendersi cura delle faccende burocratiche. Per la riscossione delle tasse e il pagamento delle spese vi era un unico esattore.

La Riforma al governo e amministrazione delle comunità dello stato di Milano[19] stabilisce la nuova organizzazione dello stato di Milano. Nel nuovo compartimento territoriale[20] il neonato comune di Figino con Rozzago fu collocato le comunità della pieve di Galliano mentre nel 1771 la popolazione era costituita da 473 abitanti[21]. Dopo la suddivisione della Lombardia in province[22], Figino con Rozzago venne inserito nella Provincia di Milano. Con il nuovo compartimento territoriale per l'anno 1791, la pieve di Galliano, quindi anche l'abitato figinese, venne incluso nel XI distretto censuario della provincia milanese[23].

Età napoleonica (1797-1816)

In età napoleonica, con il passaggio dei territori lombardi alla Repubblica Cisalpina[24], ci furono diversi cambiamenti per ciò che riguarda le amministrazioni locali e la suddivisione territoriale. Il comune di Figino con Rozzago fu inizialmente inserito nel Dipartimento del Lario-Distretto di Fino[25] (27 marzo-26 settembre 1798), poi nel Dipartimento dell'Olona-Distretto XXVIII di Cantù[26] (1798-1801), per ritornare a far parte con la legge del 13 maggio 1801 del Dipartimento del Lario nel Distretto I di Como. Nel gennaio del 1799 la popolazione si attestava sui 701 abitanti[27]. Per un breve periodo, ritornò sotto il Distretto XI di Milano (1802) per poi tornare nuovamente nel Distretto I di Como, Cantone di Cantù[28].

Nell'Elenco dei comuni[29] del 1802 il comune venne classificato come municipalità di III classe in quanto la popolazione era inferiore ai 3.000 abitanti. Il numero esatto era di 662 abitanti[30]. Venne deciso un accorpamento tra i comuni di II e III classe[31]: Figino con Rozzago e Novedrate vennero annessi alla municipalità di Carimate; unione riconfermata anche nel 1812[32]. Figino aveva diritto a un solo partecipante all'interno del consiglio del comune di Carimate.

La Restaurazione e il ritorno austriaco (1816-1859)

Nell'anno 1816, dopo la Restaurazione e il ritorno della dominazione austriaca nel Regno Lombardo-Veneto[34] Figino, solo così nominato, torna a essere comune autonomo, facente parte della neonata Provincia di Como, staccandosi definitivamente a livello amministrativo da Milano, prima inserito nel Distretto XXVI di Mariano, poi nel Distretto XXVI di Cantù (1844) e infine nel Distretto IV di Cantù (1853). Si ritornò quindi alla organizzazione amministrativa in vigore prima del 1797. Nell'anno 1816, dopo la Restaurazione e il ritorno della dominazione austriaca nel Regno Lombardo-Veneto[34] Figino, solo così nominato, torna a essere comune autonomo, facente parte della neonata Provincia di Como, staccandosi definitivamente a livello amministrativo da Milano, prima inserito nel Distretto XXVI di Mariano, poi nel Distretto XXVI di Cantù (1844) e infine nel Distretto IV di Cantù (1853). Si ritornò quindi alla organizzazione amministrativa in vigore prima del 1797. Venne ripristinato il "Convocato generale degli estimati", organo che aveva il compito di assumere le decisioni in campo amministrativo, costituito dai possessori del Comune che, riunitisi due volte l'anno nella piazza principale del comune, organizzavano assemblee pubbliche e nominavano la Deputazione municipale, costituita da tre membri. Il primo deputato era eletto con la maggioranza dei voti. Tra il 1816 e il 1860 il nobile figinese Giovanni Battista Parravicini fu primo deputato. L'amministrazione municipale era poi esercitata da un agente comunale e da un cursore che avevano il compito di risolvere le controversie e le discussioni tra i cittadini, oltre a gestire i rapporti tra le varie proprietà. Il Comune non aveva ancora una propria sede ed era lo stesso Parravicini che metteva a disposizione dei locali della propria abitazione[35] per svolgere le faccende burocratiche, quali le funzioni di sorveglianza sull'andamento amministrativo dei distretti che spettavano a un Consigliere del censo, poi sostituito dal commissario distrettuale (1819).

L'avvento dei Savoia e del Regno d'Italia (1859-1915)

Monumento ai caduti della Grande Guerra

Nel 1859 la Lombardia venne annessa al regno sabaudo il quale estese l'organizzazione piemontese ai nuovi territori, apportando delle modifiche a livello amministrativo. Il decreto Rattazzi[36] prevedeva che i prefetti sostituissero i vecchi commissari distrettuali e che nei comuni venisse eletto un sindaco al posto del primo deputato. Non ci furono modifiche a livello di amministrazione provinciale e il comune figinese rimase sotto la provincia di Como. L'anno successivo venne istituito il primo consiglio comunale, composto da un sindaco e due assessori, che si riuniva due volte all'anno. Nel primo censimento nazionale del 1861 il comune di Figino risultò avere una popolazione complessiva di 1.290 abitanti. Nel 1862[37] venne deciso di aggiungere l'appellativo Serenza alla nomenclatura di Figino, di modo tale da distinguere il comune comasco dall'omonima municipalità della cintura di Milano.

«Oh Madonna buona deh preserva la nostra cara Figino, tua diletta parrocchia, sulla quale Tu domini invocata ed amata, tieni lontano bombardamenti e stragi e qui ogni 14 novembre tutti assieme reciteremo sempre le tue lodi o clemente o pia o dolce Vergine Maria»

Nel periodo della seconda guerra mondiale il parroco dell'epoca, don Ercole Terruzzi, su invito di papa Pio XII, espresse un Voto alla Madonna di San Materno affinché Figino Serenza venisse risparmiata dai bombardamenti e dalla distruzione.

Dal 1816 al secondo dopoguerra si avvicendarono solo cinque primi cittadini, tra cui un sindaco di nomina governativa nel 1890, il podestà (1926-febbraio 1943) e un breve periodo di commissariamento (gennaio 1944-marzo 1945).

Secondo dopoguerra

Dopo la liberazione dal regime fascista il comune di Figino Serenza è stato retto con continuità da un'amministrazione legata alla Democrazia Cristiana. Nel 1967, dopo un continuo peregrinare e la ricerca di nuovi locali, l'amministrazione comunale viene dotata della prima sede municipale, ristrutturata poi nel 2000.

Simboli

Descrizione araldica dello stemma:

«Inquartato: nel 1º, di azzurro, alla chiesa d'argento, con la facciata a sinistra, chiusa di nero, la porta sormontata dalla finestrella tonda dello stesso, finestrata sul fianco con tre finestre ordinate in fascia, coperta di rosso, unita a destra al campanile d'argento, munito della cella campanaria di nero, coperto di rosso, chiesa e campanile fondati sulla collina trapezoidale di verde, fondata in punta; il 2º, di argento, alle due foglie di gelso di verde, ordinate in banda; il 3º, di argento, alle due fiamme, di rosso, ordinate in sbarra; il 4º d'azzurro, al passero di rosso, posto in profilo. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il motto, in lettere maiuscole di argento Petrus Figinus. Ornamenti esteriori di comune.[38]»

Lo stemma del comune di Figino Serenza è di recente fattura. Nel 1999 l'Amministrazione Comunale indice un bando pubblico per la creazione del nuovo gonfalone che diventerà poi il simbolo del paese. Dopo aver giudicato i diversi bozzetti giunti negli uffici comunale, la commissione ha valutato come migliore il disegno dell'artista locale Gino Ballabio. Lo stemma è stato ufficialmente concesso con decreto del presidente della Repubblica del 19 luglio 1999.[39]

Lo stemma è inquartato: nel 1º quarto, su sfondo azzurro, appare la facciata della chiesa di San Michele che giace su una collina, così come nella realtà. Nel 2º, su sfondo color argenteo, appaiono due foglie di gelso verde, ordinate in banda, le quali richiamano l'attività legata alla seta. Nel 3º quarto, sempre su sfondo argenteo, vi sono due fiamme rosse, simbolo dei tradizionali fuochi invernali medievali, mentre nel 4º, nuovamente su sfondo azzurro, appare un passero, presenza costante nell'habitat di Figino Serenza.[40] Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante di azzurro, il nome in latino di Pietro Figino in lettere maiuscole di argento. Il tutto è racchiuso ai lati da un ramo di alloro e uno di quercia, legati insieme da un nastro tricolore.

Il gonfalone è un drappo di bianco.

Monumenti e luoghi d'interesse

Il santuario della Madonna di san Materno
Centro sportivo di Figino Serenza

Architetture religiose

Santuario della Madonna di San Materno

Sul territorio comunale esiste una chiesa dedicata a Santa Maria e a San Materno[41]. Il suo campanile pare risalire all'epoca romanica. La chiesa custodisce un'immagine della Madonna, ritenuta miracolosa e venerata dal popolo al punto che, per ospitarla più degnamente all'interno dell'edificio, fu costruita una cappella restaurata radicalmente nell'Ottocento. Nel 1903 la chiesa fu oggetto d'importanti interventi di ristrutturazione[41].

Chiesa di San Michele Arcangelo

Lo stesso argomento in dettaglio: Chiesa di San Michele Arcangelo (Figino Serenza).

Al 1399 risale la cappella di San Michele Arcangelo, sorta sulla collina di San Materno. Nel Cinquecento, dal suo ampliamento sarebbe sorta l'attuale parrocchiale dedicata sempre a San Michele. Essa fu ricostruita a partire dal 1602 e verso il 1859-60 subì ulteriori rimaneggiamenti (l'interno, da un'unica navata originaria, fu ampliato alle tre visibili attualmente). Nel 1912, a seguito di un violentissimo e disastroso evento atmosferico, avvenuto nel 1910, fu ricostruita la facciata e l'intera costruzione fu ingrandita di una campata. Altri interventi seguirono nel 1922[42]. Di particolare interesse, all'interno, sono gli arredi lignei, tra cui quelli della sagrestia, opera nel XVIII secolo degli intagliatori della zona, eredi di una tradizione plurisecolare.

Architetture civili

La Villa Ferranti[43] è un vasto edificio costruito nel XVII secolo dalla famiglia Pozzobonelli, uno dei casati dominanti della zona. Intorno al 1835 l'edificio assunse un aspetto tardo-neoclassico.[44] Posizionata nella zona retrostante la chiesa di San Michele, è collegata alla sacrestia tramite un cortile. Abbandonata nel corso dei secoli successivi, è stata in parte recuperata negli anni novanta divenendo così parco pubblico e sede della biblioteca comunale.

Società

Evoluzione storica della popolazione
1751 480[18]
1771 473[21]
1799 701[27]
1805 662[30].
1809 790[45]
1859 1 157
1881 1 486
1911 1 783
1936 2 156
1961 2 874
1981 4 068
2001 4 636

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[46]

La popolazione di Figino Serenza è in rapido aumento, tanto che nel giro di cinquant'anni è quasi raddoppiata, mentre alla fine del 2007 è stata superata la soglia dei 5 000 abitanti. Molte sono le famiglie che negli anni settanta-ottanta hanno raggiunto il centro brianzolo per trovare nuove opportunità lavorative. Le ondate migratorie dal Meridione non si sono esaurite nell'arco di un ventennio ma sono ancora oggi presenti. Altri fenomeni di urbanizzazione che interessano direttamente Figino Serenza sono la ricerca da parte degli abitanti della cintura milanese di nuove realtà abitative lontano dal caos della città e la presenza di cittadini extra comunitari impiegati nelle aziende manifatturiere locali.

Gli stranieri regolari sono 131 (77 maschi e 54 femmine) pari allo 2,6% della popolazione figinese. Le comunità più rappresentata[47] è quella tunisina con 25 presenze, seguono la comunità albanese (21), quella rumena (18), quella pakistana (15) e gli immigrati marocchini (10). Esistono poi altre persone di nazionalità diverse che però non superano i 5 cittadini per nazione.

Lingua e dialetti

Lo stesso argomento in dettaglio: Dialetto lombardo occidentale e Dialetto brianzolo.
(Dialetto brianzolo)

«L'è inutil saràa su el stabiell dopo che l'è scapà el purcèll»

(IT)

«È inutile chiudere il recinto se il maiale è scappato»

(Dialetto brianzolo)

«I amis hinn quei che se g'han in sacocia»

(IT)

«I migliori amici sono quelli che abbiamo in tasca»

La lingua principale parlata a Figino Serenza è quella italiana ma fino agli anni sessanta in famiglia e nell'ambito della vita quotidiana era più comune la parlata locale, rappresentata dal dialetto brianzolo-canturino, piuttosto che la lingua italiana corretta. Solo negli ultimi anni si è ristretto il numero di persone che parlano come unica lingua il dialetto, limitato alla realtà delle persone anziane. Il dialetto parlato a Figino Serenza risente delle influenze delle parlate comasche, seppur rimane la matrice milanese.

Religione

Il comune di Figino Serenza è contraddistinto da una forte tradizione legata alla chiesa cristiana-cattolica: numerosi sono i fedeli partecipi della vita comunitaria e quasi la totalità delle persone si dichiara credente. Esistono anche delle minoranze di fedeli islamici, di Testimoni di Geova e di cristiani evangelici.

Per quello che riguarda l'attività pastorale cattolica, Figino Serenza è collocato all'interno della diocesi di Milano, ultimo legame rimasto con il capoluogo di regione, nella zona pastorale V di Monza, nel decanato di Cantù-Mariano. Il territorio comunale è a sua volta diviso tra due parrocchie: quella di San Michele di Figino Serenza e quella della Beata Vergine Assunta di Montesolaro, frazione a nord di Carimate. Questa divisione territoriale risale all'epoca in cui Rozzago e Figino costituivano due realtà indipendenti. La parrocchia di Montesolaro si prendeva della cura delle anime del borgo limitrofo ed esso era sotto la sua giurisdizione ecclesiastica.

Questa divisione è rimasta immutata per secoli fino al 2008, quando le parrocchie di Carimate, Figino Serenza, Montesolaro e Novedrate vengono fuse nella Comunità Pastorale San Paolo della Serenza.

Tradizioni e folclore

Feste e sagre

Lo stesso argomento in dettaglio: Giubiana e Carnevale.
  • Festa patronale di San Michele

La festa del paese è dedicata a San Michele Arcangelo, santo patrono del paese comasco, ed è festeggiata, per tradizione, il lunedì successivo all'ultima domenica di settembre (non necessariamente, quindi, il 29 settembre, giorno dedicato ai santi Michele, Gabriele e Raffaele arcangeli). L'evento è molto sentito dall'intera comunità che si raccoglie per far festa in allegria. Il week-end dell'ultima domenica di settembre è prevista una serie di eventi di intrattenimento. Appuntamento spettacolare è l'esibizione di motocross nell'area di fronte al municipio. Il tradizionale Figino Marching Show band è l'evento centrale della manifestazione con l'esibizione di diversi corpi di bande provenienti dal Nord Italia e da diverse nazioni. La sera musica da ballo e poi la tombolata con i premi messi a disposizione dalle aziende locali.

Rogo della Giubiana
  • Rogo della Giubiana

Il rogo della Giubiana viene effettuato l'ultimo giovedì di gennaio presso l'oratorio. Secondo la tradizione, la Giubiana era una ragazza splendida che persuase gli abitanti di Cantù a cedergli le chiavi del borgo; essi le cedettero alla signora mandata dai Visconti e Canturio perse la propria indipendenza. La traditrice milanese venne poi catturata e bruciata su un rogo per vendicarsi del torto subìto. I figinesi seguono la tradizione canturina in quanto all'epoca dei presunti fatti (verso il 1100) anche Figino Serenza faceva parte della Pieve di Galliano. Canti, musica, risotto con la luganega, chiacchiere e vin brulé accompagnano l'evento.

  • Carnevale

Altra festa tradizione è quella del carnevale con sfilata dei carri allegorici per le vie del centro paese e premiazione della maschera più bella in oratorio.

Gara di discesa per pattinatori, street luge e carretti artigianali senza motore lungo le discese di Montesolaro e del Bissèe.

Economia

L'economia figinese, prima del Novecento, era di tipo rurale e agricolo. Già agli inizi, prima ancora della sua fondazione, quasi la totalità degli abitanti era dedita alla coltura e all'allevamento del bestiame. Si svilupparono varie cascine nella parte pianeggiante del paese, a sud-est rispetto al centro paese. Tali costruzioni erano di grosse dimensioni e ospitavano intere famiglie; ogni abitante aveva la propria collocazione e mansione all'interno della società rurale. Con l'avvento dei Meraviglia, Figino si specializzò nella coltivazione delle piante di gelso. La nuova famiglia, proprietaria di vaste porzioni di terreno, proveniva dal principale centro italiano per la produzione della seta e quindi sentiva la necessità di avere terreno adatto per la coltivazione della pianta indispensabile a tale genere di attività economica. Il gelso diventò una pianta coltivata su vasta scala e l'allevamento del baco da seta assunse quasi la funzione di gloria per il piccolo paese. Verso la fine del Seicento, pur restando l'agricoltura la base dell'economia figinese, apparirono altre attività lavorative legate al mondo rurale: la lavorazione del ferro, la produzione di chiodi, delle zanchette e dei ferri di cavallo. Durante il corso degli anni vi fu l'avvicendamento tra vecchi e nuovi proprietari di terre, ormai divise fra una ventina di famiglie milanesi e comasche e istituti religiosi. A metà del XVIII secolo tra le vie del piccolo centro trovarono spazio le piccole botteghe artigiane per la lavorazione del legno sorte sotto il florido influsso economico della vicina Cantù, centro principale per la produzione artigianale di mobili. Nelle case continuava la pratica tutta femminile di un'altra attività tipicamente canturina: la produzione del merletto.

Solo all'inizio del Novecento l'agricoltura passò in secondo piano per cedere il posto alle botteghe artigianali della lavorazione del ferro, una delle quali divenne la grande e famosa Ferriera Acciaieria Orsenigo. La presenza decennale del complesso siderurgico, con i grandi altiforni, fu sicuramente origine di benessere e trasformazione sociale per l'intero paese con importante afflusso di manodopera da altre regioni d'Italia: mutamenti e passaggi anche molto sofferti. Nel 1967 toccò la cifra di 550 dipendenti ma nel 1976 abbandono l'attività lavorativa. Altra importante industria presente sul territorio figinese era la Tessitura Orsenigo, uno dei più importanti centri per la produzione della seta nel territorio comasco. Nel 2002, dopo anni di gloriosa attività, dovette però chiudere i battenti[50]. Ora importanti opifici industriali nazionali e internazionali del settore metalmeccanico hanno sede nel territorio comunale insieme a numerosi aziende artigiane di vari settori. Attualmente risultano occupate 2.340 persone, pari al 50,47% del numero totale degli abitanti[51]. Larga parte del suolo è ancora mantenuto a coltivazioni e a brughiere, salvaguardando l'antico patrimonio abitativo rurale, rispettando la natura del bosco misto, conservando il popolamento faunistico tipico della brughiera brianzola, in particolar modo le specie dei piccoli volatili migratori e stanziali.

Infrastrutture e trasporti

Via Trento (SP 39) dal ponte ciclopedonale
Ponte ciclopedonale di via Trento

Collegamenti stradali

I principali collegamenti stradali[52] sono rappresentati da:

Sulle strade figinesi sono presenti tre impianti semaforici: il primo in via Europa per attraversamento pedonale, posto sulla pista ciclopedonale che collega la scuola secondaria al centro di Novedrate; il secondo in via Don Luigi Meroni (SP 39); il terzo in via Vico Necchi incrocio via Boccaccio (SP 39).

Trasporto pubblico locale

Lo stesso argomento in dettaglio: ASF Autolinee.

Gli autobus del servizio pubblico passanti per il territorio figinese sono gestiti dalla ASF autolinee.

La linea è la C82[53] Cantù-Carimate-Novedrate-Mariano (accorpamento delle precedenti linee C82 Cantù-Novedrate, C83 Cantù-Carimate e C89 Cantù-Mariano Comense); nel periodo scolastico sono previste due corse dirette da e per Como passando per Cantù.

Negli anni settanta da Figino Serenza passava anche la linea Cantù-Saronno del gruppo FNMA, ora soppressa.

Collegamenti ferroviari

Figino Serenza è priva di stazioni ferroviarie e il suo territorio comunale non è attraversato da alcuna strada ferrata. I collegamenti ferroviari sono assicurati presso le seguenti stazioni:

In queste stazioni fermano le seguenti linee, tutte gestite da Trenord:

  • linea S11, presso le stazioni di Carimate e di Camnago-Lentate
  • linea S4, presso la stazione di Camnago-Lentate
  • linea S2, presso la stazione di Mariano Comense
  • linea regionale Milano-Asso, presso la stazione di Mariano Comense

Aeroporti

Gli aeroporti più vicini sono:

Amministrazione

Il gruppo consiliare di maggioranza "Moscatelli Sindaco", composto da esponenti di Lega e Fratelli d'Italia, è stato eletto nel 2019 con a capo il Sindaco Roberto Moscatelli.

Sport

Lo sportivo figinese più conosciuto è Pierluigi Marzorati, cestista della Pallacanestro Cantù il quale ha indossato la maglia biancoblu in cinque decenni differenti.

Un altro sportivo che raggiunse un certo livello di notorietà è stato il calciatore Arturo Ballabio[54] che negli anni settanta militò nel Palermo, disputando diverse partite in Serie A e B.

Per quanto riguarda le società sportive locali esistono quattro gruppi sportivi:

  • Il Figino Calcio, società calcistica fondata nel 1970 militante nel campionato di Seconda Categoria della Lombardia. Oltre alla prima squadra, esistono diverse formazioni giovanili che consentono ai ragazzi di ogni età di praticare questo sport.
  • La Pallacanestro Figino, società cestistica militante nel campionato di Promozione regionale. A livello giovanile, è una delle squadre più titolate della provincia e fornisce diversi giocatori alla Pallacanestro Cantù. Diversi sono gli illustri collaboratori che hanno aiutato al sodalizio figinese di proseguire nella sua attività sportiva, tra cui Pierluigi Marzorati e Lino Cappelletti.
  • Il Figino Volley che disputa attività sia a livello giovanile sia a livello dilettantistico (maschile e femminile).
  • L'Unione Ciclistica Figinese che disputa un'attività a livello giovanile.

Il comune di Figino Serenza è dotato di diverse attrezzature sportive. Il primo campo da calcio realizzato sul suolo comunale fu quello dell'Oratorio Sacro Cuore, nel 1963. Fu proprio all'oratorio che la società biancoverde cominciò la sua attività agonistica nei campionati amatoriali. Nel 1978 furono inaugurate due importanti opere che tuttora rimangono il fulcro dell'attività sportiva figinese: la palestra delle scuole medie (al confine con Novedrate), per anni sede degli incontri interni delle squadre di basket e volley e il centro sportivo comunale (situato in Via Volta) che ospita un campo da calcio a 11, un campo da calcio a 5 (inaugurato nel 1999), un campo da tennis e un campo polivalente coperto, che ha preso posto nel 1999 di un campo da tennis. Nel 2011 è stato aperto, dopo un anno di inagibilità, il nuovo palazzetto dello sport comunale, che ospita le gare interne del Figino Volley e della Pallacanestro Figino.

Note

Esplicative

  1. ^ Toponimo derivato dal latino figulinum = vasaio, operante con l'argilla. Cfr.: Ottavio Lurati, Toponymie et géologie, in Quaderni di semantica, anno XXIX, numero 2, dicembre 2008, 441.
  2. ^ Misura che si riferisce all'altitudine della collina principale di Figino Serenza

Bibliografiche

  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 novembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ Cit. Carlo Annoni, Monumenti e storia del borgo di Canturio, Cantù, 1835.
  5. ^ Fonte: Zone sismiche in Italia, dati INGV (GIF), su zonesismiche.mi.ingv.it. URL consultato il 24-09-2008.
  6. ^ Fonte: Classificazione climatica Lombardia, dati Confedilizia, su confedilizia.it. URL consultato il 24-09-2008 (archiviato dall'url originale il 25 gennaio 2015).
  7. ^ Rilevazioni qualità dell'aria/Cantù Archiviato il 20 giugno 2008 in Internet Archive.
  8. ^ Lorenzo Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza Occidentale, Saronno, Scuola Grafica Padre Monti, 1975, pp. 36-65.
  9. ^ Corpus iscriptionum latinarium, consilio et auctoritate Accademiae litterarum regiae Borussicae editum Voluminis quinti, pars posterior Barolini apud Georgium Reinserum (1877)
  10. ^ Lorenzo Marzorati, Il Santuario della Madonna di San Materno, Cantù, Tipografia Cavalleri, 2004, p. 9.
  11. ^ Fonte: Le istituzioni storiche del territorio lombardo (XIV – XIX secolo) - Como Archiviato il 28 settembre 2007 in Internet Archive., Progetto Civita: Como, a cura della Regione Lombardia, Direzione generale cultura – Provincia di Como, Settore Cultura e Affari Generali, Milano, febbraio 2000. 184–186
  12. ^ Estimo di Carlo V 1558, cartelle 20 e 21
  13. ^ Relazione Opizzone, 1644
  14. ^ I Liber Cronicon (1564-1616), Comune di Rozzago
  15. ^ Lorenzo Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza Occidentale, Saronno, Scuola Grafica Padre Monti, 1975, pp. 369-419.
  16. ^ Lorenzo Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza Occidentale, Saronno, Scuola Grafica Padre Monti, 1975, pp. 111-116.
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  18. ^ a b Risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento, Censimento generale dello Stato di Milano, 1750
  19. ^ Editto 30 dicembre 1755
  20. ^ Editto 10 giugno 1757
  21. ^ a b Statistica delle anime, 1771
  22. ^ Editto 26 settembre 1786
  23. ^ Compartimento 1791
  24. ^ Costituzione 20, messidoro anno V (8 luglio 1797)
  25. ^ Legge 7, germinale anno VI (27 marzo 1798)
  26. ^ Legge 5, vendemmiaio anno VII (26 settembre 1798)
  27. ^ a b Legge 20, nevoso anno VII
  28. ^ Legge 23, fiorile anno IX (13 maggio 1801)
  29. ^ Elenco dei comuni, 24 luglio 1802 - Repubblica Cisalpina
  30. ^ a b Decreto 8 giugno 1805
  31. ^ Decreto 14 luglio 1807
  32. ^ Decreto 30 luglio 1812
  33. ^ Liber Chronicus, 1944 - Parrocchia di Figino Serenza
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  36. ^ Legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865 nº 2248
  37. ^ Decreto regio di nuova denominazione, 14 dicembre 1862, attualmente esposto presso l'ufficio del sindaco
  38. ^ Comune di Figino Serenza – (CO), su Araldicacivica.it.
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  40. ^ Figino Serenza, su Stemmi dei Comuni della Provincia di Como, 17 aprile 2019. URL consultato il 16 aprile 2021.
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  43. ^ Villa Ferranti - complesso, Piazza Umberto I, 1 - Figino Serenza (CO) – Architetture – Lombardia Beni Culturali, su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 3 maggio 2020.
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  46. ^ Statistiche I.Stat ISTAT  URL consultato in data 28-12-2012.
    Nota bene: il dato del 2021 si riferisce al dato del censimento permanente al 31 dicembre di quell'anno. Fonte: Popolazione residente per territorio - serie storica, su esploradati.censimentopopolazione.istat.it.
  47. ^ Statistiche ISTAT - 31 dicembre 2006. La presenza straniera a Figino Serenza Archiviato il 14 agosto 2013 in Internet Archive.
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  51. ^ http://lombardia.indettaglio.it/ita/comuni/co/figinoserenza/figinoserenza.html
  52. ^ Mappa stradale di Figino Serenza Archiviato il 10 luglio 2006 in Internet Archive.
  53. ^ https://www.asfautolinee.it/orari_pdf/estivo/C82.pdf
  54. ^ https://www.ilgazzettinodisicilia.it/2017/06/08/arturo-ballabio/


Bibliografia

  • Libri
    • Gualberto Vigotti, La diocesi di Milano alla fine del secolo XIII, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1974.
    • Lorenzo Marzorati, Quel borgo. Notizie storiche sull'origine e sviluppo di Figino Serenza, paese della Brianza Occidentale, Saronno, Scuola Grafica Padre Monti, 1975.
    • Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
    • Franco Binaghi, Gabriele Elli, Gaetano Forni. Storia di Carimate. Cantù, Tipografia Cavalleri, 1991.
    • Annalisa Borghese, Figino Serenza, in Il territorio lariano e i suoi comuni, Milano, Editoriale del Drago, 1992, p. 222.
    • Lorenzo Marzorati, Il Santuario della Madonna di San Materno, Cantù, Tipografia Cavalleri, 2004.
    • Tiziano Casartelli, La casa contadina nel Canturino, Sondrio, Lyasis edizioni, 2008, ISBN 88-86621-48-5.
    • Felice Asnaghi. Figino Serenza. Radici ambrosiane in terra comasca. Cirimido, Arti grafiche Corbella, 2009.

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