Il campo sportivo di Maslianico veniva usato dal FC Chiasso durante la parentesi nel campionato italiano (1914-1923). Maslianico ha la società sportiva dilettante di calcio più vecchia della provincia di Como, fondata nel 1902[5][6].
La parrocchia di Maslianico fa parte della Comunità della Beata Vergine del Bisbino.
Dal Medioevo alla costituzione del Regno Lombardo-Veneto
Già attestato come comune autonomo nel XII secolo, nel 1335 il "comune de Marsilianigo" risulta inserito nella pieve di Zezio e incaricato della manutenzione del tratto di via Regina da "dicta schalla in sursum" fino "ad fenestram que est in domo derupata que est prope viam".[8]
Inserito nella stessa pieve anche nel XVI secolo, nel 1644 il comune di Maslianico risulta far parte della pieve di Nesso.[8] Tre anni dopo sia il comune sia una porzione della pieve stessa furono infeudati da un membro della famiglia Gallio, la quale esercitò i propri benefici feudali sul territorio maslianichese fin'oltre la metà del XVIII secolo.[8]
Nel 1751 Maslianico comprendeva già i cassinaggi di Cocera, Serena, Molino, "Folla della Carta", Majetto, Folla, "Molino novo", Cassina, [Carpusie], Giardino, Sovernigo, Campagniaga e Vergnanico.[8] Cinque anni più tardi, il comune venne scorporato dalla pieve di Nesso per essere inserito nella nuova pieve di Zezio superiore.[9]
All'alba del 20 marzo 1848, vi transitò il colonnello ticineseAntonio Arcioni, che giungeva con nove esuli italiani a dar manforte ai comaschi alle Cinque Giornate di Como: ebbe uno scontro a fuoco con i croati propri a Maslianico, tornò per farsi medicare a Chiasso, rientrò, si imbarcò a Tavernola, sbarcò a Sant'Agostino e diede un utile contributo alla presa della Caserma San Francesco.
Nella prima decade di agosto del 1848 vi passò Giuseppe Mazzini, diretto all'esilio in Svizzera, che depositò ai gendarmi ticinesi la sua carabina.
Nel gennaio del 1851, vi venne arrestato il comasco Luigi Dottesio, in occasione di un viaggio di ritorno da Capolago a Como, poi fatto impiccare dal Radetzky a Venezia, il successivo 11 ottobre.
Nel febbraio 1944 espatriò di qui in Svizzera il latinista antifascista Concetto Marchesi.
Sia il 27 maggio 2002[13][14] sia tra il 27 luglio[15] e il 2 agosto 2021[16] Maslianico fu colpito da eccezionali precipitazioni che provocarono frane ed esondazioni di alcuni dei corsi d'acqua che attraversano il territorio comunale.
Simboli
Lo stemma e il gonfalone del comune di Maslianico sono stati approvati con delibera comunale del 29 novembre 2007 e concessi con il decreto del presidente della Repubblica del 9 aprile 2008.[17]
«Stemma partito dal palo diminuito e ondato di azzurro: il primo, di rosso, alle due mole da mulino d'oro, forate in quadro del campo, ordinate in palo; il secondo, di verde, al pastorale d'oro, posto in palo, accompagnato da due rose gambute e fogliate dello stesso, una a destra, l'altra a sinistra. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di giallo.
Nello stemma compaiono gli elementi che meglio rappresentano il territorio e la sua storia: il palo ondato azzurro per il torrente Breggia e la roggia Molinara; le macine per i mulini e le cartiere; gli attributi tradizionali dei santi Ambrogio (il pastorale) e Teresa del Bambino Gesù (le rose) per le sue chiese.[18][19]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Chiesa di Sant'Ambrogio
Già attestata nel 1290,[20] la chiesa di Sant'Ambrogio fu elevata al rango di parrocchiale nel 1736.[21][22][23] e oggetto di importanti modifiche architettoniche tra il 1744 e il 1749[24]. A una fase precedente a questi interventi risale l'affresco di Sant'Ambrogio che ferma Teodosio (XVII secolo), riportato alla luce durante alcuni lavori nel 1974.[22]
Al suo interno, la chiesa conserva affreschi del comascoGiovanni Paolo Recchi[26] e, nel coro rifatto nel 1845,[22][23] un altare trasportato a Maslianico dal soppresso convento di San Giovanni in Pedemonte.[22] In precedenza, l'altare della chiesa di Sant'Ambrogio ospitava una pala del XVII secolo, raffigurante una Crocefissione tra San Giovanni, la Madonna, e i santi Ambrogio e Marta.[27] Le due statue in controfacciata, raffiguranti i santi Ambrogio e Giovanni sono databili al periodo in cui la chiesa divenne sede di parrocchia.[23]
Dalla chiesa di Sant'Ambrogio proviene anche una vetrata, conservata nella casa parrocchiale, che rappresenta il santo titolare.[21] Oggetto di rimaneggiamenti, la vetrata comprende elementi databili al tardo Quattrocento.[21]
Chiesa di Santa Teresa
Dedicata a Santa Teresa del Bambino Gesù, la parrocchiale fu costruita in stile neo-romanico negli anni 1935-1936, per poi essere elevata al titolo di Santuario dal vescovo Alessandro Macchi nel 1937.[20]
Altro
Targa commemorativa del luogo di cattura di Luigi Dottesio, nei pressi del valico di Roggiana.[28]
Secondo le statistiche ISTAT[30] al 1º gennaio 2017 la popolazione straniera residente nel comune era di 265 persone, pari all'8% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:[30]
Dopo essere stato a lungo un territorio ricco di mulini per la macinazione del frumento (a tal fine fu costruita la Roggia Molinaria, un canale di derivazione delle acque del Breggia), tra la seconda metà del XIX secolo e la fine del successivo Maslianico si scoprì un centro molto attivo nell'industria della carta[26]. Tra le varie cartiere aperte in paese, si ricorda uno stabilimento della Burgo.