Porlezza, nell'antichità, è indicata con Porletia, spesso Proletia[5] e Prolectia, in diversi scritti anche col nome di Porlexe e Portolexe; si trova anche Portus Laetitiae, toponimo che indicava l'antico porto, talora volgarizzato in Porroletizia.
Nel 1470 Porlezza e la sua pieve furono infeudate ad Ambrogino Longagnana per concessione di Galeazzo Maria Sforza.[6] Dopo esser passato a Ugo Sanseverino nel 1486, il feudo finì dapprima nelle mani dei Lampugnani[7], poi in quelle di Paolo Camillo Trivulzio e infine, nel 1552, in quelle della famiglia D'Este, la quale esercitò i propri diritti feudali fino al 1752, anno in cui l'ultimo erede maschio morì e il feudo ritornò tra le disponibilità demaniali del Ducato di Milano.[6] Durante il periodo dei Trivulzio, nel XVI secolo si registra fu una breve parentesi in cui il territorio fu sotto il controllo di Gian Giacomo Medici.[7]
Nel 1751 il territorio comunale di Porlezza si estendeva ai cassinaggi di Molini, “Cassina Ravignasca”, “Prato Livrano”, Unsagnia, Lugino e Begna.[6]
Nel 1786 il comune del Ceresio fu incluso nella provincia di Como[8]. Leopoldo II, fratello del già citato imperatore Giuseppe, annullò l'atto di trasferimento nel 1791, ma i rivoluzionari giacobini lo riproposero nel 1798, per poi revocarlo nuovamente l'anno dopo.
Fu solo il 13 maggio 1801 che il governo napoleonico della Repubblica Cisalpina deliberò la definitiva annessione di Porlezza alla provincia comasca.[9] Dal punto di vista religioso, tuttavia, Porlezza rimase - e così è tuttora - sotto la Diocesi di Milano.
Nel 1928, allorché il regime fascista decise di sopprimere numerose entità comunali, furono annesse le due frazioni di Cima e Tavordo.[11][12] Quest'ultima costituiva un antico comune del Milanese e, dal 1801, del Comasco, (lo stesso accadde alla stessa Porlezza);[13] nel 1807 il comune di Tavordo fu una prima volta unito a Porlezza a seguito di un regio decreto napoleonico e, in seguito, venne ripristinato dal ritorno degli Austriaci.[9][14] Cima venne invece slegata dall'appena soppresso comune di Cressogno,[senza fonte] il quale confluì nel neonato comune della Valsolda, istituito con la volontà di restaurare l'antica unità della valle omonima.
«Troncato: nel primo d'oro, al leone nascente di verde; nel secondo, fasciato di verde e d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma è antico ed è riportato a pagina 330 dello Stemmario di Marco Cremosano del XVII secolo. È stato riconosciuto con decreto del capo del governo del 12 marzo 1933.[16] Gli smalti verde e oro sono ripresi dal blasone della famiglia Trivulzio, feudatari del paese (palato d'oro e di verde).
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 10 luglio 2000[16], è un drappo troncato di verde e di giallo.
Chiesa di San MaurizioChiesa di San Maurizio martire[20], esempio di architettura romanica comacina dei secoli XI e XII[21],[22] la cui dedicazione risale al tempo in cui la pieve di Porlezza costituiva un feudo del monastero maggiore di Milano[7]. La chiesa si compone di un oratorio romanico (X-XI secolo[23]) e di un campanile di 18 m a pianta quadrata (XII secolo[23]). Del complesso faceva inoltre parte un battistero a pianta quadrata, edificio del quale restano solo alcuni resti a nord-est del campanile.[23] L'altezza e il distanziamento del campanile dal resto della chiesa lascia intendere che la torre fosse in origine usata come postazione di controllo del territorio[24]. La prima menzione storica dell'oratorio è in un documento datato 1066.[23] Citato sia nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani sia negli atti delle visite pastorali di Carlo Borromeo e del cugino Federico, fino al 1966[7], l'oratorio fu sepolto da una frana distaccatasi dal monte Galbiga[25]. La frana (che alcuni datano al secolo XIV[7], altri a non prima del 1640[23]) si abbatté sulla chiesetta ma risparmiò il campanile. Sotto il pavimento, il cui livello è stato più volte alzato nel corso dei secoli, sono state ritrovate alcune tombe di fanciulli.[26] Una volta riportato alla luce e restaurato, nel 1982 l'oratorio venne consacrato da Carlo Maria Martini alle vittime della montagna[7]. Il campanile è dotato di un sacello (sec. XIV) ed è caratterizzato da aperture sui quattro lati ad ordini sovrapposti di feritoie, monofore e due bifore[22][23]. Dell'antico battistero sopravvivono solo un pavimento in pozzolana e una vasca battesimale in serizzo[23]
Chiesa della B.V. dei MiracoliChiesa della Beata Vergine dei Miracoli, costruita nel 1686[27].
Chiesa della Beata Vergine Assunta, risalente al 1581[28].
Chiesa della B.V. di CaravaggioChiesa della Beata Vergine di Caravaggio, edificata nel 1736[29].
Oratorio di San CarloOratorio di San Carlo, già esistente nel 1556[30].
Oratorio di San GiuseppeOratorio di San Giuseppe, noto anche come come Oratorio dei SS. Anna e Gioacchino, risalente al 1643[31].
Oratorio di San Rocco di Begna, costruito attorno alla metà del XIX secolo a ridosso della montagna[36]. Ogni anno il 16 agosto si suona la campana della chiesetta.
Veduta con il campanile di San Vittore e, sullo sfondo, l'oratorio di San RoccoScorcio su Piazzetta Cinque Vie
Architetture civili
Il "Conventino", antico ospizio per pellegrini[37].
Secondo i dati ISTAT, al 31 dicembre 2009 la popolazione straniera residente era di 426 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:
Turchia: 125 persone (2,73% della popolazione al 2009)
Romania: 75 persone (1,64% della popolazione al 2009)
Tradizioni e folclore
Festa del patrono
Nonostante il patrono sia San Vittore, la festa del paese ricorre in occasione di San Rocco, il 16 agosto; in tale ricorrenza hanno luogo diversi eventi.[40][41]
Cultura
Porlezza vista dalle vecchie gallerie
Porlezza è inoltre citata nel romanzo Piccolo mondo antico di Antonio Fogazzaro; in particolare a Porlezza risiedeva l'Imperial Regio Commissario dell'omonimo distretto.
Geografia antropica
Oltre al centro principale, compongono il Comune di Porlezza le frazioni di Tavordo, Begna, Agria e Cima; quest'ultimo, pittoresco borgo si trova lungo la sponda settentrionale del Ceresio, lungo la statale che conduce al limitrofo comune di Valsolda.
Di notevole interesse storico, la frazione di Cima ha mantenuto una tipica struttura medievale, con resti di antiche mura e fortificazioni.
Infrastrutture e trasporti
Porlezza è attraversata dalla statale "Regina", importante arteria stradale che collega Como alla frontiera con la Svizzera situata tra Valsolda e Gandria, località facente parte del comune di Lugano.
Alla città elvetica Porlezza è collegata anche tramite un servizio di battelli sul Ceresio[42].
Non collegata alla rete ferroviaria, Porlezza dista circa venticinque minuti dalla stazione di Lugano e poco più di cinquanta minuti da quella di Como San Giovanni, entrambe collocate lungo la linea che da Milano porta a Zurigo.
Dal 1884 al 1939[N 4] è stata attiva una linea ferroviaria che univa Porlezza al comune lariano di Menaggio e costituiva un interscambio tra i servizi di navigazione del Lario e del Ceresio; nel territorio comunale sorgevano la stazione di Porlezza, che fungeva da capolinea, e la fermata di Tavordo.
Amministrazione
L'attuale sindaco di Porlezza è Sergio Erculiani, rieletto per il suo quarto mandato (non consecutivo) durante le Comunali dell'12 giugno 2022.[43]
Porlezza è sede della società canottieri "Aldo Meda Cima", società che vanta diversi titoli a livello nazionale[49] sotto l'egida della Federazione Italiana Canottaggio Sedile Fisso[50].
^Il particolare legame che lega il comune di Porlezza a Milano è peraltro sottolineato dalla presenza, nel centro della città meneghina (tra il Castello Sforzesco e Piazza del Duomo), di una piccola via intitolata al comune del Ceresio.
^Divenne l'VIII nel 1853, in seguito alla riforma dei distretti.
^L'ipotetico comune, stando ai risultati della votazione, avrebbe assunto il nome di Riviera del Ceresio.
^Sebbene la definitiva soppressione è stata nel 1966, in tale anno si è di fatto concluso l'esercizio della ferrovia.
^L'elenco completo, a partire dai podestà della pieve del XIV secolo, è disponibile sul sito del comune [1]Archiviato il 28 maggio 2014 in Internet Archive.
^Elezioni comunali del 2014, su elezioni2014.laprovinciadicomo.it. URL consultato il 27 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 28 maggio 2014).
^Il commissario prefettizio, su comune.porlezza.co.it. URL consultato il 22 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 25 settembre 2016).
Carlo Perogalli, Enzo Pifferi e Laura Tettamanzi, Romanico in Lombardia, Como, Editrice E.P.I., 1981.
Luigi Mario Belloni, Renato Besana e Oleg Zastrow, Castelli basiliche e ville - Tesori architettonici lariani nel tempo, a cura di Alberto Longatti, Como - Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1991.
AA.VV., Una chiesa tra lago e montagne - A Giovanni Paolo II, Como-Lecco, La Provincia S.p.A. Editoriale, 1996.
Marco Cianci, La Pastorale Diocesana rivisitata nella Pieve di Porlezza attraverso i tre santi cardinali: Borromeo, Ferrari e Schuster, Tesi di Baccellierato, 2005.