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16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS"

16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer-SS"
Insegna divisionale
Descrizione generale
Attiva3 ottobre 1943 -
8 maggio 1945
NazioneBandiera della Germania Germania
Servizio Waffen-SS
TipoFanteria meccanizzata
DimensioneDivisione
Battaglie/guerreSeconda guerra mondiale:
Reparti dipendenti
SS-Panzergrenadier-Regiment 35
SS-Panzergrenadier-Regiment 36
SS-Panzer-Abteilung 16
SS-Panzer-Aufklärungs-Abteilung 16
SS-Artillerie-Regiment 16
SS-Sturmgeschütz-Abteilung 16
SS-Flak-Abteilung 16
SS-Pionier-Bataillon 16
SS-Nachrichten-Abteilung 16
SS-Feldersatz-Bataillon 16
Kommandeur SS-Divisions-Nachschubtruppen 16
SS-Sanitäts-Abteilung 16
SS-Wirtschafts-Bataillon 16
Comandanti
Degni di notaSS-Gruppenführer Max Simon
SS-Brigadeführer Otto Baum
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La 16. SS-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS" (16ª divisione di fanteria meccanizzata delle Waffen SS "Reichsführer") fu costituita nel novembre 1943, in seguito all'ampliamento della Sturmbrigade Reichsführer-SS (Brigata d'assalto Reichsführer-SS), con l'arruolamento di volksdeutsche.

Il grosso della divisione, ripartita in diversi gruppi di combattimento, stazionò in Italia dal maggio 1944 al febbraio 1945 e durante la sua permanenza in Italia la divisione contrastò l'Operazione Shingle, ritirandosi successivamente attraverso Siena e Pisa fino in Versilia.

Colonna di cannoni d'assalto Sturmgeschütz III della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division "Reichsführer SS".

Nel febbraio 1945 la divisione venne trasferita in Ungheria per cercare di liberare le unità tedesche rimaste intrappolate a Budapest (Operazione Frühlingserwachen). In seguito al fallimento dell'offensiva, la divisione si ritirò in Austria, dove si arrese alle truppe inglesi nei pressi di Klagenfurt nel maggio del 1945.

In Italia essa è tristemente famosa per essere responsabile delle maggiori stragi di civili compiute dalle truppe tedesche, tra cui quelle di Sant'Anna di Stazzema e Marzabotto.

Teatri operativi

Crimini di guerra

Nell'agosto 1944 la divisione si rese responsabile di numerose atrocità ai danni della popolazione civile: l'11 agosto a Nozzano (59 morti); il 12 agosto quattro compagnie del II battaglione del 35º reggimento a Sant'Anna di Stazzema[1] (560 morti); 17-19 agosto a San Terenzo Monti[2] (159 morti), ancora effettivi del 35º reggimento a Vinca[3] (162 morti) il 24 agosto; nel mese di settembre effettivi di questa divisione effettuarono il rastrellamento della Certosa di Farneta trucidando nei giorni seguenti i prigionieri (strage di Farneta e strage delle Fosse del Frigido[4]; fu poi la volta di Bergiola Foscalina[5] ed infine a Marzabotto (Bologna), dove tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 furono trucidate 770 persone. Per l'eccidio di Marzabotto l'unità responsabile fu il 16. Reparto corazzato di ricognizione (SS Panzer Aufklärungs Abteilung 16) comandato dal maggiore (Sturmbannführer) Walter Reder.

Comandanti

Grado Nome Inizio Fine
SS-Gruppenführer Max Simon 3 ottobre 1943 24 ottobre 1944
SS-Brigadeführer Otto Baum 24 ottobre 1944 8 maggio 1945

Note

  1. ^ SANT’ANNA DI STAZZEMA 12.08.1944 (Lucca - Toscana) (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  2. ^ SAN TERENZO MONTI FIVIZZANO 17-19.08.1944 (Massa-Carrara - Toscana) (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  3. ^ VINCA FIVIZZANO 24-27.08.1944 (Massa-Carrara - Toscana) (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  4. ^ SAN LEONARDO AL FRIGIDO MASSA 16.09.1944 (Massa-Carrara - Toscana) (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 12 maggio 2021.
  5. ^ BERGIOLA FOSCALINA CARRARA 16.09.1944 (Massa-Carrara - Toscana) (PDF), su straginazifasciste.it. URL consultato il 12 maggio 2021.

Bibliografia

  • Carlo Gentile, I crimini di guerra tedeschi in Italia 1943–1945, Torino, Einaudi, 2015, ISBN 978-88-06-21721-1.

Voci correlate

Altri progetti

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