L'8 maggio 1945, al termine della guerra, si arrese in Bassa Austria alle truppe Alleate mentre era sempre inquadrato nella 6ª armata corazzata SS, alle dipendenze dell'Heeresgruppe Ostmark, le sue truppe tuttavia vennero consegnate successivamente ai sovietici.
Il I corpo corazzato riuscì inoltre a bloccare, insieme al II corpo corazzato SS, comandato dall'Obergruppenführer Wilhelm Bittrich, anche i successivi tentativi di sfondamento della 2ª armata britannica[6] fino a quando la pressione delle forze Alleate divenne insostenibile, costringendo la 7ª armata e la 5ª armata corazzata a ripiegare per non rimanere intrappolate nella sacca di Falaise, e la resistenza dei superstiti della 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" permise l'attraversamento della Senna a circa 300.000 soldati in ritirata[7].
Ai primi di dicembre del 1944 il I corpo corazzato fu inquadrato nella 6ª armata corazzata SS per partecipare all'offensiva delle Ardenne, con il compito di sfondare, insieme al II corpo corazzato SS, le linee Alleate nel settore compreso tra Monschau e Saint-Vith e di spingersi fino ad Anversa; l'offensiva prese il via il 16 dicembre e le tre divisioni di fanteria a disposizione del I corpo, la 3ª divisione aerea, comandata dal generale Walter Wadehn, la 12ª divisione di fanteria, comandata dal generale Gerhard Engel, e la 277ª divisione di fanteria, comandata dal generale Albert Praun, iniziarono ad avanzare alla luce dei riflettori della FlaK, puntati verso le nuvole per illuminare la foresta[8], seguite dalle divisioni corazzate, 12. SS-Panzer-Division "Hitlerjugend" e 1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler",
La segretezza con cui l'offensiva era stata preparata, e la conseguente sorpresa da parte delle forze della 1ª armata americana, comandata dal generale Omar Bradley, in un primo momento fecero ritenere all'Alto comando tedesco che l'operazione potesse avere successo e la 1. SS-Panzer-Division "Leibstandarte SS Adolf Hitler", la cui avanguardia era costituita dal Kampfgruppe Peiper, comandato dall'obersturmbannführerJoachim Peiper, riuscì a spingersi fino a Stoumont, distante pochi chilometri dal quartier generale della 1ª armata americana sito a Spa e da due grandi depositi di carburante, rendendosi tuttavia protagonista lungo il percorso dell'uccisione di prigionieri americani a Malmedy[9], ma il 24 dicembre, rimasta senza carburante e circondata dalla 30ª divisione di fanteria americana, comandata dal generale Leland Hobbs, dovette ritirarsi abbandonando tutto il materiale pesante e ponendo termine all'offensiva[10].
Nel marzo del 1945 Hitler dette ordine alla 6ª armata corazzata SS di tentare un'offensiva in Ungheria, la cosiddetta operazione Frühlingserwachen, allo scopo di alleggerire la pressione dell'Armata Rossa che aveva già stabilito alcune teste di ponte lungo il fiumeGran, di riconquistare la capitale Budapest, occupata dai sovietici il 13 febbraio, e di mantenere il controllo sugli impianti petroliferi di Nagykanizsa, ultima risorsa della Germania per evitare di rimanere totalmente senza rifornimenti di carburante non sintetico; il I corpo corazzato riuscì a respingere l'avanzata sovietica ad Esztergom e le forze tedesche si raggrupparono a sud ed a nord del lago Balaton per attendere l'arrivo della 6ª armata e dare inizio all'offensiva[11].
L'attacco prese il via il 6 marzo ed i tedeschi avanzarono nel settore tenuto dal 3° Fronte Ucraino, comandato dal generale Fëdor Ivanovič Tolbuchin, ma l'avanzata della 6ª armata SS venne dapprima rallentata dal fango, dovuto al disgelo primaverile, e successivamente bloccata dalla resistenza della 27ª armata sovietica che consentì all'Armata Rossa di contrattaccare infliggendo ai tedeschi gravi perdite in termini di uomini e di mezzi. Le linee tedesche furono sfondate il 17 marzo, costringendo sia la 6ª armata SS che la 6ª armata, comandata dal generale Hermann Balck, a ripiegare verso l'Austria, contravvenendo agli ordini del Führer, il quale aveva preteso la difesa ad oltranza[12], ed anche l'ordine impartito alla 6ª armata SS di difendere Vienna si rivelò impossibile da attuare per la totale mancanza di mezzi disponibili[13].
^L'obiettivo dalla 2ª armata britannica, prefissato per le ore 24.00 del D-Day, era costituito dall'occupazione di Bayeux e di Caen ma nessuno di questi obiettivi fu raggiunto e, nonostante gli Alleati fossero riusciti a sbarcare circa 225.000 soldati, la profondità della linea di penetrazione fu di soli 1.500 metri. Vedi Biagi 1992, p. 1940.
^Il feldmaresciallo von Rundstedt ordinò immediatamente dopo lo sbarco che le unità corazzate di riserva si dirigessero verso le zone dello sbarco per unirsi alla 21ª divisione corazzata ma i suoi ordini vennero annullati dal generale Jodl che riteneva lo sbarco in Normandia un diversivo e solo dopo le insistenti richieste di Rommel Hitler acconsentì a fare muovere tali unità verso la costa. Vedi AA.VV. Fortezza Europa 1993, p. 48.
^La Panzer-Lehr-Division dovette percorrere circa 150 chilometri, venendo sottoposta continuamente agli attacchi aerei Alleati e, durante il suo spostamento, perse 130 automezzi, 5 carri armati, 84 cannoni semoventi ed un numero imprecisato di veicoli blindati. Vedi Hastings 1985, p. 163.
^Gli insuccessi della 2ª armata britannica indussero Montgomery a rimuovere dal comando il generale George Erskine ed il generale Gerard Bucknall. Vedi Hastings 1985, p. 343.
^L'obersturmbannführer Joachim Peiper riuscì a fuggire a piedi insieme ad 800 uomini, abbandonando 39 panzer. Vedi Vedi AA.VV. Discesa nell'incubo 1993, p. 42.
^Hitler, a seguito della ritirata della Leibstandarte, ordinò ai membri delle divisioni di togliere dalla divisa i "bracciali onorari". Vedi AA.VV. Discesa nell'incubo 1993, p. 105.