Panzer è il termine in lingua tedesca che identifica corazza (Panzerglas per vetri, Panzerschrank per casseforti, ecc.)[1]. In particolare, però, si riferisce al carro armato[2].
Lessico storico
La parola Panzer deriva da Plattenpanzer ("piastra di protezione"), un tipo di armatura riportato in Germania dai soldati di ventura tedeschi che nel XVIII secolo combatterono in Italia. A partire dalla seconda guerra mondiale la parola "Panzer" (abbreviazione di Panzerkampfwagen, cioè "mezzo corazzato da battaglia") viene comunemente utilizzata per identificare i carri armati di produzione tedesca.
Nel tedesco attuale la denominazione completa come Panzerkampfwagen è stata sostituita da Kampfpanzer. I carristi si chiamano la Panzertruppe.
Panzer tedeschi della seconda guerra mondiale
I principali modelli costruiti in Germania nel periodo dal 1933 (inizio del riarmo tedesco) al 1945 (fine della seconda guerra mondiale) sono identificati comunemente con il numero romano e sono indicati nella lista sotto. I modelli leggeri (Panzer I e il Panzer II) ideati negli anni trenta erano già considerati obsoleti allo scoppio della seconda guerra mondiale, sebbene fossero la grande maggioranza dei carri armati tedeschi nelle fasi iniziali del conflitto. Il Panzer III del 1935 e il Panzer IV del 1939 furono i migliori carri utilizzati fino alla comparsa del T-34 sovietico. In seguito alla necessità di contrastare questo carro fu progettato il Panzer V Panther del 1943, comunemente ritenuto uno dei migliori carri armati di tutto il conflitto [3][4]. Nelle fasi finali del conflitto furono prodotti il Panzer VI Tiger I del 1942 e il Panzer VI Tiger II del 1944, potente ma prodotto in numero troppo ristretto per influire sull'esito degli scontri. Ultimo Panzer progettato fu il Panzer VIII Maus del 1945, realizzato solo in 2 prototipi. Gli armamenti principali e secondari, le corazzature e il peso, si sono via via potenziati per far fronte alle esigenze belliche.