Si trova di fronte all'entrata occidentale della città di Salerno, all'inizio della Costiera amalfitana. Il centro dell'abitato vietrese si estende collinarmente a ridosso della costa, ed alle pendici di esso si estende la zona "Marina", borgo marinaro del paese che affaccia direttamente sul mare.
La stazione meteorologica più vicina è quella di Salerno. In base alla media trentennale di riferimento 1961-1990, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta a +10,4 °C; quella dei mesi più caldi, luglio e agosto, è di +26,4 °C; non si esclude una generale sovrastima dei valori dovuta all'effetto isola di calore urbana.[5]
Vietri sul Mare storicamente è identificata con l'antica Marcina, prima insediamento costiero etrusco-sannita, poi porto romano. Un'origine precisa di Marcina non è ancora del tutto definita anche se l'ipotesi più diffusa indica in Marina di Vietri (l'attuale borgo marinaro del paese), per la precisione nella valle del fiume Bonea alle falde del Monte San Liberatore, la sua presunta collocazione.
La pubblicazione a stampa della voce Marcina inizia nel XV secolo, quando in Europa incominciano a diffondersi le prime edizioni tipografiche della Geografia di Strabone; la vera e propria diffusione del termine presso gli storici e nella pubblicistica si ebbe con il geografo Filippo Cluverio, il quale nel 1642 scriveva: Marcinae oppidum illud est, quonunc dicitur vulgo Veteri. Inoltre alcuni documenti medievali del Codex Diplomaticus Cavensis della Badia di Cava, i quali accennano all'esistenza di rovine di una urbs vetus, che sarebbe alla base dell'odierno toponimo Vietri. In documenti del 969 e del 972 si dice intus ipsa civitate, qui fuit ipsa cibita de beteri (=veteri); in quello del 972 si precisa che de locum de beteri ista et illa parte flubio Bonea iuxta litore maris.
La zona vietrese, con l'ancoraggio di Fuenti, possedeva un porto riparato, un approdo unico nella zona, dal momento che il lido della vicina Salerno, prossimo alla foce dell'Irno, era esposto ai marosi e soggetto ad insabbiamento. Alla luce di questa considerazione nautica, le migliori condizioni di sicurezza suggerirebbero, dunque, la foce del Bonea e di conseguenza Vietri, come sito ideale per l'insediamento di un emporio commerciale etrusco; in più, alla luce della conformazione geografica del territorio, è quello vietrese l'unico centro sul mare, a sud di Punta della Campanella, a così breve distanza da Nuceria Alfaterna.
La sua storia fino al 1806 è stata associata a quella di Cava de' Tirreni, di cui era frazione. Marina di Vietri, infatti, era usata dai monaci della Badia come porto commerciale per gli scambi soprattutto con le zone a Sud di Salerno, quelle della piana del Sele. Dal 1806 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Salerno del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Salerno. Oggigiorno il comune subisce la forte influenza di Salerno, per cui vi sono progetti per inserire Vietri sul Mare nell'area metropolitana di questa città. Nel 1944, quando Salerno fu capitale d'Italia per alcuni mesi, il Re Vittorio Emanuele III alloggiò nella vicina Villa Guariglia, sita in frazione Raito.
Monumenti e luoghi d'interesse
La chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, eretta nel XVII secolo in stile tardo-rinascimentale napoletano, è caratterizzata dal duplice coronamento della cuspide del campanile in ceramiche dipinte; il portale è sormontato da un oculo chiuso nella seconda metà del XX secolo per inserire una figura del santo patrono dipinto su ceramica. Nell'interno, a navata unica, gli altari sono decorati da maioliche e ceramiche tranne quello maggiore, realizzato in marmi commessi, interessanti sono i dipinti che partono dal XVII secolo e terminano al XVIII.
L'Arciconfraternita dell'Annunziata e del Rosario, di origine secentesca, è decorata in facciata da ceramiche dipinte; l'interno è stato affrescato nel XVIII secolo.
Chiesa della Madonna degli Angeli.
Chiesa di Santa Margherita di Antiochia, nella frazione Albori.
Chiesa parrocchiale di Raito.
Chiesa della Madonna delle Grazie, nella frazione Benincasa.
La Fabbrica di ceramiche Solimene è un esempio di architettura organica del secondo dopoguerra realizzato da Paolo Soleri; l'interno racchiude una vasta collezione di ceramiche contemporanee.
Chiesa della Madonna dell'Arco, sulla via omonima che congiunge Marina di Vietri sul Mare alla Costiera Amalfitana, in corrispondenza di altra stradina/gradinata che porta su fino alla frazione di Raito. Queste stradine ripercorrono antichi sentieri che venivano usati dalla popolazione residente per rifugiarsi nelle zone alte di Vietri (le attuali frazioni Raito e Albori) per difendersi dagli attacchi dei Saraceni. Correlata alla difesa è la torre di Marina di Vietri, sopra riportata. Questa, insieme alle altre torri di simile fattura (Salerno-Torre Angellara, Torre della Crestarella, vicina all'attuale Hotel La Baia, Torretta di Cetara, Torre dei Normanni a Maiori) costituivano il sistema di avvistamento delle navi pirata. Le sentinelle sulle sommità delle torri si passavano i segnali con fuochi e fumi. Ogni torre poteva vedere l'altra.
Altri luoghi d'interesse sono pure i sentieri che collegano le frazioni alte di Raito, Albori con le fonti naturali (Fonte del Cesare) e le frazioni alte di Dragonea, con la vallata di Cava de' Tirreni e la Badia. In questo percorso si arriva a un bivio che porta ai percorsi della Avvocatella e della Avvocata, quest'ultimo è detto sentiero degli dei. Dal sentiero dell'Avvocata si arriva fino al monte Pertuso, sopra Positano.
Al 31 dicembre 2023 a Vietri sul Mare risultano residenti 154 cittadini stranieri, pari al 2,31% della popolazione. Le nazionalità più rappresentate sono:[7]
Vietri basa la sua economia sull'artigianato e il turismo.
A Marina di Vietri esistevano i mastri d'ascia, artigiani capaci di tagliare e sagomare il legno occorrente per realizzare le ordinate, le ossature delle cianciole, che venivano usate per la pesca. Altro tipo di imbarcazione era il gozzo. E gli artigiani sagomavano le prue e dosavano la lunghezza in base alla distanza media tra le creste delle onde e al tipo di mare. Il gozzo usato a Vietri era diverso da quello ligure. Altra forte influenza è stata quelle dei toscani, dei quali ci fu una forte migrazione verso Vietri quando fu installata la "Vetreria Ricciardi", poi "Saint Gobain", poi dismessa.
E altra influenza ancora fu data dai tedeschi che, dopo lo sbarco degli alleati, decisero di rimanere a Vietri che piaceva molto per il clima mite. Essi erano molto bravi nella chimica e, come tali, inventarono dei colori per le ceramiche vietresi, quali il giallo di Vietri. Tuttora vivono a Vietri figli, o discendenti, di queste persone. E, ancora, sono da considerare l'influenza sulla società dell'arte della ceramica e dei trasporti con i carretti. I ceramisti bravi erano quelli che lavoravano con le ceramiche di Solimene e di Pinto. Ora sono pochi quelli che sanno fare il "ciucciariello" di Vietri. Il "ciucciariello", l'asinello, era usato come mezzo di trasporto delle persone e delle cose tra Vietri e le frazioni alte.
A Vietri, in corrispondenza della ceramica Solimene, di fronte alla chiesa dei salesiani, c'era il cambio dei cavalli. Poco oltre la frazione di Molina, sulla strada per Cava de' Tirreni, c'era un'officina dove si facevano le ruote dei carretti, si forgiava il ferro per ricoprire le ruote, si facevano i freni, detti pezzotti di martellina. La bravura nel lavorare il ferro si manifestò, anche se in maniera meno evidente rispetto all'agro nocerino-sarnese, quando i belgi organizzarono i primi trasporti su rotaie (i tram che collegavano Salerno con Vietri) e poi con le filovie. La necessità di elettrificazione delle linee significava necessità di fare i tralicci di sostegno che venivano assemblati con profilati e chiodature ribadite a mano. Si parla di artigiani, maestri del ferro, tanto bravi che nei giorni di festa si riunivano e davano prova della loro capacità forgiando in pubblico bocce di ferro: poi le provavano sui campi di bocce, sempre in pubblico.
L'industria della ceramica fu iniziata nel tardo Rinascimento, grazie ai principi Sanseverino e da allora è sempre stata un simbolo di Vietri sul Mare. La cittadina fu molto danneggiata dallo sbarco alleato a Salerno nel settembre 1943 e dall'alluvione del 1954, ma si è ripresa economicamente e attualmente vanta uno dei redditi più alti della Campania. Allo scopo d'integrarla nell'economia dell'attigua città di Salerno, si sta progettando d'integrare la stazione ferroviaria di Vietri sul Mare con il servizio ferroviario metropolitano di Salerno. Dal 1968 al 1999 sul territorio della città sorgeva l'Hotel Fuenti, uno dei più famosi e discussi ecomostri abusivi edificati sul suolo italiano.
Infrastrutture e trasporti
Autostrade
Il paese è attraversato da una importante autostrada: la A3 Napoli-Salerno.
Strade
Vietri è interessata dal percorso della Strada statale 163 Amalfitana, principale asse viario di accesso alla Costiera amalfitana, ed è inoltre servita dalle strade provinciali:
Strada Provinciale 75 Innesto SS 163-Bivio Raito-Dragonea-Avvocatella-SP 289
Strada Provinciale 79 Innesto SP 75-Raito
Strada Provinciale 139/a Tratto interno di Vietri sul Mare (Piazza Anas)-SP 139 bis
Strada Provinciale 139/b Da Marina di Vietri-SS 18(Solimene)
La mobilità tra Vietri e Napoli e tra Vietri e i paesi della Costiera Amalfitana è affidata ad autoservizi svolti dalla società Sita Sud. I collegamenti automobilistici fra Vietri e le sue frazioni (Raito, Albori, Benincasa, Dragonea) e con i comuni circostanti sono affidati all'azienda di trasporto pubblico Busitalia Campania.
Fra il 1911 e il 1939 Vietri era servita dalla tranvia Salerno-Pompei, esercita dalla società Tranvie Elettriche della Provincia di Salerno (TEPS).
^Giovan Battista Pellegrini, Toponomastica italiana. 10.000 nomi di città, paesi, frazioni, regioni, contrade, monti spiegati nella loro origine e storia, Milano, Hoepli, 1990.