La radio italiana nasce ufficialmente il 6 ottobre1924, alle ore 21[1], con l'annuncio di Maria Luisa Boncompagni della prima trasmissione, in onde lunghe, dell'Unione Radiofonica Italiana (URI). Inizialmente, i programmi sono limitati a musica classica, bollettini meteorologici e notizie di borsa. L'URI, nata da un accordo tra le maggiori compagnie del settore, aveva il monopolio delle trasmissioni radiofoniche in Italia. Ben presto, la radio divenne uno strumento di propaganda del regime fascista. L'Agenzia Stefani, fedele a Mussolini, forniva le notizie che venivano trasmesse, garantendo un controllo stretto sull'informazione. Con la trasformazione dell'URI in Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche (EIAR) nel 1928, la radio si affermò come un potente mezzo di comunicazione di massa a disposizione del regime. Nonostante il controllo politico, la radio si diffuse rapidamente in tutto il Paese. Vennero aperte nuove stazioni a Milano, Napoli e Torino, e si iniziò a sperimentare nuove forme di trasmissione, come i collegamenti da treni e aerei. L'EIAR cercò di coniugare informazione, divertimento e propaganda politica, conquistando un pubblico sempre più vasto. Nel 1933, il regime promosse la diffusione della radio nelle zone rurali con la Radiorurale, un ricevitore a basso costo destinato a scuole e istituti governativi. Questo progetto permise a milioni di italiani di entrare in contatto con la lingua italiana standard e con i contenuti radiofonici.[2]
L'uccellino della radio
L'uccellino della radio era un dispositivo meccanico a soffietto, utilizzato fin dagli esordi per riempire i tempi vuoti durante le trasmissioni radiofoniche. Questo strumento prendeva il nome dal suono che emetteva, una sequenza di quattro note che ricordava il cinguettio di un uccellino. Il suo vero nome era "segnale di intervallo". Veniva utilizzato per dare il tempo necessario ai tecnici per eseguire le operazioni di inversione, cioè il collegamento a una nuova sorgente di trasmissione. Il meccanismo era contenuto in una cassetta posta sul tavolo degli annunciatori. Dopo aver annunciato la fine della trasmissione, l'annunciatore attivava l'apparecchio, e il suono veniva captato dal microfono e trasmesso. All'epoca, le operazioni di cambio sede erano manuali e complesse, e un errore poteva provocare fischi fastidiosi, con conseguenti multe per il tecnico. Dopo alcuni errori significativi, si propose di registrare il suono su disco. Con l'introduzione dei supporti magnetici, il compito di far "cinguettare" l'uccellino passò dai tecnici agli annunciatori, ma quel fascino non era più lo stesso. Il meccanismo originale è ancora conservato al Museo della RAI di Firenze.[3]
La guerra d'Etiopia del 1935 segna una svolta nell'utilizzo della radio in Italia: le cronache di guerra diventano un nuovo genere radiofonico, trasmettendo la propaganda del regime in tempo reale; allo stesso tempo, la radio copre eventi sportivi come i Mondiali di calcio, consolidando il suo ruolo di mezzo di comunicazione di massa: nasce la cosiddetta diretta. Con l'espansione coloniale, la radio italiana raggiunge l'Estremo Oriente e le Americhe, diffondendo la propaganda fascista a livello internazionale. Nonostante l'uso politico, la radio si afferma anche come mezzo di intrattenimento familiare. La programmazione viene studiata per coinvolgere un pubblico sempre più ampio, e il numero di abbonati cresce rapidamente. La diffusione di apparecchi radio economici, come il RadiomarelliBalilla, contribuisce a rendere la radio accessibile a tutti.
Con l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale, il 23 giugno 1940, la radio diventa uno strumento di propaganda ancora più potente, tutti i programmi sono dedicati a sostenere lo sforzo bellico e a diffondere i messaggi del regime. Tuttavia, la crescente difficoltà della guerra e la diffusione di notizie contrastanti minano la credibilità della propaganda fascista. L'ascolto clandestino delle emittenti alleate diventa sempre più diffuso, mettendo in discussione l'egemonia della radio italiana. La diffusione di voci alternative contribuisce a indebolire il consenso al regime e a favorire la caduta del fascismo.[4]
Tra il 1933 e il 1934 si delineano per la prima volta due reti radiofoniche nazionali. Il 17 dicembre 1933 le stazioni di Milano II e Torino II iniziano a trasmettere i programmi delle stazioni Meridionali (Roma, Napoli e Bari, fra loro collegate via cavo), mentre il 18 marzo 1934 la stazione di Roma II inizia a trasmettere i programmi delle stazioni settentrionali (Torino, Milano e Genova, anch'essi fra loro collegate via cavo)[5]: si iniziano a formare due canali radiofonici.
Le trasmissioni radiofoniche vengono unificate per tutte le stazioni, ma il 14 giugno 1942 riprende la programmazione separata in due canali nell'orario serale[5]: si chiamano Programma A e Programma B[6].
La RAI e l'avvento della TV
Nel 1945 il sistema radiofonico italiano viene riunificato sotto la Radio Audizioni Italia (RAI), una società a capitale privato controllata dalla Società Idroelettrica Piemonte (SIP), che organizza i trasmettitori superstiti in due reti[5]:
Rete Rossa, che comprende le stazioni dell'Italia centromeridionale, già gestite dal PWB e dal governo
Rete Azzurra, che comprende le stazioni dell'Italia settentrionale, prima gestite dal CLN
La Rete Azzurra, con sede a Roma e uffici a Firenze[7], comprendeva le stazioni di Roma I, Napoli I, Bari I, Firenze, Palermo, Catania, San Remo, nonché Torino II, Milano II e Genova II[8].
Dalla conclusione della Seconda Guerra Mondiale all'introduzione della televisione, la radio in Italia ha subito una profonda trasformazione. Nel 1949 la RAI riuscì a ricostruire completamente in appena quattro anni i trasmettitori danneggiati durante il conflitto. Nel 1951, la dirigenza decise di ristrutturare la programmazione, un processo preceduto nel 1950 dall'istituzione della rete culturale: il Terzo Programma, veniva trasmesso tramite la nuova rete a modulazione di frequenza. Nel dicembre 1951, furono istituiti i tre Programmi Nazionali. Nel 1954 iniziarono le trasmissioni televisive e Radio Audizioni Italia fu ribattezzata RAI - Radiotelevisione Italiana. Sebbene la radio venisse messa in ombra dal nuovo mezzo televisivo, non scomparve ma si trasformò e si adattò occupando nuove fasce orarie: mentre la TV divenne l'inevitabile appuntamento della prima serata, la radio ampliò la sua offerta per rimanere "accesa" 24 ore su 24, sviluppando una programmazione notturna. I nuovi programmi radiofonici miravano a catturare sempre più l'attenzione del pubblico giovanile e delle casalinghe, di conseguenza il palinsesto si adeguò alla concorrenza dei programmi televisivi, evidenziando le differenze tra i due mezzi. Quegli anni furono caratterizzati dal boom economico, dall'automobile che non era più un privilegio di pochi e dalla diffusione dell'autoradio. La radio divenne simbolo di libertà, la colonna sonora del desiderio di movimento. Per la radiofonia italiana fu come una seconda giovinezza.[9]
Radiouno
La riforma della RAI del 1975 introduce il pluralismo nell'emittenza radio-televisiva, segnando la fine del tradizionale centralismo dell'azienda e avviando un necessario processo di rinnovamento. La definizione dei palinsesti diventa sempre più cruciale per attrarre e fidelizzare il pubblico. Vengono così create le tre reti Radiouno, Radiodue, Radiotre e le tre testate radiofoniche GR1, GR2, GR3.[10]
Terzo millennio
Nell'agosto 2004 Radio 1 ha cessato di essere ricevibile in onde lunghe a seguito dello spegnimento del trasmettitore di Caltanissetta, l'unico ancora presente in Italia ad adottare tale tecnologia. Nello stesso anno è rimasta l'unica emittente del servizio pubblico, e tra le poche in Italia, a trasmettere nella banda delle onde medie, nelle quali venne identificata con il nome di Rai OM Unica, con un palinsesto leggermente diverso rispetto a quelli irradiati in FM e digitale. La sua programmazione veniva riprodotta anche via satellite tramite Tivùsat.
Col passare degli anni la copertura in onde medie dell'emittente è stata sempre più ridotta: i 60 impianti operativi nel 2011 si sono ridotti a 13 nel decennio successivo. Anche questi vennero definitivamente spenti (compreso il ripetitore del canale radio in lingua slovena Rai Radio Trst A) l'11 settembre 2022, data del definitivo abbandono delle onde medie da parte della Rai.[11] Il servizio radiofonico in lingua slovena (ex onda media 981 kHz) e l'Ora della Venezia Giulia (ex onda media 936 kHz) sono rimasti ricevibili solo sul satellite Hot Bird 13C 13.0°E frequenza 11766,00 MHz polarizzazione verticale, SR 29.900 FEC 3/4[12]
Il palinsesto è prevalentemente incentrato sull'informazione e l'approfondimento, con varie edizioni quotidiane del Giornale Radio, trasmissioni d'approfondimento giornalistico su politica, cronaca, economia, attualità, sport, e musica.
Con la dismissione delle onde medie, quando l'orario di programmazione era dalle 6:00 alla mezzanotte, l'emittente trasmette 24 ore su 24 indipendentemente dal mezzo di diffusione.
La sigla di inizio e fine delle trasmissioni che si può ascoltare ogni giorno poco prima della mezzanotte e poco prima delle 5:00 è l'inno nazionale, che nel corso degli anni ha subito vari riarrangiamenti; dal 2019 è eseguito dall'orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Fabio Luisi.
Voci dal mondo, programma settimanale di attualità e politica estera del Giornale Radio Rai a cura di Gaetano Barresi e condotto da Alba Arcuri
Zapping, ogni sera il programma che propone e discute le notizie del giorno attraverso i titoli del telegiornali. Conduce Giancarlo Loquenzi
Zona Cesarini, programma di attualità sportiva con Maurizio Ruggeri e Savino Zaba.
Precedentemente in onda
Accadde domani, viaggio nella storia, rubrica di documenti sonori dal Novecento fino ai giorni nostri
Il ComuniCattivo, primo programma quotidiano sui linguaggi della comunicazione andato in onda in modo continuativo per 12 anni, ideato e condotto da Igor Righetti
Andata e ritorno, racconto della provincia italiana e della cronaca locale con Francesco Graziani
A tutto campo, programma di attualità sportiva. È stato condotto da Riccardo Cucchi
Beat Connection, contenitore musicale pomeridiano con Francesco Adinolfi
Bianco e nero, programma sul fatto del giorno con due ospiti in contrapposizione. Con Giancarlo Loquenzi
Siamo serie, programma dedicato alle serie televisive con Paola Guarnieri e Francesca Malaguti
Stagione lirica di Radiouno in onda ogni domenica sera in prima serata dal 22 gennaio 1978, inaugurata con l'opera lirica "Francesca da Rimini" di Zandonato, fino al 26 dicembre 1993 con "Cavalleria rusticana" di Mascagni
Il GR1 è il notiziario di Rai Radio 1, curato dalla testata Giornale Radio Rai. Alcune edizioni vanno in onda in contemporanea su Rai Isoradio, Rai Gr Parlamento e Rai Radio 1 Sport. Va in onda circa ogni ora, per adempiere alla linea editoriale di Radio 1, impostata come una all-news radiofonica.
Notiziario a cura della TGR, diffuso a livello locale dalle sedi regionali della Rai (solo FM, per DAB viene trasmesso a livello nazionale il notiziario della regione Lazio).
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Sab
Dom
Note
GR Regione
7:18 - 12:10
12:15
7:18 / 12:30 GR Friuli Venezia Giulia
18:30
·
nel Friuli Venezia Giulia è sempre andata in onda dal 27 ottobre 2014 in tutte le Regioni
Servizi
Gli orari di messa in onda di ogni servizio Rai sottocitati potrebbero subire variazioni; pertanto, questa tabella riguardante gli orari dei servizi Rai è suscettibile di variazioni e potrebbe non essere aggiornata.
alle 7:56, solo in Friuli Venezia Giulia viene trasmessa l'Onda Verde Regione FVG
Bolmare
5:55
in onda sporadicamente la domenica mattina
Ascolti
Di seguito sono indicati gli ascolti della radio a partire dal 1997:[senza fonte]
1997 8.596.000 (1)
1998 8.388.000 (1)
1999 7.997.000 (1)
2000 non rilevato
2001 7.679.000 (1)
2002 7.860.000 (1)
2003 7.114.000 (1)
2004 7.212.000 (1)
2005 6.399.000 (1)
2006 6.720.000 (1)
2007 6.744.000 (1)
2008 6.876.000 (1)
2009 6.250.000 (1)
2010 non rilevato
2011 non rilevato
2012 4.399.000 (6)
2013 4.204.000 (6)
2014 3.965.000 (6)
2015 4.203.000 (6)
2016 4.127.000 (6)
Sigle, stacchi e jingle
A partire da giovedì 10 luglio2014 le sigle del Gr1, Meteo, Onda verde, insieme a stacchi e jingle, sono stati creati in esclusiva dai Calibro 35. Il direttore Flavio Mucciante spiega così questa scelta: "Il tradizionale suono dell'arpa viene sostituito da una fusione di jazz, rock e funk, arricchita da un tocco vintage in stile Rai, reinterpretato in chiave moderna".[13].
Da lunedì 11 dicembre2023, Rai Radio1 introduce nuove musiche per il Giornale Radio, Onda Verde e Meteo. Cambia anche lo slogan, che ora è "Rai Radio1: la tua finestra sul mondo".[14].
Radio Verona ·Radio Veneto Uno · Radio Onda d'Urto · CafèTV24 · Radio Bellla & Monella · Radio Birikina · Radio Studio Più · Radio Viva FM · Radio Pico · Radio Bruno ·Radio Punto Zero Tre Venezie · Radio Number One · Radio Dolomiti