Cresciuto a Shaker Heights, nei pressi di Cleveland (in Ohio), figlio di Arthur (morto nel 1950), proprietario di un grande negozio di articoli sportivi (che a sua volta era figlio di genitori ebrei: madre ungherese e padre tedesco) e Theresa Garth, emigrante slovacca[1], Paul Newman si arruolò, appena dopo la High School, nella U.S. Navy Air Corps, l'aviazione della Marina, sperando di diventare pilota, ma il daltonismo da cui era affetto glielo impedì; durante la seconda guerra mondiale prestò servizio nel Pacifico meridionale come marconista e mitragliere nelle squadriglie di siluranti/bombardieri Avenger (1943-1946). Il 6 agosto 1945, proprio mentre era in volo ad alta quota a circa 300 km a sud-ovest di Hiroshima, vide, lontano sull'orizzonte, il bagliore del fungo atomico, esperienza di cui non amava affatto parlare, ma che probabilmente gli rimase impressa.
Nella ripresa economica del dopoguerra, si occupò della gestione della ditta paterna; nel 1949 sposò Jacqueline E. Witte, dalla quale ebbe tre figli: Scott Allan (1950-1978, morto a 28 anni per un'overdose di droghe), Susan Kendall (1953) e Stephanie (1954). Dopo aver frequentato per meno di un anno la scuola d'arte drammatica della Yale University, si iscrisse all'Actors Studio di New York ed esordì nel 1953 in teatro a Broadway in Picnic, opera successivamente resa famosa dall'omonimo film diretto nel 1956 da Joshua Logan.
Il 1954 segnò il suo esordio cinematografico ne Il calice d'argento, ma la sua interpretazione non raccolse grandi lodi. Il The New Yorker, ad esempio, scrisse di lui: "Recita la sua parte con il fervore emotivo di un autista di autobus che annuncia le fermate locali"[2]. Paul Newman comprò una pagina di un quotidiano nazionale per chiedere scusa per la sua interpretazione. Due anni più tardi fu meglio accolta la sua interpretazione del pugile Rocky Graziano in Lassù qualcuno mi ama (1956), che lo impose all'attenzione di critica e pubblico.
Dopo un periodo dedicato all'apprendimento delle tecniche di guida in cui venne istruito da Bob Bondurant, agli inizi degli anni settanta iniziò la carriera di gentleman-driver, ovvero di pilota non professionista, prendendo lunghi periodi di pausa dalle riprese cinematografiche per partecipare alle gare nei circuitistatunitensi, dove si recava in camper con famiglia e amici[4]. A proposito della sua passione per le corse, dichiarò:
«Sono stato un cattivo pugile, un deludente giocatore di football americano, di tennis, di badminton, un pessimo sciatore. Non ho mai avuto il dono della grazia nello sport. Poi un giorno mi son detto: "Sta' a vedere che invece sono un decente pilota..."»
(Paul Newman, dal libro Le Mans: 24 ore di corsa, 90 anni di storia)
Disputò le prime gare nel 1972, nel Campionato organizzato dallo Sport Car Club of America, al volante di una Lotus Elan e in seguito di una Triumph TR6 con cui vinse il titolo nella categoria D-Production nel 1976[4], quando gli venne assegnata anche la President's Cup[7]. Negli anni successivi si aggiudicò il titolo nella categoria C-Production nel 1979 e in GT1 nel 1985 e 1986[8]. Partecipò anche al campionato Trans-Am al volante di Datsun 280ZX e Nissan 300ZX, vincendo le gare di Brainerd nel 1982 e Lime Rock nel 1986[4][9].
I risultati di maggiore prestigio arrivarono però nelle gare di durata dove guidò anche Ferrari, Porsche e Ford nel Mondiale marche e nei campionati IMSA[9]. Nel 1979 partecipò alla 24 Ore di Le Mans, la più importante e famosa gara della categoria, con una Porsche 935 alternandosi al volante con Dick Barbour, proprietario di macchina e squadra, e Rolf Stommelen, pilota professionista specialista dell'endurance; Newman rimase al volante per poche ore, guidando sia di giorno sia di notte, contribuendo comunque al secondo posto finale e alla vittoria di classe, ottenuti soprattutto per merito del bravissimo Stommelen[4]. Rimarrà la sua unica partecipazione alla maratona francese[9]. Partecipò a numerose edizioni della 24 Ore di Daytona, dove esordì nel 1977 con una Ferrari 365 ottenendo il quinto posto, vincendo poi nella classe GTS-1, terzo assoluto, nel 1995 al volante di una Ford Mustang[9]. Prese il via della classica americana per l'ultima volta nel 2005, a ottanta anni, disputando la sua ultima gara[4].
Oltre che pilota, è stato titolare di alcune scuderie professionistiche; dal 1978 al 1983 gestì con Bill Freeman un team che partecipava al Campionato CanAm, facendo gareggiare tra gli altri il futuro campione del mondo di Formula 1Keke Rosberg, e nel 1983 fondò con Carl Haas la squadra Newman-Haas, che con piloti come Mario Andretti e Nigel Mansell vinse oltre cento corse e otto titoli nella Champ Car[4]. Nel 2009 fu inserito nella Sport Car Club of America Hall of Fame[10].
Nel 1988 fondò l'Associazione "Hole in The Wall Camps", con l'obiettivo di realizzare programmi di terapia ricreativa per bambini gravemente malati; il progetto prese vita in Connecticut, per poi espandersi in Africa ed Europa. In Italia ha visto la realizzazione di Dynamo Camp, una struttura ricreativa rivolta ai bambini e ai ragazzi dai 6 ai 17 anni affetti da gravi patologie. Venuto una prima volta in Italia nel 1963, a Venezia, Newman tornò nel 2007 per inaugurare la sezione italiana della fondazione "Dynamo Camp" a Limestre, in provincia di Pistoia.
Il 25 maggio 2007 l'attore dichiarò in un'intervista alla rete televisiva ABC la sua decisione di ritirarsi dalle scene, considerandosi troppo vecchio per continuare a recitare[12].
Attivismo politico
Newman sostenne negli anni sessanta il senatore democratico Eugene McCarthy (da non confondere con Joseph McCarthy del maccartismo). Per il suo impegno, caratterizzato anche da un'attiva partecipazione a messaggi televisivi di propaganda, l'attore fu in seguito incluso da Richard Nixon nella sua "lista di nemici".
Il 31 luglio 2008 fu ufficializzata la notizia che Newman era affetto da un cancro ai polmoni, diagnosticatogli allo Sloan-Kettering Cancer Center di New York. Secondo il The Sun l'attore sarebbe vissuto solo poche settimane, dopo l'ultimo ciclo di chemioterapia presso il Weill Cornell Medical Center di New York. Dopo aver scelto di interrompere le cure, Newman lasciò l'ospedale per passare gli ultimi giorni con la famiglia nella sua casa di Westport, in Connecticut, dove morì il 26 settembre 2008, all'età di 83 anni. Dopo un funerale privato, fu cremato e le ceneri custodite dalla famiglia[14][15].
Nelle versioni in italiano delle opere in cui ha recitato, Paul Newman è stato doppiato da:
Giuseppe Rinaldi in Lassù qualcuno mi ama, Supplizio, Quando l'amore è romanzo, Quattro donne aspettano, La lunga estate calda, Furia selvaggia - Billy Kid, La gatta sul tetto che scotta, Missili in giardino, I segreti di Filadelfia, Dalla terrazza, Exodus, Lo spaccone, Paris Blues, La dolce ala della giovinezza, Hud il selvaggio, Il mio amore con Samantha, Intrigo a Stoccolma, La signora e i suoi mariti, L'oltraggio, Lady L, Detective's Story, Il sipario strappato, Hombre, Guerra, amore e fuga, Indianapolis pista infernale, Un uomo oggi, Per una manciata di soldi, L'agente speciale Mackintosh, La stangata, L'inferno di cristallo, Detective Harper: acqua alla gola, Colpo secco, Bronx 41º distretto di polizia, Diritto di cronaca, Harry & Son, Il colore dei soldi, L'ombra di mille soli, Scandalo Blaze, Mister Hula Hoop, La vita a modo mio
Cesare Barbetti in Le parole che non ti ho detto, Per amore... dei soldi, Empire Falls - Le cascate del cuore
^(EN) Sport Car Club of America Awards, su scca.com. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2015).
^(EN) Tony Hamer e Michele Hamer, Paul Newman the Race Car Driver and Enthusiast, in Classiccars.about.com, 18 giugno 2008. URL consultato il 30 luglio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2014).
^abcd(EN) Paul Newman, su racingsportscars.com. URL consultato il 10 agosto 2014.