Dotata di una forte personalità e di uno sguardo penetrante oltre che di grandi capacità recitative, Barbara Stanwyck fu una delle più celebri dive di Hollywood nonché una delle migliori attrici della storia del cinema, capace di saper passare egregiamente dalle commedie brillanti ai ruoli drammatici senza dimenticare che fu una delle protagoniste indiscusse del genere noir statunitense.[3] Secondo la critica Nell Minow, la Stanwyck è "l'attrice più eternamente moderna dell'Età d'Oro di Hollywood".[4]
Ultima di 5 fratelli, rimase orfana in tenera età[6] e per diversi anni fu affidata a famiglie nelle quali non trovò la stabilità. Grazie alla sorella Mildred, iniziò a lavorare come ballerina di fila a Broadway fino ad arrivare ad esibirsi negli spettacoli di Florenz Ziegfeld. Grazie a un piccolo ruolo in una commedia in cui impersonava proprio una ballerina di fila, fu notata da alcuni talent scout che la portarono a Hollywood. Dopo alcune piccole parti, ottenne il ruolo di protagonista nel film Femmine di lusso (1930), al quale seguirono La donna del miracolo (1931) e Proibito (1932), tutti diretti da Frank Capra, e Amore sublime (1937) di King Vidor.
Dall'inizio degli anni cinquanta iniziò a dedicarsi anche alla televisione. Tra il 1927 e il 1964 partecipò a più di ottanta film[6], ottenendo 4 candidature al premio Oscar alla miglior attrice, senza mai vincerlo. Maggiori soddisfazioni giunsero dalla televisione: dopo uno show a lei dedicato, lavorò nel telefilm La grande vallata (1965-1969), in cui ricoprì il ruolo di una madre di famiglia nel Far West del XIX secolo. Il personaggio le diede una grande notorietà e riconfermò le sue doti d'attrice, consentendole infatti di vincere un Emmy Award e di essere candidata tre volte al Golden Globe.
Negli ultimi anni la Stanwyck fu attiva in opere di beneficenza al di fuori delle luci della ribalta. Nel 1981 fu svegliata nel mezzo della notte nella sua casa nell'esclusiva sezione di Beverly Hills di Trousdale da un intruso, che la colpì sulla testa con una torcia elettrica, poi la costrinse a nascondersi mentre la rapinava dei gioielli[7]. L'anno seguente, nel 1982, durante le riprese di Uccelli di rovo, l'inalazione del fumo degli effetti speciali sul set potrebbe averle causato un broncospasmo a peggioramento della sua bronchite, già aggravata dall'abitudine alle sigarette; era infatti una fumatrice accanita dall'età di nove anni[8].
Barbara Stanwyck morì il 20 gennaio 1990, all'età di 82 anni, di insufficienza cardiaca congestizia e malattia polmonare ostruttiva cronica al Saint John's Health Center di Santa Monica, in California.[2] Nelle ultime volontà indicò di non volere il servizio funebre. Secondo i suoi desideri, i suoi resti furono cremati e le ceneri sparse da un elicottero su Lone Pine, in California, dove aveva realizzato alcuni dei suoi film western[9][10].
Vita privata
Sostenitrice del maccartismo[11], Barbara Stanwyck si sposò due volte. Il primo matrimonio (1928) con Frank Fay durò sette anni, durante i quali la coppia adottò un bambino di 10 mesi al quale fu dato il nome di Dion. Fay era un attore teatrale di successo che però non riusciva a sfondare nel cinema, dove invece la Stanwyck trionfava, e per questo motivo la aggrediva spesso, specie quando era ubriaco. Dopo il divorzio l'attrice ottenne la custodia del figlio, che venne educato in maniera molto severa, e con il quale, una volta che quest'ultimo raggiunse l'età adulta, non ebbe quasi più contatti.
Nel 1939 si risposò con Robert Taylor; il matrimonio, appoggiato dal boss della MGMLouis B. Mayer, durò dodici anni e terminò con il divorzio nel 1950. La Stanwyck dichiarò sempre che Taylor fu il vero grande amore della sua vita, e la morte dell'attore avvenuta nel 1969 la spinse a prendere una lunga pausa lavorativa.
Oltre ai due matrimoni, l'attrice ebbe altre due relazioni significative, la prima negli anni '20 con l'attore Rex Cherryman, morto prematuramente, e la seconda negli anni '50, con Robert Wagner. Nell'ambiente cinematografico era tra le persone più amate e stimate, e non meraviglia che rimanesse in amicizia con molti di loro per lunghi anni, ad esempio con William Holden, che ha sempre ricordato che doveva a lei la sua carriera, visto che lo aveva imposto come protagonista del film Passione - Il ragazzo d'oro nonostante la forte opposizione dei produttori, che stavano invece per licenziarlo.
Per il suo contributo all'industria cinematografica ha una stella sull'Hollywood Walk of Fame.
Doppiatrici italiane
Lydia Simoneschi in Amore sublime, Il terzo delitto, La via dei giganti, Lady Eva, Tu m'appartieni, Colpo di fulmine, Il carnevale della vita, La fiamma del peccato, Il sergente e la signora, Lo strano amore di Marta Ivers, La seconda signora Carroll, Rivista di stelle, La roulette, I marciapiedi di New York, Il romanzo di Thelma Jordon, Non voglio perderti, Le furie, Indianapolis, La casa del corvo, La confessione della signora Doyle, La marea della morte, Desiderio di donna, Ballata selvaggia, La sete del potere, La regina del Far West, Uomini violenti, L'avventuriero di Burma, Quella che avrei dovuto sposare, Il mio amante è un bandito, Quegli anni selvaggi, Quaranta pistole, Delitto senza scampo, Schiava degli apaches, Anime sporche, Il cantante del luna park, Passi nella notte
Marcella Rovena in Dieci soldi a danza, La donna del miracolo, Proibito, Perfidia e altri film degli anni trenta poi ridoppiati
Tina Lattanzi in La figlia perduta, Arriva John Doe, Orchidea bianca, Titanic
Ada Maria Serra Zanetti nei ridoppiaggi di Passione, La dominatrice, Lo strano amore di Marta Ivers
Anna Miserocchi in Charlie's Angels, Dynasty, I Colby (1ª voce)
^Wilson, Scott. Resting Places: The Burial Sites of More Than 14,000 Famous Persons, 3d ed.: 2 (Kindle Location 44716). McFarland & Company, Inc., Publishers. Kindle Edition