Il centro abitato di Mormanno, ricompreso nel parco nazionale del Pollino, è posto a 840 metri s.l.m. fra le opposte dorsali dei monti Costa e Vernita. L'estensione del territorio comunale è di 78,88 km² con una densità abitativa pari a 33,47 ab/km².
Mormanno risulta essere una località di montagna da cui sono facilmente raggiungibili le principali cime del Massiccio del Pollino e dei Monti dell'Orsomarso.
Il centro storico di Mormanno comprende storicamente 4 quartieri. Ad ovest il quartiere Costa, ad est il quartiere Capo lo Serro, a sud il quartiere Casalicchio e a nord il quartiere Torretta.
Storia
Origini ed etimologia
Le origini di Mormanno appaiono ignote ancora oggi, sebbene gli storici locali ipotizzino la sua esistenza a partire dall'epoca longobarda, dove possibili tracce di primi insediamenti sul colle della Costa siano ritenute probabili dalla posizione dominante a nord della sottostante valle del fiume Lao. L'ubicazione strategica sulle vie di comunicazione e la radice etimologica del toponimo ci testimoniano la sua preesistenza dall'espressione " in montibus Miromanorum" utilizzata in un'agiografia di san Leoluca di Corleone, il quale si recò a Mormanno per meditare[5]. Il nome Mormanno infatti secondo alcuni storici deriverebbe dal germanico Marimannus o Merimannus, oppure si riferirebbe agli arimanni, ovvero ai mercenari di origine germanica a cui fu concesso un territorio dove stanziarsi compreso tra il gastaldato di Laino e la fortezza di Papasidero. Il nome mons arimannorum si riferirebbe emblematicamente al borgo e se ne trova traccia in molti documenti successivi e con numerose varianti. Tra le varianti maggiormente utilizzate spicca Miromagnum, termine che ne qualifica la posizione dominante sull'ampia vallata del Mercure e più di altri ha contribuito a creare la forma corrente.
Sviluppi
Circa la fondazione, l'attività commerciale ed i rapporti economici e religiosi nel borgo di Mormanno, abbiamo testimonianza da diversi documenti storici, il primo dei quali in lingua greca risalente al 1092 riguardante un atto di donazione del possedimento. Durante il periodo feudale, prima di essere ceduto alla famiglia Sanseverino di Bisignano che lo tenne fino a tutto il 1612, fu degli Orsini. Dopo una serie di cessioni, il possedimento fu inglobato direttamente nei domini dell'amministrazione regia nell'ultimo decennio del XVIII secolo.
In questo periodo l'attività artistica del centro venne animata dal rifacimento della chiesa madre in stile tardo barocco, ma un clima di generale impoverimento materiale e culturale, che già imperversò a seguito delle ripetute forme di corvée imposte al popolo ed alla continua cessione feudale, ebbe modo di manifestarsi in maniera più decisa per l'acutizzarsi di questi fattori. Ciò influì negativamente anche sulla piccola nobiltà locale, che impoveritasi, ed avendo necessità di liquidità per far fronte alla precarietà dello stile di vita e all'abbandono delle istituzioni centrali, alienò beni e latifondi scomparendo gradatamente, talora disperdendosi in quel clima di generale indigenza[6].
Dopo l'esperienza risorgimentale ed a seguito delle infelici misure intraprese dal governo viste dal popolo come un espediente per non fronteggiare più urgenti necessità socio-economiche, nel 1866 Mormanno visse una serie di infelici scontri volti alla restaurazione del regime borbonico. Vista la situazione di precaria stagnazione seguì una decisa ondata migratoria interna e, con più difficoltà anche indirizzata oltre i confini nazionali.
Negli anni della seconda guerra mondiale, tra il 1942 e il 1943, 4 profughi ebrei furono confinati in soggiorno coatto a Mormanno. Furono liberati con l'arrivo dell'esercito alleato nel settembre 1943.[7]
Situata nella piazza principale del centro cittadino, Piazza Umberto I, è la più importante architettura religiosa cattolica edificata nel 1700 c.a. venne consacrata dal monsignor Paolino Pace, vescovo di Vico Equense, e cittadino di Mormanno il 5 settembre 1790.
Faro Votivo ai Caduti della Calabria 1915 - 1918, monumento regionale
Senza dubbio va ricordato il Faro Votivo, importante monumento regionale, elevato nel 1928 in onore dei soldati calabresi caduti della prima guerra mondiale, situato sul monte San Michele in località Torretta, costruito sull'atrio della seicentesca Chiesa di N. S. del Perpetuo Soccorso e che è ormai divenuto il simbolo di Mormanno.
Rarissimo faro di montagna tra ipresenti in Italia, voluto dal comitato Pro Faro nel 1926 e finanziato con fondi provenienti da gran parte dei comuni della Calabria e da comitati di cittadini emigrati all'estero. Dall'architettura che si rifà al sacrario militare del Monte Pasubio, anch'esso rappresenta un sacrario militare ove si custodiscono cimeli e memorie delle 11 Medaglie d'Oro al valor militare e dei corregionali che caddero nella Grande Guerra.
Costeggia il monumento un ampio Parco delle Rmembranze, attraversato da un sentiero che circuisce la montagnella boscosa e si congiunge a via S. Biase ed alla carrabile che porta al monumento.
Altri luoghi d'interesse
Particolarmente presenti sono le chiese e le piccole cappelle che si distribuiscono in tutto il centro abitato:
Il Santuario della Madonna della Catena, a 3 chilometri circa dal centro abitato in località c/da S. Brancato.
^Notizie storiche sul borgo di Mormanno, su ferdinandopaternostro.it. URL consultato il 22 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 17 novembre 2012).
L. Alberti, Riscopriamo Mormanno, Castrovillari 1977.
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Francesco REGINA D. Crea, Mormanno: La Cattedrale di S. Maria della Colla o del Colle - Fede ed Opere di Popolo e Clero in sette secoli (1183-1883), Ed. Il Coscile, Castrovillari, 2000.
D. Crea, Mormanno: Guida storica alla Rievocazione della Donazione del 1101, ai Giochi, al Torneo medioevale ed alle manifestazioni più antiche, Ed. Il Coscile, Castrovillari, 2002.
P. De Leo, Mormanno, in "Il Pollino, storia, arte, costume", Ed. Editalia, Roma 1984, pp. 148-150.
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Giuseppe Russo, Storia e fonti scritte: Mormanno, Morano e Saracena nei secoli XV-XVII. I documenti inediti degli archivi parrocchiali, Associazione Italiana Cultura Classica Delegazione di Castrovillari, 2013.