Il borgo, secondo l'etimologia popolare, prende il nome dall'altopiano che comprende interamente la valle della Sorna. Una porzione di territorio atipica, per clima e morfologia, rispetto ad un contesto trentino determinato da condizioni morfologiche e climatiche di carattere tipicamente alpino; incassato tra i rilievi del Monte Baldo e del Monte Altissimo di Nago (2078 metri), della Colma di Vignola (1606 metri) e di Pravecchio (1540 metri), Brentonico conta quattro contrade, tra loro segnate da precisi confini geografici: a nord abbiamo la contrada di Fontana, confinante con la contrada di Lera (ora sede del Comune). Rivolta a sud, in direzione di Verona, troviamo la contrada di Vigo, mentre a ovest, verso il lago di Garda, si ergono le massicce case in pietra della contrada di Fontechel[7]. A rendere l'altopiano di Brentonico famoso fu l'arte dello scalpellino. Le numerose cave che circondano l'abitato di Castione, ora chiuse e trasformate in una sorta di museo a cielo aperto, fornirono per secoli i marmi per altari e arredi delle chiese delle Tre Venezie e del Tirolo.
Origini del nome
Prende il nome dalla sua forma che richiama quella di un catino (brenta in dialetto trentino). Ha origini tardo-antiche, con una storia interessante (come illustrato nel libro "il Brentari"). Sembra sia stato fondato dai Brenti un popolo barbaro disceso dal nord fra il III e il IV secolo d.C. assieme ai Pannoni. In origine era un castelliere prima barbaro e poi romano, infatti al Doset, località vicino all'attuale cimitero, sono stati rinvenuti in alcuni scavi oggetti e monete romane del IV e V secolo d.C. Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum cita il castrum Bremtonicum tra quelli distrutti dai Franchi nella loro avanzata sul territorio trentino del 590.[8][9]
È comunemente definito altopiano, anche se più che un altopiano è una successione di larghi terrazzi morenici aperti a ventaglio attorno alla marcata incisione della valle della Sorna.
La circoscrizione territoriale ha subito nel 1923 il distacco della frazione Loppio aggregata al comune di Mori (Censimento 1921: pop. res. 126).[10]
Simboli
Stemma
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 9 settembre 1937.[11][12]
«Di rosso, alla brenta di argento; al capo di porpora, a due rami di quercia e d'alloro, annodati da un nastro dai colori nazionali. Ornamenti esteriori da Comune.»
La brenta, un tipo di gerla usata nella vendemmia per trasportare l'uva e poi per il trasporto del vino, ha evidente assonanza con il toponimo.
Gonfalone
Il gonfalone è stato approvato con D.G.P. n. 10481/1-B del 12 dicembre 1983.[13]
«Il gonfalone è composto da un drappo con tre teli verticali rettangolari di uguale dimensione, gli estremi di colore rosso ed il centrale di colore bianco sul quale è lo stemma del Comune con la scritta "Comune di Brentonico". Il drappo è sostenuto da un'asta verticale con fiamma d'oro.»
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, nella contrada di Vigo. Ricca di sei altari la chiesa cela al proprio interno la cripta di San Giovanni, testimonianza di un primitivo edificio di culto. La pianta quadrangolare e l'ingresso per botola della cripta si richiamano allo stile romanico del X secolo. Le pareti sono decorate da affreschi, recentemente oggetto di restauro. All'interno della chiesa è presente l'organo più antico del Trentino, risalente al diciottesimo secolo. Come i portali di casa Baisi, ornata con le pitture murali del pittore milanese Casari; di casa Balista, con le bifore settecentesche; di casa Bais, ex salumificio con la loggia in sasso di fine Settecento, e di casa Longhi, edificata con gusto barocco.
Chiesa di san Rocco, interessante esempio barocco, edificata dagli abitanti delle contrade di Lera e Fontana quale segno votivo per aver risparmiato l'abitato dall'epidemia di peste che colpi il Trentino nel primo quarto del Seicento.
Ogni due anni si svolge nel mese di giugno il Cheeserolling, una particolare competizione sportiva che consiste nell'inseguire una forma di formaggio che rotola da un pendio.
Il comune di Brentonico è composto da molte frazioni, abbastanza distanziate tra loro e la più popolosa dà il nome al comune stesso. L'abitato di "Brentonico" è il territorio formato dalle contrade di Fontana, Fontechel, Lera e Vigo.
Castione
Le cave di marmo giallo e rosso hanno fatto conoscere scultori come i Benedetti, i Canali, i Sartori costruttori di altari delle chiese sia di tutto il basso Trentino che in Austria e nel veronese. Oggi sono raccolte e commercializzate le castagne marroni, circa un terzo della produzione totale trentina, alle quali viene dedicata una festa in ottobre.
Il piccolo centro abitato e caratterizzato da un assetto urbanistico di tipo medioevale, dove il ponte che annuncia il paese venne costruito, secondo la leggenda, con le pietre del mastio dell'antico maniero.
Sulla piazza centrale si erge la chiesa parrocchiale di San Clemente. L'interno dell'edificio conta tre navate. Di notevole interesse la casa degli scultori Benedetti, la cui corte è contornata da poggioli di pietra con le ringhiere di ferro battuto. L'assetto architettonico e urbanistico dell'intero paese risente in maniera positiva dei trascorsi artistici, tanto che alcune costruzioni richiamano stili toscani. Per quattro secoli a Castione furono attive numerose cave di marmo e scuole d'artigianato mantennero vive nel tempo l'arte dello scalpello.
Cazzano
La frazione di Cazzano si trova a 557 m. e conta 150 abitanti.
Essa ospita un monumento in ricordo dei caduti della prima guerra mondiale e la Chiesa della Natività della Beata Vergine Maria.
La leggenda vuole che nel Medioevo sulle pendici del Baldo esistesse un paesino di nome Fano, che fu distrutto da un'enorme frana datata fra il 1400 e l'inizio del Cinquecento.
Gli abitanti si dispersero e fondarono le attuali frazioni di Cazzano e Crosano. Il detto vuole che loro dissero "Cazantene chi e altri... Encrosentene li...". Da questo i due nomi delle suddette frazioni.
Crosano
Crosano è uno dei centri più popolati sin dal 1800 dove erano circa mille. La crisi economica e sociale dimezzò però la popolazione. La nota caratterizzante è il dosso di Resolè Pozze, lungo le cui pendici si è sviluppata l'intera rete urbana. Il centro del paese risulta caratterizzato da viottoli corti e molto ripidi, disegnati tra caratteristiche case in pietra. La chiesa di San Zeno, risalente al XVI secolo, è il risultato di numerosi interventi succedutisi in oltre trecento anni di storia. L'altare maggiore, realizzato con marmi di Castione, è attribuito al maestro Valentino Villa di Crosano (XVIII secolo). La solitaria cappella di S. Antonio, costruita sull'evidente spiazzo sulla sinistra della strada che scende verso la bassa valle della Sorna, merita una visita.
Sorne
Vista dal basso la frazione pare una fortezza medioevale. Costruito sulla rupe lambita dal torrente Sorna il paese ricopre da sempre un ruolo importante nella tradizione di Brentonico. In questa zona si estraeva la lignite con la quale nell'immediato primo dopoguerra si azionavano le locomotive in servizio sulla linea del Brennero. Alle Moiette, poco fuori Sorne, sgorga una fonte d'acqua salino-ferruginosa alla temperatura costante di 8 gradi. Quest'acqua – riporta un testo scientifico - passando attraverso il tufo basaltico scioglie in parte gli elementi contenuti nella roccia in decomposizione, riemergendo alla luce del sole ricca di sali e proprietà. La fonte fu sfruttata a lungo alla fine dell'Ottocento.
Corné
L'etimologia di questa frazione è plaga (insieme di aggregati abitativi)[16], il cui centro è composto da una dozzina di casali (contrade) disseminati sulla sponda destra della Vai della Soma. Una leggenda vuole che proprio in una delle contrade, quella di Lodron, un conte sarebbe stato ucciso dai terrazzani perché restio alla soggezione feudale. Un'altra delle dodici contrade, Tognati, va famosa per la caratteristica vite in legno, tuttora custodita in casa Francesconi, testimonianza ultima di un antico torchio per l'olio di noce. La macina era composta da una trave in noce lunga ben dieci metri. Da segnalare le chiese della Madonna del Carmine e di S. Matteo, quest'ultima ora sconsacrata.
Prada
Abitato un tempo prevalentemente da pastori, Prada (776 m. s.l.m.) è tra i paesi più alti del altopiano di Brentonico con 165 abitanti (gennaio 2011). Una leggenda narra che i primi abitanti del villaggio furono dei briganti, al servizio di «donna Giulia». Nel paesino sono presenti deliziosi affreschi di Madonnine che decorano le facciate di casa Gottardi e della canonica più volte distrutta e ricostruita. Sulla piazza che ospita la chiesa parrocchiale di S. Maria Maddalena si affaccia la grande edicola del 1738 dipinta su tre lati, con le effigi di San Rocco, San Valentino e Sant Antonio.
Saccone
Paese di 172 abitanti sorto su un terrazzo ad occidente del monte Cornalé a 742 m s.l.m. Ha una chiesa dedicata a Sant'Anna e San Gioachino, patroni del paese, festeggiati il 26 luglio. La pala raffigurante sant'Anna, dietro l'altare maggiore è di Roberto Baldessari, noto pittore.
Polsa
Polsa è un insediamento turistico risalente agli anni settanta che ha ospitato alcuni appuntamenti sportivi. Tra questi le due tappe del giro d'Italia (1969 1970) vinte da Michele Dancelli ed Eddy Merckx, e il ritiro estivo dell'Inter (agosto 1970). Il 23 maggio 2013 la località ha ospitato la cronoscalata individuale Mori-Polsa, 18ª tappa del Giro d'Italia 2013. Alla Polsa passa il Sentiero della Pace: itinerario a metà tra storia ed escursionismo di oltre 450 chilometri di sentieri, strade forestali, di trincee e di camminamenti che attraversando il Trentino. Gli impianti di risalita gestiti dalla Brentonico Ski offrono un'area sciabile che si estende alla località vicina di San Valentino di Brentonico.
San Giacomo
Centro di medie dimensioni a 1194 metri, S. Giacomo è una delle località dell'Altopiano di Brentonico a maggiore vocazione turistica. Il paese conta la chiesa di S. Giacomo maggiore, del 1500, con il caratteristico campanile a vela. La chiesa è attigua alla casa baronale un tempo appartenuta alla famiglia Salvotti. La tradizione alpinistica di S. Giacomo è di antica data, ad esempio all'interno della villa dei baroni Salvotti, fin dalla seconda metà del secolo scorso venne ricavato un bivacco, usato dagli alpinisti del tempo quale punto di partenza per le loro escursioni. Altra meta per le passeggiate sono i «fontanoni», in località Postemon: opere idriche realizzate dalle truppe austriache nel corso della prima guerra mondiale.
San Valentino di Brentonico
La stazione sciistica di San Valentino di Brentonico, gestita dalla Brentonicoski è nata nella zona delle Mosee alla fine degli anni sessanta ed è situata sul versante trentino del Monte Baldo.
Lungo la strada che porta a San Valentino sono ancora oggi visibili i bastioni di roccia utilizzati durante la prima guerra mondiale come ricovero e osservatorio militari.
Il locale Brentonico Ski organizza corsi promozionali, attività agonistica giovanile e gare FISI giovanili di sci alpino Alcuni suoi atleti hanno ottenuto importanti risultati di vertice nelle massime competizioni giovanili regionali e nazionali.
Nella Frazione di San Giacomo, presso il rinnovato Centro, è possibile praticare lo sci nordico su un tracciato caratterizzato da 8 km di piste differenti, adatte a tutte le difficoltà. Oltre ad essere luogo in cui si allenano quotidianamente atleti e atlete, é facilmente fruibile da bambini, amatori e turisti che abbiano voglia di cimentarsi, per la prima volta, nella disciplina.
Primo promotore dello sci di fondo, sull'Altopiano di Brentonico, è il Gruppo Sciatori che, da più di settant’anni, organizza corsi, gare e manifestazioni sportive, coinvolgendo soprattutto i giovani.
Nella sua lunga storia sono stati raggiunti tanti risultati sia a livello agonistico che da un punto di vista della promozione della pratica sportiva.
Inoltre, dal 2021 sarà attivo il nuovo Centro polifunzionale che potrà essere utilizzato da tutte le associazioni sportive che ne abbiano necessità durante allenamenti o manifestazioni estive ed invernali.
^Adozione del gonfalone del comune di Brentonico, in Bollettino ufficiale della Regione Autonoma Trentino - Alto Adige, 2 del 10/01/1984, p. 84.
«Drappo a tre teli verticali di colore rosso; caricato nel centro dello stemma comunale contornato dall'iscrizione centrale 'Comune di Brentonico'. Asta in metallo.»
^ Eugenio Turri, Vincenzo Passerini, Brentonico e il Monte Baldo: l'ambiente naturale e gli insediamenti umani, Verona, Cierre Edizioni, 1993, p. 275.
^Città gemellate, su comune.brentonico.tn.it, Comune di Brentonico. URL consultato il 12 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 12 novembre 2018).
Bibliografia
Aldo Gorfer, Le valli del Trentino. Trentino occidentale, Trento, Manfrini Editori.
Giuseppe Gorfer, Case e villaggi: la lettura dell'edificato, in Eugenio Turri, Vincenzo Passerini (a cura di), Brentonico e il Monte Baldo: l'ambiente naturale e gli insediamenti umani, Verona, Cierre Edizioni, 1993.
Marco Nebbia, Castrum Brentonicum, in Elisa Possenti, Giorgia Gentilini, Walter Landi, Michela Cunaccia (A cura di), APSAT 5. Castra, castelli e domus murate Corpus dei siti fortificati trentini tra tardo antico e basso medioevo. Schede 2, Mantova, 2013, ISBN9788887115802.