Il borgo di Armo sorge alla testata della valle, adiacente al torrente Arogna (affluente del fiume Arroscia), ai piedi del monte Rocca delle Penne (1501 m); altri rii del territorio armense sono il rio Boschi, Figliarine, Fontana Fredda, Isorella, Pian di Ghisa, Poverina e Tanello.
Altre vette del territorio comunale sono il monte Ariolo (1219 m) e il Bric Castagnino (1215 m).
Origini del nome
Alcuni ricercatori sostengono che il nome Armo derivi dalla parola prelatina "barma" che indica una sommità rocciosa o una grotta[5], ovvero ipotizzano una derivazione dal nome personale germanico "Armo" col significato quindi di "terreno di Armo", così come è stato ipotizzato per il borgo di Armo (Valvestino), in provincia di Brescia, o per la frazione di Armio nel comune di Maccagno con Pino e Veddasca in provincia di Varese[6].
Storia
Antico piccolo borgo del medioevo si unì, assieme ad altri borghi adiacenti, nel 1233 alla formazione del nuovo centro di Pieve di Teco[7].
Durante il dominio genovese aspre furono le lotte con il vicino comune cuneese di Caprauna, per il dominio di entrambi sui pascoli.
Già compreso nell'orbita amministrativa di Pieve di Teco[7], che comunque dotò la comunità di Armo di una limitata autonomia[7], con la dominazione francese il territorio si smarcò dalla giurisdizione pievese rientrando dal 2 dicembre 1797 all'interno della Repubblica Ligure[7][8]. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del VIII cantone, con capoluogo Pieve, della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del III cantone omonimo nella Giurisdizione degli Ulivi[7][8]. Annesso al Primo Impero francese, dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Nel 1928[9] il comune di Armo fu soppresso e aggregato al territorio comunale di Pieve di Teco[7]; al 1949[10] risale la ricostituzione a comune autonomo[7].
«Inquartato: il primo, di azzurro, alla lettera maiuscola A, d'oro; il secondo, di verde, alla campana d'oro, legata di rosso; il terzo, di rosso, ai due ricci di castagno, d'oro, fogliati di quattro dello stesso, posti in banda; il quarto, d'oro, al grappolo d'uva, di porpora, unito al tralcio al naturale, posto in fascia, fogliato di due, di verde. Ornamenti esteriori da Comune.[12]»
Chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine, nel capoluogo, risalente al XVI secolo. Già dipendente dalla comunità parrocchiale di San Martino di Moano, fu nel 1551 che la chiesa di Armo cambiò l'antica intitolazione all'Assunta nell'attuale denominazione. Tra il 1627 e il 1635 l'edificio subì una ricostruzione della struttura. Tra le opere conservate il polittico de Sant'Anna con la Beata Vergine tra i santi Giovanni Battista e Pietro, datato al 1535; un dipinto del 1578 raffigurante il Padre eterno, la strage degli Innocenti e le anime purganti; una statua della Madonna bambina; crocifisso ligneo del XVIII secolo, presso l'altare maggiore.
Oratorio dell'Immacolata Concezione, nel capoluogo, nei pressi della parrocchiale. In facciata un bassorilievo, datato al 1634, raffigura la Madonna col Bambino con ai piedi un bimbo e un fedele.
Cappella di Santa Lucia nella contrada di Besta.
Cappella di Sant'Antonio nella contrada di Costa.
Cappella di San Matteo nella contrada di Grenzolini.
Cappella di San Sebastiano nella contrada di Ponte.
Cappella di San Bartolomeo nella frazione di Trastanello.
Chiesetta di San Bernardo, sulle alture di Armo, nelle vicinanze dell'omonimo valico e del colle di Nava, la cui prima edificazione risalirebbe al 1641. L'attuale edificio è invece databile alla ricostruzione attuata dalla popolazione nel 1953.
Cappella-santuario della Madonna del Costigliolo sulle alture di Armo, risalente al Settecento.
Santuario della Madonna della Neve, a 921 m s.l.m., presso i pascoli del monte Frascinello.
Secondo i dati Istat al 31 dicembre 2019, i cittadini stranieri residenti ad Armo sono 14[15].
Geografia antropica
Il territorio comunale è costituito, oltre il capoluogo, dalla frazione di Trastanello e dalle contrade storiche di Besta, Costa, Grenzolini e Ponte per una superficie territoriale di 10,09 km²[16].
Il comune si basa principalmente sull'attività agricola e dei suoi prodotti naturali. Nel territorio prevale la coltivazione dell'ulivo e della vite, da cui si ricavano olio extravergine di oliva e vino. Si pratica inoltre lo sfruttamento delle zone boschive e dell'allevamento da bestiame ricavando legname e la raccolta di funghi, oltre che alla produzione del latte.
Infrastrutture e trasporti
Strade
Il territorio di Armo è attraversato principalmente dalla strada provinciale 6 che permette il collegamento stradale con Pieve di Teco, a sud, e con Pornassio ad ovest.
^Il toponimo dialettale è citato nel libro-dizionario del professor Gaetano Frisoni, Nomi propri di città, borghi e villaggi della Liguria del Dizionario Genovese-Italiano e Italiano-Genovese, Genova, Nuova Editrice Genovese, 1910-2002.
^Tra i vari esempi si possono citare sia l'appellativo personale di origine celtica "Aramo" sia quello della divinità topica nel Gard, "Aramon" (cit. Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arti, tradizioni, volume 1, 2005).
^Andrea Gandolfo, La provincia di Imperia: storia, arte, tradizioni, volume 1, 2005.