«La speranza non ha niente a che vedere con l'ottimismo. La speranza non è la convinzione che ciò che stiamo facendo avrà successo. La speranza è la certezza che ciò che stiamo facendo ha un significato. Che abbia successo o meno.»
Dissidente e perseguitato politico sotto il regime comunista dell'allora Cecoslovacchia, in quanto figura di spicco del movimento politico-sociale conosciuto come Charta 77, a seguito del graduale processo di liberalizzazione del Paese, che difatti portò alla caduta del suo pluridecennale governo comunista, ricoprì la carica di suo presidente dal 1989 al 1992, anno della sua dissoluzione a favore della formazione di due distinte entità statali (prospettiva a cui egli inizialmente si oppose strenuamente), e poi quella di presidente della neocostituita Repubblica Ceca dal 1993 al 2003[1].
Biografia
Gioventù e inizi della carriera letteraria
Havel nacque in una famiglia benestante di Praga. Frequentò la scuola dell'obbligo in un istituto della capitale. Incontrò gravi difficoltà a seguire serenamente gli studi liceali. Nel 1948 il partito comunista prese il potere con un colpo di Stato appoggiato dall'Unione Sovietica. Il regime accusò la famiglia di Havel di simpatie filo-tedesche (il giornale del Partito Comunista Rudé Právo scrisse il 23 febbraio 1989 che gli Havel erano stati collaborazionisti durante il periodo dell'occupazione tedesca).
Vaclav riuscì tuttavia a frequentare i corsi serali dell'Università Tecnica Ceca di Praga fino al 1957. Dopo il servizio militare lavorò (1960) come macchinista in alcuni teatri di Praga, fra cui il Divadlo Na zábradlí, dove rappresentò alcune delle sue prime opere, e studiò drammaturgia per corrispondenza. Il suo primo lavoro messo in scena fu La festa in giardino (1963), mentre l'opera più conosciuta in Occidente è il Largo Desolato. Il suo teatro, fortemente impegnato sul profilo politico, intende "provocare l'intelligenza dello spettatore, appellarsi alla sua fantasia, costringendolo a riflettere su questioni che lo toccano direttamente in maniera da vivere intimamente il messaggio teatrale". Nel 1964 si sposò con Olga Šplíchalová.
Opposizione al regime comunista
«Il fatto, poi, che tutti gli effimeri tentativi dei fanatismi ideologici di organizzare il «paradiso in terra» alla fine sfocino inevitabilmente in un inferno in terra, è reso più che chiaramente dall’evocazione che il regno di Dio non è «in questa terra».»
(da Lettere a Olga)
Sull'onda della repressione seguita alla fine della Primavera di Praga nel 1968 fu bandito dal teatro[2] e iniziò un'intensa attività politica[3], culminata con la pubblicazione del manifesto Charta 77, la cui scrittura prese spunto dall'imprigionamento dei componenti della formazione musicale ceca di musica psichedelica dei Plastic People of the Universe. Il suo attivismo politico di dissidente gli costò cinque anni di prigione. In una delle opere che lo hanno reso celebre, Il potere dei senza potere (conosciuto in Italia grazie all'opera del Centro Studi Europa Orientale - CSEO - di Forlì), Havel ha brillantemente teorizzato il cosiddetto post-totalitarismo, termine usato per descrivere il moderno ordine sociopolitico che ha fatto sì che la gente potesse, per usare le sue parole, "vivere all'interno di una menzogna". Per la sua opera letteraria, nel 1990 fu invitato a Capri per ricevere il Premio Malaparte.
Sostenitore appassionato della non-violenza[4], è stato uno dei leader della cosiddetta Rivoluzione di velluto del 1989, durante la quale fu arrestato di nuovo, il 28 ottobre.
Ultimo Presidente della Cecoslovacchia
Il 29 dicembre 1989, nella sua qualità di capo del Forum Civico, fu eletto presidente dall'Assemblea Federale[5]. Dopo le libere elezioni del 1990 mantenne la presidenza. Nonostante le crescenti tensioni interne, Havel si batté con vigore per evitare la partizione della Cecoslovacchia in Repubblica Ceca e Slovacchia e per non firmare gli atti di divisione della stessa rassegnò le dimissioni.
Presidenza della Repubblica Ceca
Dopo la creazione della Repubblica Ceca, Havel si candidò alla presidenza nelle elezioni del 26 gennaio 1993, risultando eletto. Il suo amico Ivan Medek divenne capo dell'ufficio del Presidente della Repubblica.[6] Nonostante le precarie condizioni di salute e tre interventi chirurgici fu rieletto nel 1998, elezione possibile per l'assenza del parlamentare ultra nazionalista Miroslav Sládek del partito SPR-RSČ (Sdružení pro republiku - Republikánská strana Československa), che durante l'elezione presidenziale del 1998 era in stato di arresto: questo singolo voto, infatti, determinò l'esito della votazione.
La sua presidenza fu caratterizzata da un orientamento politico anti-comunista di destra moderata e liberale, favorevole ad un'economia di mercato e filo-americano. Havel fu, infatti, il principale sostenitore dell'entrata della Repubblica Ceca nella NATO, avvenuta il 12 marzo del 1999, nonché dell'intervento dell'Alleanza nella guerra del Kosovo del 1999[7][8]. Fece discutere, alla fine degli anni '90, il pubblico invito di Havel al segretario di Stato americano, Madeleine Albright, di origini ceche, ad assumere la presidenza della Repubblica Ceca, proposta che non ebbe alcun seguito. Dopo la morte della moglie (1996) sposò l'attrice Dagmar Veškrnová.
Havel lasciò la carica dopo il secondo mandato come presidente della Repubblica Ceca il 2 febbraio 2003. Gli succedette, il 28 febbraio 2003Václav Klaus, uno dei suoi più decisi oppositori.
Dopo la Presidenza
Nel 2003 ha ricevuto il premio "Ambassador of Conscience", dedicato a chi promuove il lavoro di Amnesty International. Nel 2005 ha ottenuto il Premio Internazionale Vittorino Colombo, assegnato dalla Fondazione Vittorino Colombo.
Nel 2007, nonostante la promessa fatta poco dopo la Rivoluzione di velluto, che «nessuna truppa straniera sarebbe più stata invitata a mettere piede in territorio ceco», ha dichiarato il suo appoggio al progetto di scudo missilistico americano nella Repubblica Ceca, aggiungendo che «è sempre un bene, se l'America è un po' ancorata in Europa».[9] Sempre nel 2007, dopo una pausa di quasi vent'anni, è tornato alla scrittura per il teatro, con Partire, una tragicommedia, andata in scena, per la prima volta al Teatro Archa di Praga, il 22 maggio 2008. Il testo è composto da cinque atti e richiede undici attori, sei attrici e una voce fuori campo.
Nel gennaio del 2010 viene pubblicata per la prima volta in Italia l'intera corrispondenza vergata durante i ripetuti periodi di detenzione. Il libro s'intitola Le Lettere a Olga[10] e manifesta distintamente la sua profonda fede religiosa e il fascino che la figura di Gesù Cristo ha esercitato su di lui.[11] Nell'ultima parte del volume emerge la sua concezione filosofica, basata su una formazione fenomenologica nata dalla lettura di Heidegger e di Lévinas, in un contesto di esistenzialismo[12] e di umanesimo cristiano.[13]
Morì per problemi respiratori il 18 dicembre 2011 a 75 anni, e in suo onore si tennero tre giorni di lutto nazionale in Repubblica Ceca e uno in Slovacchia.
«Figura di riferimento intellettuale e rispettata in Europa centrale, Vaclav Havel ha esemplificato i principi che i canadesi tengono in massima considerazione. La sua fede incrollabile negli ideali democratici è stata trasmessa nei suoi drammi e saggi che hanno attirato l'attenzione internazionale alla lotta cecoslovacca. Inoltre, la sua difesa della resistenza pacifica e la sua perseveranza sono stati fonte di ispirazione. Il primo presidente della Repubblica Ceca indipendente, ha curato i preparativi per l'integrazione del suo paese nell'Unione europea e nell'Organizzazione del Trattato Nord Atlantico (NATO). Ha anche promosso il rispetto dei diritti umani e l'importanza del dialogo internazionale sulla scena mondiale.» — nominato l'8 maggio 2003, investito il 3 marzo 2004[16]
«Il suo contributo all'Europa, costruendo una pace democratica e fertile tra cechi e slovacchi, è uno dei capitoli più luminosi della storia moderna.» — Oviedo, 11 aprile 1997[18]
^Car, Ronald, L'intellettuale e il regime socialista : Le vite degli altri, Giornale di storia costituzionale. II semestre, 2006, Macerata : EUM-Edizioni Università di Macerata, 2006.
^Patocka, Jakub, C'era una volta Praga.., Lettera internazionale : rivista trimestrale europea. II trimestre, 2008.
^Cassese, Antonio, "Una minuscola onda di speranza", Testimonianze. MAG. AGO., 2006,
San Domenico di Fiesole (FI) : Associazione Testimonianze, 2006.
^Caccamo, Francesco, Dopo il 1989 : la riflessione storiografica sull'esperienza comunista nella Repubblica Ceca, Mondo contemporaneo : rivista di storia : 2, 2014, Milano : Franco Angeli, 2014.
^PRECLÍK, Vratislav. Masaryk a legie (Masaryk and legions), váz. kniha, 219 pages, first issue - vydalo nakladatelství Paris Karviná, Žižkova 2379 (734 01 Karvina, CZ) ve spolupráci s Masarykovým demokratickým hnutím (Masaryk democratic movement, Prague), 2019, ISBN 978-80-87173-47-3, str. 24-25, s. 151, s. 157, s. 169, s. 184, s. 185
^(EN) Václav Havel, "NATO: The Safeguard of Stability and Peace In the Euro-Atlantic Region", in European Security: Beginning a New Century, eds. General George A. Joulwan & Roger Weissinger-Baylon, atti del XIII gruppo di lavoro della NATO: On Political-Military Decision Making, Varsavia, Polonia, 19-23 giugno 1996.
«L'uomo non è semplicemente un’entità fra le altre entità, un qualcosa di distinto rispetto alle altre, ma è un'entità apertamente «differente». Non si differenzia dalle altre unicamente per ciò che è (per il fatto di essere essenzialmente più strutturata, ad esempio), ma soprattutto per come è, per il fatto che il suo stesso essere è sostanzialmente diverso da tutto quello che esiste al di fuori di lui. [...] Essere gettati nel mondo ci rivela il nostro stato di separazione; essere gettati nell'origine dell'Essere, al contrario, risveglia in noi la trascendenza di sé così essenzialmente umana: il desiderio di oltrepassare tutti i propri orizzonti per attingere di nuovo la perduta pienezza dell'Essere, «possederla» di nuovo (e in questo modo superare il proprio stato di separazione), sfociando nell’esperienza della «quasi-identificazione» quale contatto vigile, cioè totalmente consapevole di sé, con «l'Essere tout court», principio misterioso ed essenza di tutto ciò che è.»
(Lettere a Olga)
^Sante Maletta, Il cuore del dissenso. Morale e politica nelle Lettere a Olga di Václav Havel