Quart (Italia)

Quart
comune
(IT) Comune di Quart
(FR) Commune de Quart
Quart – Stemma
Quart – Bandiera
Quart – Veduta
Quart – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Valle d'Aosta
ProvinciaNon presente
Amministrazione
CapoluogoVillefranche
SindacoFabrizio Bertholin
Lingue ufficialiFrancese, italiano
Territorio
Coordinate
del capoluogo
45°44′25.8″N 7°25′02.64″E
Altitudine535 m s.l.m.
Superficie62,05 km²
Abitanti4 051[1] (31-12-2020)
Densità65,29 ab./km²
FrazioniArgnod, Éclou, L'Amérique, Les Cleyves, Trois-Villes, La Montagne, Villair de Quart, Villefranche (capoluogo), Ville-sur-Nus, Petit-Français, Impériau, Torrent-de-Maillod, Villeneuve, Champlan, Larey, Avisod, Bagnère, Chantignan, Chétoz, La Combe, Cort, Crétallaz, Créton, Effraz, Jeanceyaz, Morgonaz, Olleyes, Porsan, Seran, Teppe, Lillaz, Vignil, Povil, Vollein.
Comuni confinantiBrissogne, Nus, Oyace, Pollein, Saint-Christophe, Saint-Marcel, Valpelline
Altre informazioni
Cod. postale11020
Prefisso0165
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT007054
Cod. catastaleH110
TargaAO
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona E, 2 778 GG[3]
Nome abitanti(FR) Quarteins (pron. "cartèn")
Patronosant'Eusebio
Giorno festivo2 agosto
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Villefranche
Villefranche
Quart – Mappa
Quart – Mappa
Posizione del comune di Quart all'interno della Valle d'Aosta
Sito istituzionale

Quart (pron. /kaʁ/ in patois valdostano[4]) è un comune italiano sparso di 4 051 abitanti[1] della Valle d'Aosta.

Geografia fisica

Territorio

Quart tra i vigneti e, sopraelevato, il castello.

Il comune di Quart occupa la parte orientale della plaine[5] e costituisce una parte della sua zona commerciale, formata dalla regione Amérique. Con i suoi 62 km quadri, è uno dei più estesi della Valle d'Aosta.

Clima

Origini del nome

Il toponimo deriva dal latino quartus, in quanto Quart si trova ad quartum ab Augusta lapidem[7], a quattro miglia romane da Augusta Praetoria (l'odierna Aosta). L'unica pronuncia corretta è quella alla francese, "car", sebbene oggi tra i non-valdostani sia abbastanza diffusa la variante scorretta "kuàrt".

Storia

Epoca romana

L'antica torre di avvistamento a Chétoz, sopra Villefranche.

In epoca romana da Quart passava la via delle Gallie, strada romana consolare fatta costruire da Augusto per collegare la Pianura Padana con la Gallia. Quart distava quattro miglia da Aosta, da cui il nome in latino del centro abitato (Ad Quartum).

Il Medioevo

Durante il Medioevo Quart faceva parte dei possedimenti dei signori della Porta Sancti Ursi (Seigneurs de la Porte Saint-Ours), che risiedettero all'interno della Porta Prætoria di Aosta fino al XII secolo e che si arricchirono grazie alle tasse sul passaggio e al controllo sulle fiere e sui mercati che si svolgevano nel Bourg Saint-Ours, il borgo della Collegiata di Sant'Orso di Aosta.

Nel 1185 Jacques de la Porte Saint-Ours spostò la sua sede a Quart, dando avvio alla costruzione del castello sulla collina di Quart, poi rimaneggiato a più riprese, in particolare tra il 1378 e il 1550, quando passò sotto il controllo di Casa Savoia in seguito all'estinzione della casata dei signori di Quart[8].

Epoca moderna

In epoca fascista il comune inglobò quelli di Brissogne e Saint-Marcel, e tra il 1929 il 1946 il toponimo rimase italianizzato in Quarto Pretoria[4].

Simboli

Lo stemma comunale e il gonfalone sono stati concessi con decreto del Presidente della Repubblica del 16 agosto 1952.

Stemma

«Di argento, al castello di rosso, murato di nero, torricellato di due pezzi laterali merlati alla guelfa, di tre, aperto del campo e finestrato di nero, i merli del castello alla ghibellina, all'orso bianco passante alla base della porta. Ornamenti esteriori da Comune.[9]»

Lo stemma riprende, con piccole variazioni, il blasone dei nobili de la Porte de Saint-Ours che era d'argento, al castello a due torri di rosso, murato di nero e merlato alla guelfa, aperto del campo, all'orso di nero, collarinato d'argento, passante alla base della porta e ad essa incatenato di nero.

Gonfalone

«Drappo partito di bianco e di rosso riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopradescritto con l'iscrizione centrata in argento "Comune di Quart".[9][10]»

Monumenti e luoghi d'interesse

Architetture religiose

Oltre alla chiesa parrocchiale di Sant'Eusebio, risalente nella struttura attuale alla fine del XVII secolo, sono di notevole interesse il monastero femminile carmelitano "Mater Misericordiæ" in località Villair, inaugurato nel 1989 e visitato in due occasioni da Giovanni Paolo II, e l'eremo del Beato Emerico (Émeric o Ayméric de Quart)[11], dedicato al beato che fu vescovo della diocesi di Aosta nel XIV secolo.

Architetture militari

  • Il comune è dominato dal castello dei signori di Quart, costruito verso il 1180 e ampliato in vari periodi successivi. Si trova in località Villair ed è stato riaperto al pubblico nel 2009 dopo un restauro.
  • Sopra Villefranche, che fu un borgo fortificato protetto da mura sotto Giacomo di Quart, si trova la Tour de Chétoz o Chéttoz, un'antica torre di segnalazione detta tornalla.
  • Un'altra torre di segnalazione a pianta quadrata è presente a Ville-sur-Nus.
  • In località Villefranche si trova la casaforte di Villefranche, della fine del XV secolo[12].
  • La casaforte di Povil o castello La Tour Povil, a Povil, oggi trasformata in cascina.
  • La casaforte La Tour Champlan, in località Champlan, oggi trasformata in cascina.
  • Torre Palmier in località Larey.

Siti archeologici

Aree naturali

La Riserva naturale Les Îles è una zona umida vicino alla Dora istituita nel 1995 sui territori comunali di Brissogne, Nus, Quart e Saint-Marcel.[14]

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[15]

Lingue e dialetti

Come nel resto della regione, anche in questo comune è diffuso il patois valdostano.

Cultura

Biblioteche

La biblioteca di Quart

Nell'ex-Villa Pesando, in località Bas Villair[16], ha sede la biblioteca comunale.

Musei

La stazione ferroviaria di Quart-Villefranche.

Presso la stazione ferroviaria di Quart-Villefranche, oggi dismessa, si trova il Museo ferroviario valdostano, promosso dall'associazione omonima[17].

Eventi

Tra gli eventi più importanti si segnalano i carnevali di Villefranche e del Villair, quest'ultimo denominato Quart-Naval (omofono della parola francese carnaval, che significa "carnevale")[18].

Cucina

Tra i prodotti tipici si segnala il cotechino di Quart.[19]

Economia

Le attività prevalenti sono da sempre l'allevamento, la produzione lattiero-casearia e l'agricoltura, favorita a partire dal XIII secolo dalla costruzione dei (pron. ), importanti canali irrigui, per sfruttare al meglio l'ottima esposizione del comune all'adret. Il primo fu il Rû Prévôt, costruito alla fine del Duecento per volontà del prevosto della cattedrale di Aosta Pierre de Quart, al quale è dedicato, per condurre le acque del Buthier dall'alta Valpelline fino a Quart.

Amministrazione

È il comune più popoloso dell'Unité des Communes valdôtaines Mont-Émilius e ne ospita la sede amministrativa.

Il municipio, a Villefranche

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
6 giugno 1985 18 maggio 1990 Renzo Barocco Union Valdôtaine Sindaco [20]
18 maggio 1990 29 maggio 1995 Renzo Barocco Union Valdôtaine Sindaco [20]
29 maggio 1995 8 maggio 2000 Andrea Rosset Union Valdôtaine Sindaco [20]
8 maggio 2000 9 maggio 2005 Andrea Rosset lista civica Sindaco [20]
9 maggio 2005 1º luglio 2008 Andrea Rosset lista civica Sindaco [20]
1º luglio 2008 24 maggio 2010 Giovanni Barocco lista civica Sindaco [20]
24 maggio 2010 11 maggio 2015 Giovanni Barocco lista civica Sindaco [20]
11 maggio 2015 11 aprile 2018 Giovanni Barocco Sindaco [20]
11 aprile 2018 22 settembre 2020 Eugenio Acheron Sindaco [20]
23 settembre 2020 in carica Fabrizio Bertholin lista civica Sindaco [20]

Sport

A Quart si gioca sia a palet sia a tsan, caratteristici sport tradizionali valdostani.[21]

Note

  1. ^ a b Dato Istat - Popolazione residente al 31 dicembre 2020 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ a b AA. VV., Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani., Milano, Garzanti, 1996, p. 526, ISBN 88-11-30500-4.
  5. ^ Zona comprendente i comuni di Aosta, Charvensod, Quart, Saint-Christophe, Brissogne, Sarre e Pollein.
  6. ^ Le zone sismiche in Italia: Valle-Aosta, statistica 2006, www.abspace.it
  7. ^ Vallée d'Aoste autrefois, raccolta di opere di Robert Berton, 1981, Sagep ed., Genova.
  8. ^ (ITFR) Il castello dei signori di Quart sul sito ufficiale della regione autonoma Valle d'Aosta Archiviato l'8 dicembre 2008 in Internet Archive.
  9. ^ a b Decreto del Presidente della Repubblica del 16/08/1952 (PDF).
  10. ^ Nel bozzetto che accompagna il decreto di concessione appare disegnato con colori diversi.
  11. ^ (ITFRENDEES) Pagina dell'oratorio del beato Emerico
  12. ^ La casaforte di Villefranche, www.auxpiedsduchateau.it
  13. ^ (ITFR) La necropoli di Vollein Archiviato il 20 aprile 2011 in Internet Archive. sul sito della Regione Valle d'Aosta.
  14. ^ Riserva Naturale Les Iles: L'Area Protetta
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Sito del SBV (Sistema bibliotecario valdostano).
  17. ^ (ITFR) Sito del museo ferroviario di Villefranche.
  18. ^ www.lovevda.it[collegamento interrotto]
  19. ^ Storia Archiviato il 19 agosto 2014 in Internet Archive., sito della Confraternita del Cotechino di Quart.
  20. ^ a b c d e f g h i j http://amministratori.interno.it/
  21. ^ Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN 978-88-7032-878-3.

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