Bérrioz, Chez les Brédy, Gallian, La Crétaz (chef-lieu), Sergnau, Condemine, Closé, Bouyoz, Chez les Chenaux, Grenier, Vernosse, Voisinal, Pied-de-Ville, La Rissaz
Panorama dall'Alta via 1 nei pressi dell'orrido di Betenda
Panorama dalla Tour d'Oyace
L'orrido di Betenda
In inverno le temperature sono particolarmente rigide. La Valpelline è conosciuta localmente come Combe Froide (in francese) o Coumba fréda (in patois), cioè la "valle fredda", per via del suo clima particolarmente rigido.
Toponimo
Il toponimo latino è Ojacium[5], anticamente Castum Agaciæ[6] o Agacium[7]. Cfr. la non lontana Ayas o il torrente Ayasse.
In epoca fascista, il toponimo fu italianizzato in Oiasse, dal 1939[8] al 1946.
Storia
Medioevo
La Baronia di Quart, Valpelline e Oyace fu tra le più importanti del Ducato di Savoia: essa era in mano alla famiglia De la Porte Saint-Ours o De Porta Sancti Ursi.[9]
In epoca medievale i Signori di Oyace, di cui sappiamo poco, furono infeudati nel cosiddetto castello di Oyace, feudo di cui oggi resta memoria nella presenza della torre castellata detta Tornalla; probabilmente per la loro cattiva condotta tali Signori di Oyace furono destituiti e la loro casaforte distrutta.[10]
Simboli
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 27 aprile 1994.[11]
«Di rosso, alla torre ottagonale (tre lati visibili), priva di merli, d’argento, murata e finestrata di nero; al capo d’argento, caricato dalla mezzaluna calante, posta in banda, di rosso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Nello stemma è rappresentata la torre detta Tornalla.
Il gonfalone è un drappo di bianco.
Monumenti e luoghi d'interesse
Notevole la torre che domina la vallata: a pianta ottagonale, già citata in documenti del XII secolo, è detta Tornalla.
Altri monumenti:
il Ponte della Betenda: un primo ponte venne costruito nel 1352 in legno, quello che attualmente scavalca l'orrido di Betenda, una forra profonda scavata dal Buthier raccogliendo le acque provenienti dal ghiacciaio delle Grandes Murailles, risale al 1688 ed è in pietra[12]
la maison detta "La Tour de Valpelline", di epoca medievale, appartenuta al Conte di Savoia[13]
la Chiesa parrocchiale di San Michele
la Cappella a Verdonaz, detta anche Santuario di Notre-Dame-des-Neiges o santuario di Verdonaz, a 2317 m s.l.m.
Come nel resto della regione, anche in questo comune è diffuso il patois valdostano.
Cultura
Biblioteche
In località La Crétaz 1 ha sede la biblioteca comunale, intitolata a Aimé Chenal, coautore del dizionario francese-patois valdostano (Nouveau dictionnaire du patois valdôtain) insieme a Raymond Vautherin. Particolarmente rilevante è la sezione dedicata al mondo dell'alpinismo e della letteratura locale e sulla montagna[15].
A carnevale, di grande interesse la sfilata delle Landzette, le maschere tradizionali della Combe Froide. Tali maschere sono ispirate alla divisa delle truppe napoleoniche, che seminarono il terrore al loro passaggio nel maggio del 1800. Per esorcizzare questo evento, la popolazione della Combe Froide, la zona della Valpelline e della Valle del Gran San Bernardo, ha elaborato nei secoli una coloratissima parodia delle divise militari dell'epoca, e il giorno del carnevale percorrono tutti i comuni delle due vallate in maniera estremamente chiassosa e festosa.
Sul territorio comunale è possibile praticare vari sport invernali ed estivi. Numerosi gli itinerari possibili: si pratica trekking e sono possibili escursioni invernali con le ciaspole. Presente un bivacco, il Bivacco La Lliée. Il comune è attraversato dall'Alta via della Valle d'Aosta n. 1, percorsa anche dal Tor des Géants. Alcune escursioni someggiate, con tappa a Oyace, sono organizzate lungo la Valpelline.
^Dati 2011. Cfr. Anna Maria Pioletti (a cura di), Giochi, sport tradizionali e società. Viaggio tra la Valle d'Aosta, l'Italia e l'Unione Europea, Quart (AO), Musumeci, 2012, pp. 74-100, ISBN978-88-7032-878-3.