Il Principato di Samo (in greco Ηγεμονία της Σάμου?, in turco Sisam Beyliği), fu un principato autonomo posto sotto la sovranità nominale del sultano ottomano. Il principato era incentrato sull'Isola di Samo, compresa nell'arcipelago del Mar Egeo ma collocata presso i confini con l'Anatolia meridionale.
Storia
L'isola di Samo aveva preso parte alla Guerra d'indipendenza greca ed era riuscita con successo a resistere ai molti tentativi turchi ed egiziani di occuparla, ma non fu inclusa nei confini del nuovo Regno di Grecia. Dal 1832, dunque, all'isola fu concesso lo status di stato semi-indipendente con un autogoverno, il principato di Samo appunto, identificato come stato tributario dell'Impero ottomano, con l'obbligo di versare annualmente la somma di £ 2.700.[1] Il principe che ne era a capo era prescelto dal sultano ottomano ma doveva essere necessariamente un cristiano di origini greche. Il principe era assistito nelle sue funzioni di capo dell'esecutivo da un senato di 4 membri. Questi venivano scelti tra una rosa di otto candidati proposti dai quattro distretti in cui era divisa l'isola: Vathy, Chora, Marathokampos e Karlovasi. Il potere legislativo era concesso alla camera dei deputati, composta da 36 membri presieduti dal locale vescovo metropolita greco ortodosso. La sede del governo era un palazzo presso il porto di Vathy.
Principi di Samo
I governatori di Samo, col titolo di "principe", furono:
Note
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