L'eyalet di Erzegovina (in turco Eyâlet-i Hersek) o pascialato d'Erzegovina, fu un eyalet dell'Impero ottomano dal 1833 al 1851. La sua capitale era Mostar.
Storia
Il pascialato nacque inizialmente come sangiaccato nel 1462, con sua capitale Foča. Il primo sanjak-bey di Erzegovina fu Hamza Beg. La sede del sangiaccato fu poi spostata a Pljevlja (Taslidža). Il Sangiaccato di Erzegovina era parte dell'eyalet di Rumelia e più tardi entrò a far parte del pascialato di Bosnia.
La rivolta bosniaca
Nel 1831, il kapudan bosniaco Husein Gradaščević occupò Travnik, chiedendo l'autonomia e la fine del governatorato militare in Bosnia.[1] Nell'ambito delle rivalità tra bey e kapudani, il gran visir ottomano riuscì a rintracciare delle forze in Erzegovina guidate da Ali Agha Rizvanbegović, nativo dell'Erzegovina, presso Gradačac.[1] La rivolta venne quindi repressa e nel 1833 venne costituito un nuovo eyalet di Erzegovina derivato dalla parte meridionale dell'eyalet di Bosnia e venne assegnato in governo proprio ad Ali Agha Rizvanbegović come ricompensa per il contributo dato alla repressione della rivolta.[1] Questa nuova entità perdurò solo alcuni anni: dopo la morte di Rizvanbegović, il territorio tornò all'Eyalet di Bosnia.
Geografia antropica
Suddivisioni amministrative
L'eyalet di Erzegovina era formato dalle seguenti kaza: Prijepolje, Taslidža con Kolašin e Šaranci con Drobnjak, Čajniče, Nevesinje, Nikšić, Ljubinje-Trebinje, Stolac, Počitelj, Blagaj, Mostar, Duvno e metà della circoscrizione di Konjic che costituisce a parte meridionale della Neretva.
Note
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