Nulla si conosce della sua vita, se non che fosse nato a Roma, appartenesse all'aristocrazia cittadina, fosse figlio di un tal Davide o Adeodato e, prima dell'elezione al Soglio, fosse vescovo di Sutri[1][2][3].
Si procedette quindi a una nuova elezione, che portò ad una soluzione condivisa da tutti: fu eletto, nel mese di ottobre[2][4][5], Benedetto, vescovo di Sutri, stimato sia dalla fazione imperiale sia dalle famiglie romane, compresi gli stessi Crescenzi[2]. Costoro, da parte loro, permisero a Benedetto di governare tranquillamente per i successivi nove anni la Sede Apostolica.
Bonifacio VII, seppur scomunicato, non si arrese e nel 980, mentre Benedetto VII era assente per raggiungere l'imperatore e celebrare il Natale con lui a Ravenna, tornò da Costantinopoli e tentò senza successo di riprendersi il papato, ma Benedetto ottenne l'intervento di Ottone II che cacciò, di nuovo, l'usurpatore.
Il pontificato
Governo della Chiesa
La riforma di Cluny a Roma
Il pontificato di Benedetto, uomo pio, caritatevole[6], e dedito al culto divino[7], si concentrò principalmente sul governo della Chiesa e della disciplina spirituale. La prima cosa che fece fu un sinodo per dichiarare invalida, e quindi nulla, l'elezione di Francone e per scomunicarlo (974)[1][4], rinnovando quindi lo sdegno e l'orrore che Francone suscitò con l'omicidio di Benedetto VI[6][8]. Principale attività del pontificato di Benedetto VII fu la promozione del monachesimo e della riforma ecclesiastica in generale, in ciò supportato dal suo protettore, l'imperatore Ottone II: ne sono testimonianza gli interventi nel Lazio a favore del monastero di Subiaco[1][4], al monastero di San Benedetto e la consacrazione della Chiesa di Santa Scolastica[1]. Nella città di Roma, invece, il papa si preoccupò di restaurare il convento di San Bonifacio e Sant'Alessio sull'Aventino[2][4], luogo ove si era ritirato il capofamiglia dei Crescenzi, Crescenzio figlio di Teodora[9]. Nel marzo 981 un sinodo, da lui convocato in San Pietro, proibì la simonia[6].
L'attività missionaria
Legato all'imperatore Ottone, il pio Benedetto favorì principalmente la Chiesa tedesca, punto di partenza per la conversione degli slavi e dei popoli confinanti ad est dell'Impero[10]. Fondò, a tal proposito, l'arcidiocesi di Praga, sede primaziale della Boemia e della Moravia[1]; concesse numerosi privilegi ai vescovi tedeschi, in special modo all'arcivescovo di MagonzaVilligiso, che si vide concessa la primazia sull'episcopato franco e tedesco[1][2].
La presunta parentela coi conti di Tuscolo
Come già detto, Benedetto apparteneva all'aristocrazia romana, e secondo alcune cronache era parente di Alberico II dei conti di Tuscolo[11]. Tuttavia la notizia, secondo i genealogisti, è alquanto incerta nel ritenere Benedetto nipote di Alberico, in quanto figlio di David[12]:
«Benedetto VII, Papa dal 974 al 983, figlio di un romano di nome David. Alcune fonti antiche lo volevano congiunto dei Tuscolani. La notizia sembra però priva di fondamento. Era di certo appoggiato dalla fazione dei conti di Tuscolo, che lo innalzò alla cattedra pontificia.»
Tuttavia, se si considera tale Davide fratello di Alberico II di Spoleto, ne consegue che Benedetto fosse cugino di papa Giovanni XII e, forse, pronipote dei papi Adriano III e Sergio III (ritenuti, da taluni storici, fratelli di Teofilatto I, suo bisnonno materno). Teofilatto I, Sergio III e Agapito-Adriano III erano, forse, figli di un Benedetto discendente di tal Alberico comes tusculanus, fratello di papa Adriano I. Il cugino Giovanni XII era, a sua volta, cugino di secondo grado di Giovanni XIII; invece papa Giovanni XI (cugino di primo grado di Giovanni XIII e di secondo grado di Giovanni XII), che fosse figlio di Alberico I o di Sergio III, era suo zio. Benedetto VII era perciò, per diverse vie, imparentato a molti papi e la sua famiglia ne avrebbe dati ancora altri.
«L'interesse per il clero d'Oltralpe e i rapporti con esso furono costanti per tutto il pontificato di Benedetto VII. Sebbene non costituiscano novità, giacché essi si erano sviluppati almeno dal tempo di Giovanni XIII, in conseguenza dei legami stretti tra papato e Impero sotto Ottone I, tuttavia i più numerosi documenti di B[enedetto] permettono di seguire meglio l'azione papale, soprattutto nei confronti del movimento di riforma monastica che si diffondeva in Europa.»
^Non è del tutto attendibile la notizia secondo cui Benedetto VII fosse un parente, un discendente di quell'Alberico II di Spoleto che aveva dominato Roma dal 932 al 955. Ne parla la Chronica et Gesta Aevi Salici, continuazione del Chronicon Leonis Ostiensis, p. 631 nota 2:
(LA)
«Eo tempore Benedicto papa sexto vita decadente, Benedictus papa septimus propinquus supradicti Alberici Romanorum consulis in apostolicam sedem inthronizatur.»
(IT)
«In quel tempo, dopo che papa Benedetto VI morì, fu intronizzato nella Sede Apostolica Benedetto VII, parente del sovracitato Alberico console dei Romani.»
^Si veda, oltre alla fonte coeva citata a nota 13, anche Brook, pp. 5-21, che ricopre la genealogia dei Tuscolani.
Bibliografia
(EN) Lindsay Brook, Pope and Pornocrats: Rome in the early middle ages, in Foundations: The Journal of the Foundation for Medieval Genealogy, vol. 1, n. 1, gennaio 2003, pp. 5-21.
Paolo Delogu, Benedetto VII, collana Enciclopedia dei Papi, vol. 2, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2000, SBNUSS0002453. URL consultato il 12 novembre 2015.
(FR, LA) Louis Marie Olivier Duchesne, Le Liber pontificalis, vol. 2, Parigi, Ernest Thorin, 1892, SBNRMR0002614. URL consultato il 12 novembre 2015.
(LA) Georg Heinrich Pertz (a cura di), Continuazione del Chronicon di Leone Ostiense (PDF), collana Monumenta Germaniae Historica, Scriptores, vol. 7, Leipzing, Karl W. Hiersemann, 1925 [1846], Libro II, capitolo IV, OCLC34996328. URL consultato il 12 novembre 2015.