Nativo della capitale iberica[1], è ivi deceduto il 18 marzo 2020 all'età di 84 anni.[2]
Caratteristiche tecniche
Soprannominato Galgo («levriero» in spagnolo[3]) per la velocità e il fisico longilineo[4], iniziò la carriera in veste di ala calandosi poi con successo nel ruolo di punta centrale facendo valere l'opportunismo sottorete e il senso del gol.[5][6]
L'attitudine a realizzare «gol di rapina» ne determinò anche il soprannome di Ala infernal.[3]
Carriera
Giocatore
Club
Atlético Madrid
La prima tappa della sua carriera si svolse in patria con l'Atlético Madrid[4], componendo assieme a Enrique Collar un interessante paio di laterali offensivi[6]: a impreziosirne il trascorso coi Colchoneros furono due vittorie in coppa nazionale e la conquista della Coppa delle Coppe avvenuta nel 1962[6], col giocatore a segno contro la Fiorentina sia nell'originaria finale che nella ripetizione della stessa indotta da un pareggio.[4] Conta inoltre 16 apparizioni nella stracittadina madrilena con 6 realizzazioni all'attivo, tra cui una doppietta nella gara del 2 luglio 1961 valevole per l'atto conclusivo della coppa iberica.[6]
Torino
Ingaggiato dal Torino subito dopo l'affermazione colta in campo europeo[4], debuttò in Serie A il 14 ottobre 1962 nell'incontro che vide i granata imporsi col minimo scarto a danno della SPAL[7]: ad archiviarne l'annata d'esordio concorse il raggiungimento della finale di Coppa Italia[8], poi persa contro l'Atalanta.[9]
Durante la seconda stagione nel capoluogo piemontese risultò top scorer del summenzionato torneo[10][11], contribuendo con 4 marcature — l'ultima delle quali nella stracittadina sabauda andata in scena il 14 giugno 1964 —[4] a un nuova partecipazione della compagine alla finale arrisa però alla Roma.[6]
Inter
Nell'estate 1964 fu tesserato da un'Inter reduce dal trionfo europeo e in cerca di nuove pedine per l'attacco[12]: nel mese di settembre si aggiudicò il titolo mondiale che i nerazzurri fecero proprio dopo una triplice sfida con l'argentino Independiente[4], avversario contro il quale la punta scese in campo nella partita d'andata e nello spareggio.[4] La contemporanea titolarità del brasiliano Jair e del connazionale Suárez ne circoscrisse l'utilizzo alle manifestazioni internazionali[5], il cui apparato regolamentare fissava un tetto massimo di tre effettivi stranieri[5]: a limitarne le apparizioni domenicali occorsero poi le gerarchie interne[13], con l'infortunio di Milani sopperito dalla rotazione di Domenghini e Mazzola al centro dell'attacco.[14]
L'ex torinista conobbe comunque maggiori fortune in Coppa Campioni[15], assurgendo a protagonista del retour match contro il Liverpool svoltosi il 12 maggio 1965 e valido per le semifinali[5]: coi milanesi chiamati a ribaltare un passivo di 3-1 subìto in terra britannica[16], l'attaccante sbloccò il punteggio nei minuti iniziali sottraendo la palla all'estremo difensore Lawrence mentre questi si accingeva al rinvio e depositando nella rete sguarnita.[5][17] Vane risultarono le proteste degli inglesi[18], i quali sostennero che il centravanti avesse compiuto un'azione fallosa[5][18]: la vittoria per 3-0 spalancò ai nerazzurri le porte della finale[19], evento arriso agli uomini di Herrera a scapito del Benfica col numero 9 in campo per l'intera durata dell'incontro.[4][20]
Contestualmente vincitore del tricolore[4], l'8 settembre 1965 aprì le marcature in avvio di gara contro l'Independiente nel primo round di una Coppa Intercontinentale mantenuta in bacheca dai lombardi[12][21]: pur continuando a vestire i panni del rincalzo[22], il trentenne spagnolo — autore tra l'altro di una doppietta al Ferencvaros in Europa —[19][23] aggiunse al palmarès un nuovo Scudetto.[24]
Roma
L'ultima esperienza italiana furono quattro anni con la Roma[4], indossandone i gradi di capitano dal 1968 al 1970[6]. Durante la partita di ritorno contro l'Inter del campionato 1966-67 del 19 marzo 1967 fallì un rigore[25]
Il trionfo in Coppa Italia del giugno 1969 — cui contribuì andando a segno in 6 occasioni —[26][27] arricchì il passaggio capitolino[28], con le scarpe appese al chiodo nel 1970.[4][6]
Nazionale
Ha vestito i colori della Spagna dal 1956 al 1966[4], partecipando a due edizioni del Mondiale.[6]