La Coppa Italia 1926-1927 fu la 2ª edizione della manifestazione calcistica. Essa non giunse alla conclusione, venendo interrotta ai sedicesimi di finale nel disinteresse generale, tanto che la competizione fu dimenticata per quasi un decennio.[1][2]
Avvenimenti
Il 18 settembre 1926 il Direttorio Federale approvò il regolamento della Coppa Italia, competizione aperta alle squadre di qualsiasi divisione, purché con un campo a norma. La competizione sarebbe stata a eliminazione diretta in gara unica con il campo scelto per sorteggio e si sarebbe svolta nei giorni festivi non domenicali e nelle domeniche di sosta del campionato. Le squadre partecipanti sarebbero state raggruppate in cinque gruppi (definiti "quarti di semifinale"), sempre a eliminazione diretta, in base a criteri geografici:
Gruppo A: Piemonte, Liguria e Lombardia;
Gruppo B: Veneto, Venezia Giulia, Venezia Tridentina, Emilia;
Gruppo C: Toscana, Marche, Umbria, Sardegna, Lazio, Zara;
Gruppo D: Abruzzi, Puglie;
Gruppo E: Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia.
Secondo Il Tevere del 23 novembre 1926 le partecipanti avrebbero dovuto ridursi entro due turni a eliminazione diretta a 32 squadre nel gruppo A, 48 nel B, 16 nel C, 8 nel D e 8 nell'E. Nella seconda fase a eliminazione diretta le 96 squadre superstiti dei gironi A, B e C si sarebbero scontrate tra di loro in turni a eliminazione diretta per determinare sei delle otto qualificate ai quarti di finale. Le altre due qualificate sarebbero uscite dai turni a eliminazione diretta tra le 16 squadre superstiti dei gironi D ed E. La squadra vincitrice si sarebbe aggiudicata definitivamente una coppa d'argento[3] e avrebbe avuto il diritto di apporre sulla casacca nella stagione successiva la lupa capitolina.[4][5]
Le iscrizioni si chiusero il 15 ottobre 1926.[6] Si iscrissero in tutto 111 squadre, inserite nei seguenti gruppi:
Gruppo A: 53 squadre;
Gruppo B: 38 squadre;
Gruppo C: 15 squadre;
Gruppo D: 2 squadre;
Gruppo E: 3 squadre.
A fine ottobre la FIGC annunciò che, a causa del numero insufficiente di iscritte nell'Italia meridionale, i gironi D ed E sarebbero stati accorpati al girone C e che la competizione avrebbe avuto inizio l'11 novembre 1926, giorno considerato festivo in quanto genetliaco del re in carica Vittorio Emanuele III.[7] Alcuni giorni dopo, a inizio novembre, fu comunicato che la suddivisione in tre gironi sarebbe valsa solo per il primo turno. Nel secondo turno i gironi A e B si sarebbero fusi in un unico girone, dal quale sarebbero state esentate per sorteggio 16 squadre, mentre non si sarebbero disputate partite nel girone C. A partire dal turno successivo le 64 rimaste in gara (48 provenienti dai gironi A e B, di cui sedici che avevano usufruito del bye, e 16 dal girone C) avrebbero disputato i trentaduesimi di finale senza far più vigere criteri geografici. A partire dai trentaduesimi, la competizione sarebbe durata sei turni.[8]
Il 18 novembre 1926 il Direttorio Federale stabilì per sorteggio gli abbinamenti del secondo turno annunciando che si sarebbe svolto il 6 gennaio 1927 (epifania). Due incontri, tuttavia, furono anticipati. A causa della mancata disputa degli incontri tra Savoia e Ideale (primo turno) e tra Fiumana e Vado (secondo turno) per il ritiro di ambedue dalla competizione, le partecipanti ai trentaduesimi si ridussero a 62. Per tale motivo il Direttorio Federale, nella seduta del 15 gennaio in cui sorteggiò gli abbinamenti del terzo turno, concesse il bye per sorteggio al Liberty e alla Sestese.
A questo punto la competizione finì gradualmente con l'arenarsi a causa della carenza di date disponibili, anche perché la federazione aveva intasato il calendario indicendo dei tornei di consolazione (la Coppa CONI per le squadre di Divisione Nazionale e la Coppa Arpinati per quelle di Prima Divisione). Ad aggravare la situazione alcune partite terminarono in parità e dovettero essere ripetute. Il 5 marzo 1927, quando ancora non si erano disputate tutte le partite del terzo turno (trentaduesimi), il Direttorio Federale sorteggiò gli abbinamenti del quarto turno (sedicesimi). A estate inoltrata, preso atto che si erano disputate solo tre partite dei sedicesimi e rimanevano ancora quattro partite dei trentaduesimi da disputare, la competizione fu giocoforza interrotta perché la stagione era ormai terminata.
Squadre partecipanti
La partecipazione alla coppa era libera ed aperta a chiunque volesse pagare la tassa d'iscrizione. La manifestazione raccolse tuttavia minor entusiasmo nel Meridione. Il turno d'ingresso veniva determinato dal sorteggio.
Le prime 30 squadre che si affrontarono in questa edizione vennero divise in tre gruppi disomogenei: il gruppo A, composto da 10 squadre del nord-ovest; il gruppo B, composto da 12 squadre del nord-est; il gruppo C, composto da 8 squadre del centro e del sud. Le partite del primo turno furono disputate l'11 novembre 1926.
In questo turno entrarono in gioco le ultime 29 squadre oltre al Liberty Bari che, assieme alla Sestese per sorteggio, furono ammesse direttamente ai sedicesimi di finale.