L'importanza politica del ducato di Sora emerse con Giovanni della Rovere, quando, a seguito della battaglia di Fornovo, Carlo VIII di Francia, incoronato re di Napoli, fu sconfitto dal partito aragonese. A seguito di ciò fu organizzato a Isola di Sora da nobili abruzzesi e laziali, una congiura contro il potere aragonese restaurato, per riproporre il dominio francese sul regno di Napoli e decentrare ulteriormente i poteri feudali nella valle del Liri. I protagonisti di quest'incontro furono Graziano de Guerres, capitano di Carlo VIII negli Abruzzi, Giovanni Paolo Cantelmi, Giovanni della Rovere, Federico di Monfort e Giovanbattista Caracciolo. L'ascesa al potere dell'imperatore Carlo V d'Asburgo in Europa decretò il fallimento della cospirazione, lasciando però le tracce di una debole resistenza politica al dominio spagnolo che rafforzò il legame di Sora con le politiche nazionali pontificie.[3]
Carriera militare
La città fu anche base logistica delle spedizioni militari volte a riaffermare i diritti francesi sulla Campania e sugli Abruzzi, che intraprese Giovanni della Rovere, tra il 1494 e il 1501 (anno della sua morte). Duca di Sora e di Arce, signore di Senigallia, con Giovanni Paolo Cantelmi allestì un esercito di fanteria e cavalleria per attaccare le truppe aragonesi insediate all'Aquila degli Abruzzi; conquistò la città dopo aver sconfitto anche la postazione filoaragonese di Bartolomeo d'Alviano che aveva occupato Tagliacozzo per difendere i confini settentrionali.[4]
Marinella Bonvini Mazzanti, Giovanni della Rovere, edizioni 2G, Senigallia 1983.
Marinella Bonvini Mazzanti-Gilberto Piccinini (a cura di), La quercia dai frutti d'oro. Giovanni della Rovere (1457-1501) e le origini del potere roveresco, Deputazione di Storia Patria per le Marche, Ancona 2004.
Gian Galeazzo Scorza (a cura di), I della Rovere, Melchiorri, Pesaro 1981.