Le due tutrici diedero a Vittoria un'educazione di rigida osservanza cattolica e si preoccuparono inoltre di assicurarne il fidanzamento, nel 1623, col cugino tredicenne Ferdinando. Nel 1631 moriva l'ultimo dei della Rovere, Francesco Maria, di cui Vittoria era l'unica erede: in teoria il Ducato di Urbino sarebbe dovuto passare al Granducato di Toscana, di cui Vittoria era aspirante sovrana, ma ciò fu impedito dalla vigorosa reazione del papa Urbano VIII, al quale le due reggenti non osarono contrapporsi: in compenso, Vittoria e la casata medicea ottenevano il possesso della ricchissima collezione di dipinti della famiglia estinta, comprendente capolavori di Tiziano e Raffaello Sanzio (che oggi sono tra i maggiori vanti degli Uffizi e della Galleria Palatina).
Matrimonio
Vittoria sviluppò un carattere austero e devoto, attentissimo alle forme esteriori della religiosità cattolica. Nel 1628 Ferdinando divenne granduca a tutti gli effetti per il raggiungimento della maggiore età e nel 1634 veniva officiato il suo matrimonio in forma privata con Vittoria, celebrato in forma ufficiale tre anni dopo, il 6 aprile 1637. Vittoria fu incoronata in Duomo il 5 luglio successivo.
L'unione non fu felice. Dopo due bambini morti appena venuti al mondo (Cosimo ed una bambina di cui non fu reso noto il nome), nel 1642 nacque l'erede, il futuro Cosimo III, per la cui educazione sorsero seri contrasti tra i sovrani: Ferdinando avrebbe voluto dargli un'educazione moderna, laica e scientifica mentre Vittoria esigeva un'educazione impartita da religiosi. Vinse la moglie, con conseguenze negative per la futura vita del Granducato, che si manifestarono una volta che Cosimo divenne sovrano.
La coppia ebbe un secondogenito, Francesco Maria, nel 1660: la distanza tra le due nascite dei principi venne spiegata con una vera e propria separazione in casa tra la coppia granducale, dovuta alla scoperta, da parte di Vittoria, dell'orientamento bisessuale del marito, colto in flagrante in atteggiamenti intimi con un paggio di corte, Bruto della Molara. La sovrana reagì interrompendo i rapporti col marito, dedicandosi alle pratiche religiose e conducendo una vita austera.
Ultimi anni e morte
Nel 1670 moriva Ferdinando II. Subito si accese una vivace rivalità tra la nuova granduchessa, Margherita Luisa d'Orléans, e la granduchessa madre per la partecipazione al potere accanto a Cosimo III. Dopo un paio di anni l'ebbe vinta Vittoria, dato che Margherita Luisa abbandonava Firenze per trasferirsi prima in alcune ville di campagna e poi tornandosene a Parigi.
Grazie alla sua insistenza, la Granduchessa riuscì a salvare gli affreschi della cappella Brancacci; ella infatti si oppose a Francesco Feroni, abbiente uomo che voleva comprarla, demolirla e ricostruirla in stile barocco.
Vittoria della Rovere si spense a Pisa il 5 marzo 1694.
Di lei ci restano numerosi ritratti, eseguiti soprattutto dal ritrattista ufficiale dei Medici Justus Sustermans, in diverse fasi della sua vita.
Sepoltura
Nel 1857, durante una prima ricognizione delle salme dei Medici, così venne ritrovato il suo corpo:
«[…] ridotto scheletro era vestito di un abito di seta nera a righe, ornato di trine nere e bianche al collo, alle maniche e al lembo della sottana. Sul capo che era coperto da un cappuccio di velluto e sul petto posavano due
grandi medaglie d’oro […] Dappresso ai piedi, racchiusa in tubo di piombo, era la iscrizione scritta su cartapecora e ben conservata […][1]»
Discendenza
Vittoria e Ferdinando ebbero quattro figli:
Cosimo de' Medici (†1639), gran principe di Toscana, morto quaranta ore dopo la nascita;
^Sommi Picenardi G., Esumazione e ricognizione delle Ceneri dei Principi Medicei fatta nell'anno 1857. Processo verbale e note, Archivio Storico Italiano Serie V, Tomo I-II, M. Cellini & c., Firenze 1888 in D. Lippi, Illacrimate Sepolture - Curiosità e ricerca scientifica nella storia della riesumazione dei Medici, Firenze, 2006 online.
Bibliografia
I della Rovere. Piero della Francesca, Raffaello, Tiziano. Catalogo della mostra (Senigallia, Urbino, Pesaro, Urbania, 4 aprile - 3 ottobre 2004) - Curato da P. Dal Poggetto - Electa Mondadori ISBN 88-370-2908-X
Renzo Fiorani, Tra misa e metauro. Allegrezze e preoccupazioni per Federico Ubaldo della Rovere, ed. da Archeoclub d'Italia, Sede di Castelleone di Suasa
Adelinda Modesti: Women’s Patronage and Gendered Cultural Networks in Early Modern Europe: Vittoria della Rovere, Grand Duchess of Tuscany, 2019, E-book, edizione cartacea 298 pagine, editore Taylor e Francis, ISBN 978-1-351-77811-4.