Arenaro-Santa Cecilia (frazione che è parte sia del comune di Francavilla al Mare sia del comune di Ripa Teatina), Castelvecchio, Cese, Cetti San Biagio, Coderuto, Fontechiaro, Piane, Piane di Vallebona, Piattelli, Pretaro, Quercianotarrocco, San Giovanni, Setteventi, Torre Ciarrapico, Valle Anzuca, Villanesi
Il territorio comunale si estende lungo la costa adriatica abruzzese e ha una estensione di 23,09 km²; è attraversato dal fiume Alento, mentre il fiume Foro segna il confine meridionale con Ortona. Diviso tra una stretta pianura costiera e la fascia collinare immediatamente retrostante, il centro urbano si sviluppa prevalentemente sulla riva, mentre il centro storico (andato quasi interamente distrutto nella Seconda guerra mondiale)[7] sorgeva su una collina prospiciente il mare.
Il clima della città, di tipo temperato caldo[9], presenta caratteristiche mediterranee con una temperatura media annua di 14,9 °C, oscillante fra i 6,4 °C del mese di gennaio e i 23,6 °C di luglio. Gli inverni sono generalmente miti (la media stagionale è di 7,6 °C) e le estati calde, ma non torride (22,6 °C di media stagionale). Le precipitazioni, pari a 730 mm annui, sono per lo più concentrate fra settembre e aprile. La siccità estiva è meno marcata che in altre contrade mediterranee.[10]
Il toponimo Francavilla, in uso sino al 1863, è il risultato dell'unione di Franca nel senso di esente da obblighi fiscali e di Villa, termine latino il cui significato originario era casa di campagna ma che in età medievale assunse anche l'accezione di località abitata o paese[11]. La specifica al Mare si rese necessaria dopo l'unificazione italiana nel 1861 per distinguere la cittadina dai numerosi centri abitati italiani omonimi, e venne prescelta in considerazione del recente sviluppo dell'abitato lungo le rive del Mare Adriatico[12]. Fu quindi aggiunta alla vecchia denominazione nel 1863.
Storia
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L'abitato si costituì, con ogni probabilità, in epoca longobarda[13] e fece parte del Ducato di Spoleto. Era per lo più popolato da contadini e pescatori e fu edificato secondo un piano urbanistico a spina di pesce tipico del Medioevo, estendendosi da La Civitella (posta nel centro del paese), fino al mare. Era circondato da mura perimetrali con tre porte d'accesso, e difeso da dodici torri.
Nel XIII secolo si sviluppò in paese una florida attività commerciale imperniata sul porto (che aveva un proprio fondaco per il sale). Nel 1307 fu istituita la Fiera dell'Assunzione. In quegli anni Roberto d'Angiò autorizzò ufficialmente il commercio del vino con Chieti. La peste nera, scoppiata attorno al 1350, decimò la popolazione della cittadina che successivamente dovette subire saccheggi e razzie prima da Frate Monreale di Provenza, poi dal Conte Lando. Attorno alla metà del Quattrocento fu accolta in città una colonia di profughi albanesi che avevano abbandonato il proprio paese a seguito dell'invasione ottomana.[14] In quell'epoca fu edificata a Francavilla la chiesa più antica, ancora esistente, santa Maria della Croce.
Età moderna
Nel 1501 la località fu data in feudo a Costanza d'Avalos, la cui famiglia era titolare dei marchesati del Vasto e di Pescara.
Nel luglio 1566 una flotta ottomana guidata dall'ammiraglio Piyale Paşa, assaltò la fortezza di Pescara, in via di completamento. Le comunque già importanti fortificazioni indussero gli ottomani a desistere dall'attacco, ripiegando a sud dove saccheggiarono dapprima Francavilla e poi Tollo, Miglianico, Ortona, Vasto e Termoli[15]. Francavilla venne espugnata, saccheggiata e in parte distrutta dall'armata mussulmana, come ricordato anche da Serafino Razzi in Viaggio negli Abruzzi[16].
Nel 1602 fu ceduta ai Caracciolo e sei anni dopo ai Di Palma. Quarant'anni più tardi fu recuperata dai D'Avalos, che ne mantennero il possesso fino all'ultimo decennio del XVIII secolo. Nel Settecento le fu conferito il titolo di città.
Età contemporanea
Negli anni successivi all'apertura della tratta ferroviaria Ancona-Pescara-Bari del 1865, iniziò a svilupparsi sulle rive dell'Adriatico il quartiere della Marina, con al centro il Palazzo della Sirena edificato nel 1887 da Antonino Liberi come luogo di svago della nuova borghesia, avviando la trasformazione del borgo in una stazione balneare.
Fu tuttavia nei decenni successivi, e in particolare a partire dagli anni ottanta dell'Ottocento, che Francavilla acquistò notorietà a livello nazionale grazie alle capacità e allo spirito di iniziativa di Francesco Paolo Michetti, che creò attorno alla sua persona un cenacolo letterario ed artistico con sede prima in un suo studio nella Marina, poi in un ex convento francescano, divenuto noto come convento Michetti, da lui acquistato nel 1885[17].
La città, descritta negli anni 1930 come una frequentata stazione balneare composta da eleganti villini e alberghi,[19] fu in larga parte devastata durante la Seconda guerra mondiale, subendo i bombardamenti alleati e le distruzioni dell'esercito tedesco in ritirata, con la perdita pressoché integrale del centro storico.[7] Durante l'occupazione tedesca si verificò l'episodio noto come strage di Santa Cecilia: il 30 dicembre 1943, durante un'operazione di rastrellamento delle truppe tedesche volta a catturare civili da impiegare nei lavori di fortificazione del territorio chietino, un soldato tedesco che prese di mira una ragazza fu ucciso dal padre di questa, e come rappresaglia i nazisti radunarono undici uomini, presi tra gli sfollati di passaggio e i prigionieri, e una volta condotti al comando tedesco di Villa Perenich li trucidarono, gettandone i resti in un vallone; in un secondo episodio, un maresciallo tedesco uccise altri nove civili impiegati nel lavoro coatto, facendoli poi seppellire dai superstiti in un letamaio. La riesumazione delle vittime e le celebrazioni funebri furono possibili solo nell'agosto 1944.[20][21][22]
Liberata dagli alleati il 9 giugno 1944, la città fu ricostruita in forme moderne nell'immediato dopoguerra. Al termine del conflitto, infatti, la città era per lo più ridotta in macerie, con la notevole eccezione del convento Michetti, uno dei pochi edifici superstiti.[7]
Secondo dopoguerra
Superate le criticità più immediate e le prime ricostruzioni del dopoguerra, come la riattivazione ferrovia Adriatica nel 1947 e la ricostruzione del 1948 in stile razionalista di Palazzo della Sirena, uno dei precedenti simboli dell'architettura liberty in città andato distrutto nel 1943, la città iniziò una veloce crescita demografica (trainata dalla vicinanza con Pescara e dal fenomeno dalle emigrazioni interne abruzzesi), che la portò dai 9.974 abitanti del censimento del 1951 ai 21.675 del 1991.
Simboli
Lo statuto comunale[23][24] così descrive lo stemma: "Il Comune ha un proprio gonfalone ed un proprio stemma che raffigurano graficamente una torre con un triremi come da simbolo allegato al presente Statuto. Inoltre sono presenti alcuni versi tratti dall'Inno a San Franco, antico inno scritto in latino e dedicato appunto al Patrono della cittadina."
«Trinciato: il primo, di azzurro, alla barca all'antica, equipaggiata di quattro, tre marinai rivoltati ai remi, il nocchiero in piedi a destra, addestrato dall'albero con la vela serrata, il tutto d'argento, essa barca munita a sinistra della bandiera bifida e svolazzante a destra, di rosso, astata di nero; il secondo, di oro, alla torre di rosso, murata di nero, finestrata dello stesso, merlata alla guelfa di tre, posta a destra e fondata in punta. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d'oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Frentana Villa vel Franca Villa olim Frentana Civitas. Ornamenti esteriori da Città.[25]»
(D.P.R. del 13 dicembre 2011)
Il gonfalone è un drappo di azzurro con la bordatura di giallo.[26]
«Ridente cittadina degli Abruzzi, gravemente provata, nell'ultimo conflitto mondiale, da spaventose rappresaglie del nemico invasore, resisteva impavida alle più dure sofferenze e contrastando l'offesa, sopportava con fiero coraggio le più rovinose distruzioni e la crudele perdita di vite umane. Mai piegando la sua fede in un'Italia migliore, offriva magnifico esempio di patriottismo e di devozione alla Patria. 1943-1944» — 17 maggio 1984[27]
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Sorgono a Francavilla diversi edifici religiosi, situati in tutto il territorio comunale, fra cui le chiese di san Giovanni Battista e san Francesco; quest'ultima fu edificata secondo moduli architettonici romanici.
Chiesa di Santa Maria Maggiore
La chiesa di Santa Maria Maggiore (in origine dedicata a San Franco) fu costruita nel XV secolo. Ricostruita completamente nel 1948 dopo la distruzione totale della Seconda guerra mondiale, fu progettata da Ludovico Quaroni, ed è costruita su un ampio basamento in pietra sul quale si eleva l'unica navata a forma di ottagono irregolare, con una schiacciata cupola a volta. L'edificio è stato decorato da Pietro Cascella, sia esternamente, con un gruppo di statue e la decorazione della facciata, sia all'interno con il fregio in terracotta del deambulatorio, le grate delle finestre, il pulpito, il cero pasquale e i seggi presbiteriali in pietra. Nella chiesa è custodito un ostensoriogotico del 1413, opera dell'orafo Nicola da Guardiagrele, ed altri oggetti sacri moderni.
Chiesa di San Bernardino
La chiesa di San Bernardino presenta una pianta ellittica, con facciata di stile tardo barocco, scandita da paraste angolari a capitello dorico, trabeazione che divide la facciata dall'architrave a forme rialzate e curvilinee, con due pinnacoli laterali piramidali, e un ulteriore rialzo a piccolo timpano triangolare.
Chiesa di Santa Maria della Croce
La chiesa di Santa Maria della Croce, risale al XV secolo. L'esterno è a pianta rettangolare, con tetto spiovente, e la facciata decorata da un oculo centrale per la luce, e un nartece ad arco a tutto sesto, che immette al portale.
Convento Michetti
Il convento dei Frati Minori Osservanti, dedicato a Sant'Antonio di Padova o anche Santa Maria del Gesù, noto come Convento Michetti o anche come "Cenacolo michettiano" o "Cenacolo dannunziano", è uno dei simboli della città. L'edificio fu eretto nel 1430, e venne acquistato nel 1885 da Francesco Paolo Michetti che, dopo averlo radicalmente ristrutturato, vi stabilì la propria residenza e ne fece un centro di incontri e di scambi culturali[28].
Chiese secondarie
Chiesa di San Rocco, edificio ottocentesco che andò a sostituire una cappella preesistente. Ha un aspetto eclettico con richiami agli stili neogotico e neoromanico.
Muro del convento di San Francesco: risalente al XIII secolo, il muro faceva parte dell'originario complesso dei francescani di Francavilla.
Chiesa della Madonna delle Grazie, una delle poche chiese di Francavilla rimaste inalterate dagli eventi bellici. Ha impianto rettangolare, con abside semicircolare, tetto a spioventi, e facciata a capanna, con un portale architravato sormontato da finestrone centrale. L'interno è a navata unica, intonacato di bianco, scandito da paraste a capitello corinzio.
Architetture civili
Palazzo Sirena: Progettato in stile liberty dall'architetto e ingegnere Antonino Liberi, fu inaugurato il 22 Luglio 1888[29][30]. Per decenni l'edificio ottocentesco, distrutto dall'esercito tedesco nel 1943, fu al centro della vita culturale della città ospitando serate da ballo, concerti e altri eventi di vario genere. Fu ricostruito con un nuovo edificio in stile razionalista inaugurato nel 1951, definito dal Centro studi di architettura razionalista di Roma un "significativo esempio di architettura tardo razionalista".[31] Tra il 1991 ed il 1995 il palazzo venne ampliato con la costruzione di una nuova struttura di forma ovale che ne coprì il lato affacciato sul mare. Il 21 agosto 2017 la parte originaria del 1951 venne abbattuta ampliando così piazza Sirena mantenendo però l'auditorium aggiunto negli anni 1990.
Palazzo San Domenico si trova nella centro storico, e dal 1998 ospita il Museo Michetti. Danneggiato parzialmente dagli eventi bellici, fu ricostruito in un aspetto non perfettamente conforme a quello originario, dotato di un campanile con cuspide barocca. Ha pianta rettangolare con facciata decorata da portale sormontato da tettoia con due colonne. Vi sono due ordini di finestre, e in cima alla facciata vi è una torre con quattro archi; all'interno è presente un chiostro.
Architetture militari
In città sono conservate alcune torri di origine medievale, sopravvissute alle distruzioni della Seconda guerra mondiale:
Torre d'Argento, situata nella zona della Civitella,a impianto semi cilindrico[32].
Torre Masci, costruita nel 1570 e sita in via Michetti.[32]
Torre Ciarrapico edificata nel 1660[32] e in seguito utilizzata come prigione. La torre è stata adibita a museo, ospitando il Museo della Marina, ed è collegata al muro dell'ex convento di San Francesco.
Al 31 dicembre 2023 erano presenti 1.466 residenti di origine straniera, in prevalenza provenienti dall'Europa orientale, che costituiscono il 6,27% della popolazione complessiva del comune[34].
Lingue e dialetti
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Nel comune è parlato il dialetto francavillese, definibile, nella sua forma più arcaica, un dialetto di tipo "chietino orientale": esso infatti presenta legami con altre parlate della provincia di Chieti, specie quelle dei paesi limitrofi, come testimoniato dal frequente passaggio di "a" intervocalica e tonica in "e" (Libbërètë per "Liberata", paghè per "pagare"), oppure dalla metafonesi sempre di "a" in "e" (tu èbbëtë per "tu abiti").
Tuttavia, solamente le generazioni più anziane si esprimono ancora oggi in questo modo, mentre la maggior parte della popolazione preferisce utilizzare un dialetto definibile come di tipo "pescarese meridionale": il vernacolo francavillese attuale, specie quello delle generazioni più giovani, risulta infatti influenzato in maniera sempre più preponderante dalla parlata del vicino capoluogo adriatico, che costituisce per i francavillesi un punto di riferimento lavorativo, ricreativo e di conseguenza anche linguistico. Le persone più giovani sono peraltro spesso discendenti da cittadini francavillesi "acquisiti", dunque non autoctoni ma che per i più disparati motivi, lavorativi e non, hanno fissato la loro dimora nella cittadina, specialmente nell'area a nord del fiume Alento, la più vicina a Pescara, con cui forma ormai un unico agglomerato urbano. La popolazione più giovane pertanto tende ad aprire maggiormente le vocali e ad usare vocaboli e cadenza del tutto simili a quelli in uso a Pescara e dintorni, salvo al massimo qualche lievissima sfumatura territoriale, specie nelle aree più interne del comune. Francavilla rappresenta perciò il comune più meridionale di quella che può essere definita a buon diritto una vera e propria "koinè pescarese", fenomeno dialettale di recente sviluppo e in continua estensione, che sulla costa si protrae a nord fino a Silvi e oltre, e che presenta inoltre diramazioni più o meno ampie verso l'interno.
Tradizioni e folclore
La festa patronale di san Franco eremita si festeggia il 18 agosto, con un programma festivo che parte dal 15, giorno di Ferragosto.
Cultura
Istruzione
Nel territorio comunale, in aggiunta a un liceo scientifico e tecnologico, sono presenti diverse scuole paritarie private che coprono tutti i campi della formazione primaria e secondaria.
Università
Presso la Fondazione Istituto "Santa Caterina" Fondazione Istituto Santa Caterina di Francavilla al mare, è presente un corso di laurea dell'università Cattolica del Sacro Cuore.
Musei
Sono attivi il dal 1998 Museo Michetti in Palazzo San Domenico, che ospita diverse tele del pittore abruzzese, e il Museo navale Ezio Masci, contenente diversi cimeli marinari.[35]
Nata nel 1947, nel corso degli anni la manifestazione si è trasformata dall'originario premio di pittura, a una manifestazione che include varie discipline artistiche come fotografia, scultura e produzioni video.
Circa centosessanta opere esposte nel tempo nella manifestazione costituiscono una collezione permanente del Museo Michetti.
Tradizione cittadina nata nel secondo dopoguerra, la manifestazione del Carnevale d'Abruzzo si svolge con carri costruiti dai cartapestai del luogo, decorati con caricature dei personaggi di attualità.
.Le lunghe e attrezzate spiagge della cittadina, una delle principali stazioni balneari abruzzesi, sono tradizionale meta di turismo estivo locale e nazionale. Il comune aderisce inoltre alle associazioni Città Slow e Città del Vino.
Il trasporto pubblico urbano è affidato alla TUA e viene gestito unitamente a quello di Pescara. Sulla costa francavillese è stato in parte realizzato il tratto locale del Corridoio Verde Adriatico.
La principale squadra cittadina, erede della tradizione della Francavilla Calcio, milita nel campionato provinciale di promozione, disputando gli incontri di casa nello stadio cittadino Valle Anzuca.
Baseball e Softball
La società Francavilla Hawks Baseball e Softball era presente in città dal 1977. L'ultimo riconoscimento è stato il titolo di campione regionale categoria cadette softball, vinto nella stagione 2008.[37]
Ciclismo
Nel 2024 si è conclusa a Francavilla al Mare l'undicesima tappa del Giro d'Italia 2024[38]
^Abruzzo Promozione Turismo - Conoscere, su conoscere.abruzzoturismo.it. URL consultato il 25 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 21 settembre 2013).
^ Dipartimento della protezione civile - Ufficio rischio sismico e vulcanico, Classificazione sismica al 2014 (PDF), su protezionecivile.gov.it, 2014. URL consultato il 23 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2014).
^Cfr. la mappa relativa alle regioni climatiche in: AA. VV. Grande Atlante d'Italia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1987, pag. 235
^I dati riportati in tabella sono estratti dal sito: climate-data.org
^«È all'influenza dell'ambiente michettiano, ovvero del cenacolo di Francavilla, costituitosi agli inizi degli anni ottanta [...] che Papini e Guidotti pensano quando parlano di un'Italia conquistata dalla "moda" abruzzese...». La citazione è tratta da: Massimo Costantini e Costantino Felice (a cura di), AA.VV. Storia d'Italia, le Regioni dall'Unità ad oggi. L'Abruzzo, Torino, Giulio Einaudi Ed., 2000, p. 640, ISBN 88-06-15123-1
^ Comune di Francavilla a Mare, Il Convento Michetti, su comune.francavilla.ch.it. URL consultato il 4 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2009).
^Palazzo Sirena, su visitfrancavillaalmare.it, 9 maggio 2013. URL consultato il 25 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2017).
^abc Comune di Francavilla a Mare, Le torri, su comune.francavilla.ch.it. URL consultato il 27 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2009).
Annamaria Andreoli, Il tandem D'Annunzio-Michetti nel cenacolo di Francavilla, in Francesco Paolo Michetti, il cenacolo delle arti tra fotografia e decorazione, Catalogo della Mostra tenuta a Roma e a Francavilla al Mare nel 1999 per iniziativa della Fondazione Michetti e della Regione Abruzzo, Napoli, Electa Napoli, 1999, pp. 72–79
Gabriele D'Annunzio, Ricordi francavillesi, Frammento autobiografico, in Il Fanfulla della Domenica del 7 gennaio 1883
Antonio di Campli, Adriatico. La città dopo la crisi, Barcelona/Trento, List, 2010.
Antonio De Nino, Ricordi di Francavilla, in: Il vessillo di Francavilla del 25 ottobre 1890Antonio di Campli, Adriatico. La città dopo la crisi, Barcelona/Trento, List, 2010.
Franco Di Tizio, D'Annunzio e Michetti, la Verità sui loro Rapporti, Casoli, Mario Ianieri editore, 2002
Franco Di Tizio, Il Cenacolo michettiano...e l'Italia rischiò di diventare interamente abruzzese! in Incontri, Banca Popolare dell'Emilia-Romagna, anno XXVII, n. 69, luglio-settembre 2001, Modena, Arbe Editore, 2001
Matteo Nanni, Giuseppe Ciavatta notaio : 1899 : Casacanditella, Casalbordino, Fara Filiorum Petri, Francavilla al Mare, Giuliano Teatino, Miglianico, Ripa Teatina, Pescara, Tipografia La Stampa, settembre 2019, p. 160, ISBN9791220041294, SBNIT\ICCU\UDA\0241998.
Matteo Nanni, Francavilla al Mare 1802-1875 note di storia, Lanciano, Crocetti Omar, 2023