L'uso dell'ostensorio è diffuso unicamente nella chiesa latina e comincia a diffondersi soltanto verso la metà del XIII secolo,
l'epoca in cui il dogma della presenza reale di Gesù Cristo nell'eucaristia trova la sua formulazione teologica nella dottrina scolastica della transustanziazione. Probabilmente la sua comparsa risale in seguito al miracolo di Bolsena (Italia, 1263) dove l'ostia apparve, visibilmente, vera carne e macchiata di sangue. È in questo contesto che si diffondono pratiche come l'elevazione dell'ostia durante la preghiera eucaristica, la festa del Corpus Domini e, appunto, l'esposizione del pane consacrato alla vista dei fedeli perché adorino il Cristo presente.
A partire dalla metà del XV secolo, tuttavia, venne adottata in sempre maggior misura una forma "architettonica", a torretta o tempietto ogivale, quasi sempre d'argento: ricco di pinnacoli e sostenuto da una base elaborata artisticamente, al centro aveva una lunetta d'argento o d'oro, utilizzata per collocarvi visibilmente l'ostia. Tuttora questa forma (detta "architettonica") è in uso nella liturgia ambrosiana.
Successivamente, in epoca più recente, ossia a partire dalla fine del XX secolo sino ad oggi, hanno fatto la loro comparsa ostensori sempre più stilizzati e meno preponderanti rispetto all’eucaristia in essi contenuta; sovente persino la suddetta forma a raggiera scompare, lasciando spazio ad una completamente circolare e meno ornata, dunque più semplice e schematica.