Nel territorio si insediarono i Boi, tribù celtiche che nel 400 a.C. resero l'area compresa tra il Taro ed il Reno il centro del loro insediamento. Con la conquista romana della Gallia Cisalpina iniziò il processo di latinizzazione dei Celti o Celto-liguri, ed a quel periodo si deve la nascita della lingua locale appartenente al ceppo delle lingue gallo-romanze. I vari insediamenti lasciarono diverse tracce che ne narrano la storia e gli scavi archeologici degli ultimi anni hanno portato alla luce nuovi reperti ed hanno permesso di ricostruire la storia di quel periodo.[4]
Nel X secolo venne edificata una piccola chiesa, testimone della presenza di una popolazione stanziale formiginese. Intorno all'XI secolo vicino fu costruito un cimitero. Nel 1200 si decise di fortificare Formigine e nel 1318 il castello di Formigine fu affidato ad una famiglia dell'aristocrazia modenese. Già nel Trecento l'abitato aveva raggiunto una certa consistenza. Nell'estate del 1335, gli Este saccheggiarono Formigine e ne devastarono il territorio. Nella seconda metà del XIV secolo il castello e l'abitato di Formigine subirono poi diverse trasformazioni.
Nel 1524 sulla torre principale del castello fu posto un orologio (da allora si chiama torre dell'orologio). All'epoca l'abitato era la parte all'interno delle mura del castello. Nel 1648 Francesco I d'Este cedette il feudo di Formigine al marchese Mario Calcagnini e nel 1660, lungo la cortina muraria del castello, furono costruite nuove segrete. Dopo un periodo di progressiva decadenza si ebbe una rinascita con la costruzione di una nuova via di comunicazione con la Toscana, inaugurata nel 1778.
Secoli XX e XXI
Nel 1945 Formigine e il suo castello furono bombardati e nel 1946 gli eredi dei Calcagnini decisero di vendere il castello e il comune lo acquisì per trasformarlo in sede comunale.
Nel settembre del 2007 fu riaperto al pubblico in seguito ai lavori di restauro e allo spostamento della sede comunale nel nuovo municipio. L'aula consiliare rimase tuttavia nella storica sede del castello.
Nei primi anni 2000, il castello cittadino è stato oggetto di nuovi e importanti scavi archeologici, condotti dall'Università Ca' Foscari su richiesta dell'amministrazione comunale e della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia-Romagna. Lo scavo ha consentito di chiarire numerosi aspetti della storia quotidiana sociale, economica e militare dell'allora borgo formiginese, per esempio una relativa distanza tra la chiesa oggi situata all'interno del castello e l'abitato, e la forte militarizzazione dell'intera zona a partire dalla costruzione della fortificazione principale, a difesa del lato orientale del territorio modenese.[5]
Simboli
Lo stemma del comune è stato riconosciuto al sindaco/podestà Guido Gaetano Rossi Barattini con Decreto Regio del 10 maggio 1925[6], nel quale si determina il simbolo della quercia e i colori verde e blu, mentre il gonfalone fu ufficializzato a termini di legge solo nel 1927.
La quercia rappresenta i valori della fertilità, longevità, vigoria, resistenza e forte attaccamento alla terra, qualità nelle quali i formiginesi si sono da sempre riconosciuti, a partire dalla vocazione agricola del territorio.
I colori verde e blu furono scelti perché all'epoca venne istituito un corpo di volontari di Guardie campestri che indossavano una divisa di pannetto verde con bordi di tessuto blu. Nei secoli passati, i colori del paese furono il giallo e il blu, per l'influenza del comune di Modena.
La sagra di San Bartolomeo, patrono del capoluogo, il 24 agosto; dal 2005 accompagnata dalla "Festa Medievale" denominata "Ludi di San Bartolomeo" organizzati dall'associazione pro loco, che ha una durata di 4 giorni, durante i quali il centro storico prende la veste medievale, con spettacoli e rievocazioni storiche che culminano l'ultimo giorno con l'assalto al castello, uno spettacolo pirotecnico rievocativo che richiama persone anche da fuori regione;
Il "settembre Formiginese", manifestazione con più di 30 anni di vita, per un mese vede il centro storico e tutti i suoi negozianti impegnati in iniziative, ogni fine settimana sono presenti mercatini, spettacoli e fiere.
Il “Castello in fiore”, organizzato dalla pro loco l'ultimo fine settimana di marzo, che richiama numerosi protagonisti del settore per esposizioni e vendite itineranti.
La festa "Formigine dolce Europa", una manifestazione dedicata ai prodotti dolciari organizzata da pro loco il primo fine settimana di novembre rivolta ai bambini e alle famiglie, che termina la domenica con il taglio del dolce mattone (dolce mattonella), più grande d'Italia, oltre 30 metri.
Il "Villapark Streetfestival", un festival che unisce basket da strada, musica hip hop, birra e prodotti alimentari tipici. Il tutto sul campo da basket del parco di villa Gandini.
Il "Moninga Open Air Festival", una tre giorni che a Villa Benvenuti propone musica, stand gastronomici ed eventi promozionali volti alla raccolta fondi per il reparto di pediatria di Kimbondo, nella periferia di Kinshasa.
La "Magnalonga Città di Corlo" è un percorso enogastonomico tra le campagne del comune di Formigine che si svolge nel mese di maggio.
La "Scampagneda ed Furmezen" è un percorso enogastonomico tra le campagne del comune di Formigine che si svolge nel mese di settembre.
Economia
Negli anni cinquanta l'amministrazione comunale di Formigine rinunciò a beneficiare delle agevolazioni fiscali alle imprese che volessero investire in aree depresse. La decisione di fatto evitò che a Formigine si insediassero le industrie produttrici di piastrelle che, invece, sono parte integrante del panorama dei comuni limitrofi (Sassuolo e Fiorano Modenese in primis). La rinuncia all'industrializzazione massiccia ha salvaguardato il territorio sancendo la vocazione residenziale del paese che, causa la controurbanizzazione sia di Modena sia dell'area Sassolese, ha visto la propria popolazione crescere rapidamente.
Sul territorio comunale hanno sede piccole e medie manifatture meccaniche indotto tanto del vicino comprensorio ceramico quanto dell'industria automobilistica. Rilevante peso occupa l'industria alimentare che vanta marchi noti a livello nazionale operanti nella macellazione suina. Formigine peraltro non tradisce la propria vocazione agricola (frutta e vigneti) e zootecnica (allevamenti di suini), e nemmeno quella artigianale, per la quale è rinomata la lavorazione del ferro battuto.[9]
Il territorio è attraversato in direzione Nord - Sud dalla Strada Provinciale numero 3 Pietro Giardini, un tempo SS12 dell'Abetone e del Brennero, principale via di collegamento con Modena e la montagna. L'altra principale arteria del paese è la SS 486 (di Montefiorino) che, congiungendosi alla Strada Provinciale Giardini in prossimità dell'abitato di Casinalbo, collega Formigine a Sassuolo. Di recente costruzione la strada a scorrimento veloce Modena-Fiorano (strada a carreggiate separate con 2 corsie per senso di marcia) collega Formigine alla tangenziale di Modena e quindi all'Autostrada A1.
Il comune è dotato di un'ampia rete di piste ciclabili che collegano le frazioni al capoluogo.
^(IT) Daniele Vitali, I Celti a Sud del Po (PDF), in Antichità Altoadriatiche, XLVIII, n. 21, Trieste, Edizioni Università di Trieste, 2001, pp. 227-239. URL consultato il 28/01/22.
^(IT) Elena Grandi e Mauro Librenti (a cura di), In la terra de Formigine. Archeologia di un abitato, Sesto Fiorentino (FI), All'insegna del giglio, 2013, ISBN9788878145467.
^Formigine, su dati.acs.beniculturali.it, Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 9 febbraio 2022 (archiviato dall'url originale il 9 febbraio 2022).
^Gemellaggio Formigine - Saumur, su Comune di Formigine, 17 settembre 2013. URL consultato il 18 aprile 2016 (archiviato dall'url originale il 5 maggio 2016).