L'emittente radiotelevisiva australiana Special Broadcasting Service (SBS) diventò membro associato dell'Unione europea di radiodiffusione (UER) nel 1979 ed iniziò a trasmettere l'Eurovision Song Contest a partire dall'edizione del 1983; le prime trasmissioni della manifestazione non prevedevano un commento, sebbene talvolta sia stato sovrapposto il commento britannico degli inviati della BBC.[2] Tra il 2000 e il 2014 l'emittente permise al proprio pubblico di televotare, anche se i punteggi non furono mai aggregati a quelli ufficiali della manifestazione.[3]
La prima apparizione della nazione oceaniana sullo schermo europeo è avvenuta durante la prima semifinale del 2013 con la trasmissione di un cortometraggio intitolato Greetings from Australia, noto anche come Why Australia Loves Eurovision, presentato da Julia Zemiro, commentatrice dell'evento dal 2009. L'anno successivo l'emittente organizzatrice Danmarks Radio ha concesso all'Australia di presentare un interval act per la manifestazione. SBS selezionò quindi Jessica Mauboy che portò il brano Sea of Flags.[4]
Il debutto nel 2015 e le partecipazioni successive
Nel 2015 in occasione del 60º anniversario dell'Eurovision Song Contest l'UER di concerto con gli organizzatori decise di consentire la partecipazione straordinaria dell'Australia alla sessantesima edizione della manifestazione musicale, garantendole per l'occasione il posto in finale. SBS in collaborazione con l'emittente Blink TV selezionò Guy Sebastian che con la sua Tonight Again si classificò al 5º posto.[5] Nonostante le iniziali intenzioni di considerare la partecipazione australiana come una tantum fu annunciato che il paese avrebbe partecipato anche all'edizione successiva[6] nella quale si classificò al 2º posto col brano Sound of Silence di Dami Im;[7] il brano ricevette anche il premio della composizione musicale.[8]
La nazione tornò quindi a partecipare anche nel 2017 e nel 2018 riuscendo a rimanere in finale in entrambe le occasioni. In occasione della partecipazione all'edizione del 2019 fu confermato che il paese avrebbe partecipato almeno fino all'edizione del 2023.[9] In quell'anno SBS organizzò per la prima una selezione nazionale per la ricerca del rappresentante australiano denominata Eurovision - Australia Decides che premiò Kate Miller-Heidke con la sua Zero Gravity; il brano vinse nella propria semifinale e si classificò al 9º posto, ricevendo inoltre il premio artistico.[10] Per l'Eurovision Song Contest 2020 si scelse di replicare il modello dell'Eurovision - Australia Decides, vinto in questo caso da Montaigne con Don't Break Me;[11] nonostante la cancellazione dell'evento a causa della pandemia di COVID-19 fu annunciato che Montaigne avrebbe partecipato all'edizione successiva col brano Technicolour.[12][13] A causa delle restrizioni alla mobilità internazionale, dovute sempre alla pandemia, la cantante non poté recarsi a Rotterdam e la sua esibizione fu pre-registrata e trasmessa durante la prima semifinale;[14][15] per la prima volta dal suo debutto il paese rimase in semifinale classificandosi al 14º posto.[16]
^Il debutto dell'Australia doveva essere una partecipazione occasionale per festeggiare i 60 anni della competizione. Per questo motivo gli organizzatori hanno permesso al paese di competere direttamente in finale.
Nonostante la prima trasmissione dell'evento avvenisse dal 1983, il commento in inglese è riportato solo a partire dal 2001, inoltre nel 2002 e tra il 2005 e il 2008 il commentatore è stato Terry Wogan, attraverso l'emittente britannica BBC.
I portavoce dei voti sono stati selezionati a partire dalla prima edizione in cui l'Australia ha avuto diritto di voto, ossia dal 2015.