La rivalità calcistica Juventus-Napoli è l'antagonismo calcistico che vede contrapposte le squadre della Juventus e del Napoli.
La rivalità mette di fronte i due club che vantano il maggiore numero di sostenitori nel Sud Italia:[1] da una parte la Juventus, squadra torinese che ha saputo crearsi un vasto e trasversale seguito lungo tutta la penisola,[2] e dall'altra il Napoli, emanazione della più grande città del Meridione e unica società di questa zona d'Italia ad avere partecipato in maniera pressoché stabile al massimo campionato italiano.[3]
L'antagonismo esula inoltre dal contesto prettamente sportivo, portandosi appresso – essenzialmente da parte napoletana[4][5] – il retaggio di questioni postunitarie.[1] Il confronto tra Juventus e Napoli, in ragione delle proprie connotazioni socioculturali e geografiche, simili a quelle esistenti tra le regioni settentrionale e meridionale della Francia, è stato paragonato a Le Classique.[6][7]
Pur se i primi incontri fra Juventus e Napoli ebbero luogo durante il campionato di Divisione Nazionale 1926-1927, è solo dalla metà degli anni 60 del XX secolo che sorsero le prime frizioni sportive tra le due squadre.
Il Napoli, neopromosso in Serie A nella stagione 1965-1966, si rinforzò prelevando dalla Juventus il numero dieci Omar Sívori, in rotta con l'allenatore Heriberto Herrera:[8] tale acquisto, sommato a quello dell'ex milanista José Altafini, permise alla matricola campana di competere immediatamente ai vertici del campionato nella seconda metà del decennio. Proprio agli scontri tra Sívori e i suoi ex compagni è legato uno dei primi episodi di rilievo della contrapposizione bianconero-azzurra, quello nella gara del 1º dicembre 1968 al San Paolo, vinta 2-1 dai padroni di casa, in cui l'argentino venne fatto oggetto di una dura marcatura da parte del terzino juventino Erminio Favalli: dopo alcuni ripetuti scontri, Sívori sgambettò l'avversario scatenando così una rissa per la quale l'argentino verrà punito con sei turni di squalifica (tuttavia mai scontati poiché, appena tre giorni dopo, l'argentino annunciò l'addio al calcio giocato).[8]
Il calciomercato tornò a far incrociare le due squadre nell'estate 1972 quando il Napoli, ritrovatosi sull'orlo del dissesto finanziario,[9] per migliorare la propria situazione sacrificò Dino Zoff e Altafini cedendoli alla Vecchia Signora. Il campionato 1974-1975 vide bianconeri e azzurri tra i protagonisti. Nella gara di andata del 15 dicembre 1974 la Juventus travolse 6-2 i partenopei al San Paolo – in una partita che fece registrare la più alta affluenza di sempre in Italia con 90 736 spettatori[10][11] –, mettendo a referto una tra le peggiori sconfitte casalinghe della compagine campana. Nella sfida di ritorno al Comunale di Torino, nel frattempo assurta a scontro diretto per lo scudetto essendo le due squadre separate da appena due lunghezze di distanza, nei minuti finali fu proprio l'ex di turno Altafini, subentrato dalla panchina, a siglare il decisivo 2-1 per i propri colori, una rete che assicurò de facto la vittoria del titolo ai bianconeri:[12] l'episodio gli valse l'appellativo di core 'ngrato da parte dei tifosi partenopei.[13]
La rivalità tra i due club iniziò a guadagnare maggiore attenzione presso il tifo sportivo e la stampa specializzata a partire dagli anni 80, quando gli azzurri divennero, per la prima volta in maniera continuativa, un aspirante allo scudetto.[14] Il decennio, costellato di fuoriclasse internazionali per la Serie A, si aprì con il campionato 1980-1981 che vide al rush finale una lotta al vertice tra la Juventus di Liam Brady e il Napoli di Ruud Krol, oltre alla Roma di Paulo Roberto Falcão:[15][16] proprio lo scontro diretto della penultima giornata fu fatale ai partenopei, sconfitti al San Paolo da una Juventus di lì a breve scudettata e a cui nell'immediato bastò un autogol di Mario Guidetti.[17] Nella stagione 1985-1986 il titolo sarà ancora appannaggio dei bianconeri, ora trascinati da Michel Platini, tuttavia gli azzurri, che avevano nel frattempo accolto Diego Armando Maradona tra le proprie file, mostrarono rinnovate ambizioni chiudendo il campionato al terzo posto: in particolare, nella gara al San Paolo del 3 novembre 1985 furono proprio i padroni di casa a stoppare l'iniziale cammino netto dei torinesi, reduci da otto vittorie consecutive, con una punizione «impossibile» del Pibe de Oro.[18][19]
Nel campionato successivo la sfida di andata vide i sempre più competitivi campani violare 3-1 il Comunale,[20] risultato che a posteriori sancirà simbolicamente il passaggio di consegne ai vertici della classifica,[21] poi certificato a fine stagione quando Maradona e i suoi conquisteranno il loro primo scudetto. In quegli anni ebbero luogo anche gli unici due incontri in ambito confederale tra Juventus e Napoli, ritrovatesi di fronte nei quarti di finale della Coppa UEFA 1988-1989: i partenopei, sconfitti 0-2 a Torino, riuscirono a ribaltare le sorti del doppio confronto vincendo 3-0 il retour match del San Paolo, col gol decisivo di Alessandro Renica arrivato in extremis alla fine del secondo tempo supplementare;[22] l'esito di quest'ultima gara sarà una tappa decisiva nel vittorioso cammino di Coppa degli azzurri, ma portò, per la prima volta, a pesanti schermaglie tra i due ambienti per via di un arbitraggio molto contestato da parte bianconera.[22][23][24]
Con l'entrata nell'ultimo decennio del Novecento, le due squadre si ritrovarono subito contrapposte nella Supercoppa italiana 1990: una sfida passata anch'essa agli annali per via della goleada 5-1 rifilata a Napoli, dai padroni di casa, alla Juventus del neoacquisto Roberto Baggio.[25] Tuttavia la gara rimarrà un episodio isolato nell'ottica della rivalità poiché agli inizi degli anni 90, con la fine del ciclo Maradona, i campani entrarono in una fase di profonda crisi sportivo-finanziaria[26] sicché i piemontesi, rimasti ai vertici, condivisero le lotte per il titolo principalmente col Milan. Frattanto la crisi del Napoli si aggravò, dapprima con la retrocessione in Serie B del 1998[27] e poi con la ripartenza dalla Serie C1 dopo il fallimento societario nel 2004:[28] fatti che portarono a un diradamento delle sfide tra bianconeri e azzurri. Anche la Juventus incapperà in guai sportivi a metà degli anni 2000 col coinvolgimento nello scandalo Calciopoli, che le costò, per la prima volta nella storia, il declassamento d'ufficio tra i cadetti:[29] così le due squadre tornarono a incrociarsi nel campionato di Serie B 2006-2007,[30] lottando stavolta ai piani alti della classifica per una promozione che entrambe raggiunsero a fine stagione.[31][32]
Dopo qualche anno di assestamento, immediatamente successivi ai rispettivi ritorni in massima serie, la rivalità tornò in auge e anzi s'intensificò nel corso degli anni 2010, stante una Juventus tornata competitiva come da proprio blasone e un Napoli capace d'issarsi a contendente d'elezione dei bianconeri in questa fase storica, sopperendo anche alla contemporanea crisi del calcio milanese. Ulteriormente, il dualismo andò a esacerbarsi per questioni extrasportive: ciò unicamente da parte di frange del tifo azzurro, dove la passione calcistica si saldò sempre più a un certo neoborbonismo[4][5] che tende a vedere nella contrapposizione sportiva Juventus-Napoli un calco di quella storica tra la Torino sabauda, centro politico e intellettuale del Risorgimento,[33] e la Napoli borbonica.[34][35]
Questo decennio di sfide si aprì con la vittoria azzurra nella Coppa Italia 2011-2012, sconfiggendo in finale proprio i bianconeri appena laureatisi campioni d'Italia,[36] e proseguì con un ciclo-record di nove scudetti consecutivi per i piemontesi, spesso alle prese coi campani quali primi avversari: in particolare nelle edizioni 2015-2016 e ancor più 2017-2018, quest'ultimo un torneo che vide le due squadre fare corsa a sé rispetto al resto della classifica, con una volata finale chiusa a punteggi record e che premiò, ancora una volta, la Juventus solo in dirittura d'arrivo.[37] Nel corso del decennio le due compagini monopolizzarono inoltre l'albo d'oro della Coppa Italia con sette affermazioni totali (quattro per i bianconeri e tre per gli azzurri) su dieci edizioni, compresa un'altra finale nell'edizione 2019-2020 che arrise nuovamente ai campani.[38]
La reiterazione del dualismo in questo decennio sfociò in frizioni sempre più profonde tra i due ambienti. In fatto di campo rimane plateale protesta del Napoli al termine della Supercoppa italiana 2012, presa proprio contro i bianconeri, in cui disertò la cerimonia di premiazione in polemica con l'arbitraggio della gara da loro ritenuto insufficiente;[39] nondimeno fecero parlare il cambio di casacca del numero nove Gonzalo Higuaín nel 2016, strappato dalla Juventus agli azzurri con una cifra (all'epoca) record nella storia del calcio italiano,[40] e l'approdo dell'ex allenatore napoletano Maurizio Sarri sulla panchina torinese nel 2019,[41] episodi entrambi che portarono a roventi polemiche in seno alle tifoserie.[14][42]
Sul fronte calcistico, il decennio si chiuse con la finale della Coppa Italia 2019-2020 che vide il club partenopeo, guidato da Gennaro Gattuso, imporsi sulla Juventus di Sarri ai tiri di rigore,[43] mentre gli anni 20 si aprirono con la Supercoppa italiana 2020, in cui stavolta gli uomini di Gattuso dovettero soccombere ai bianconeri nel frattempo passati in mano ad Andrea Pirlo.[44] Nella stagione 2022-2023, quella del terzo scudetto partenopeo, gli azzurri s'impongono in goleada 5-1 a Napoli e 0-1 a Torino, vincendo sia l'andata sia il ritorno per la terza volta, a tredici anni dalla precedente.[45]
Dati aggiornati al 25 gennaio 2025.
Nella tabella sono riportati i calciatori che abbiano segnato almeno 6 reti negli incontri tra le due squadre.
Nelle finali di trofei ufficiali (compresi i tornei da un solo incontro), le due squadre hanno fatto registrare i seguenti risultati:[46][47][48]
1 Risultato dopo i tempi supplementari, con vittoria del Napoli 5-4 dopo i tiri di rigore. 2 Risultato dopo i tempi supplementari, con vittoria della Juventus 4-3 dopo i tiri di rigore. 3 Risultato dopo i tempi supplementari, con vittoria del Napoli 6-5 dopo i tiri di rigore. 4 Risultato dopo i tempi supplementari, con vittoria del Napoli 4-2 dopo i tiri di rigore.
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