È conosciuta con il celebre soprannome di Settebello, utilizzato per la prima volta nel 1948 ai Giochi olimpici di Londra dal radiocronista Nicolò Carosio. All'epoca Settebello era il soprannome della squadra della Rari Nantes Napoli, poiché i giocatori di questa passavano il tempo durante le trasferte giocando a scopa; durante la manifestazione olimpica, in un'intervista, Gildo Arena, Pasquale Buonocore ed Emilio Bulgarelli dissero a Carosio «Noi siamo quelli del Settebello, alla radio ci chiami così»: da allora quello rimase il soprannome della nazionale di pallanuoto azzurra.[1][2][3]
Storia
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Anni 1920-1938: il debutto e le prime competizioni internazionali
La nazionale azzurra fa il suo esordio internazionale ai disastrosi Giochi olimpici di Anversa nel 1920. La rappresentativa azzurra convocata per la trasferta in Belgio, infatti, non è sicuramente all'altezza delle altre squadre del torneo. La prima partita, valida per gli ottavi di finale, è disputata contro la Spagna. Al termine dei tempi regolamentari la partita è ancora sul risultato di 1-1. Nei tempi supplementari, però, i giocatori dell'Italia non vogliono scendere in campo a causa dell'acqua ghiacciata, la cui temperatura è di 15°C. In acqua entrano solamente Amilcare Beretta, Mario Boero e Ercole Boero, mentre il resto della squadra entra solamente nel secondo tempo supplementare. La partita termina con un ulteriore goal da parte degli spagnoli. Persa la prima partita, l'Italia prende parte al torneo per la medaglia di bronzo, dove è travolta dalla Grecia per 5-1 e conclude così l'avventura olimpica.[4]
Quattro anni dopo, nel 1924, ai Giochi olimpici di Parigi l'Italia è nuovamente travolta. Nella capitale francese incassa sette goal dalla Nazionale svedese, venendo nuovamente eliminata agli ottavi. Fallimentare anche la prima esperienza agli Europei, nel 1927, dove la Nazionale azzurra si piazza al 12º posto. Dopo questa ennesima delusione, però, la Nazionale inizia un periodo di crescita, ottenendo prima il 9º posto agli Europei di Magdeburgo del 1934, e poi il 5º posto a quelli di Londra del 1938.
Anni 1947-1959: i primi titoli internazionali
1947-1948: il primo oro europeo e il primo titolo olimpico
Nel 1947 arriva il primo podio, dopo l'interruzione della seconda guerra mondiale, agli Europei di Monaco, quando l'Italia conquista l'oro[5], dominando il torneo e mantenendo per tutte e cinque le partite del torneo la propria imbattibilità. Nel 1948 il Settebello (soprannome che la nazionale azzurra acquista proprio in quest'anno), detentrice del titolo europeo, prende parte ai Giochi olimpici di Londra. Dopo aver passato il primo turno travolgendo l'Australia 9-0 e pareggiando con la Jugoslavia 4-4, accede al secondo turno dove vince di misura con l'Ungheria, campioni in carica da due edizioni. Nel girone del terzo turno, valido come semifinale, vince contro Francia (5-2) e Egitto (5-1). Nel girone finale si laurea per la prima volta campione olimpico, seguito da Ungheria e Paesi Bassi. Da allora non mancherà mai la partecipazione olimpica.
1950-1959: la caduta e il successivo riscatto
Nel 1950 l'Italia campione d'Europa affronta gli Europei di Vienna a girone unico, dove si deve misurare con altre sei forze europee. Pur imponendosi nettamente su Francia e Svizzera, gli azzurri si devono arrendere alla superiorità dell'Olanda, imbattuta nel torneo, della Svezia e della Jugoslavia, dovendosi accontentare del quarto posto.
Nel 1952 l'Italia si riscatta ai Giochi olimpici di Helsinki dove nel girone finale si guadagna la medaglia di bronzo, non riuscendo comunque ancora a contrastare la potenza di Ungheria e Jugoslavia. Un altro bronzo arriva agli Europei del 1954, giocati in casa a Torino. Il podio è il medesimo dell'ultima manifestazione olimpica: gli imbattibili Ungheresi e gli Jugoslavi si piazzano sui primi due gradini del podio. L'anno successivo gli azzurri fanno il loro esordio ai Giochi del Mediterraneo, vincendo subito l'oro davanti a Francia e Spagna. Nel 1956 un 4º posto ai Giochi olimpici e nel 1958 4º posto agli Europei. Il decennio si conclude con l'argento ai Giochi del Mediterraneo del 1959.
Anni 1960-1970: dal secondo oro olimpico al primo titolo mondiale
Anni 1960: il secondo oro olimpico e i podi sfiorati
Nel 1960 il nuovo decennio si apre con uno dei più memorabili trionfi della squadra azzurra. Infatti rimane nella storia della pallanuoto italiana la vittoria dell'oro olimpico ai Giochi olimpici di Roma.[6][7] Davanti al pubblico di casa la Nazionale passa imbattuta sia la prima che la seconda fase del torneo. Nel girone finale si trova contro le più forti squadre del Mondo. Sconfigge la temuta Jugoslavia e l'Unione Sovietica. L'ultima partita la gioca contro l'Ungheria. Questa finisce in pareggio (3-3), ma concede all'Italia la vittoria matematica del titolo. I giocatori al termine della partita si buttano festanti in acqua per lo storico risultato. Successivamente avvengono le premiazioni, dove l'Italia, capitanata da Salvatore Gionta, viene seguita da Unione Sovietica e Ungheria.
Per il resto degli anni sessanta la squadra sfiora soltanto il podio: ai Giochi olimpici si piazza al 4º posto sia nel 1964 che nel 1968, edizioni nelle quali tornano ad imporsi le superpotenze ungheresi e jugoslave, e l'Unione Sovietica che dopo l'argento di Roma nel 1960 continua a collezionare podi. Agli Europei 1962 la nazionale ottiene un 8º posto, che diventa 4° nell'edizione successiva. Le uniche soddisfazioni sono portate dai Giochi del Mediterraneo, dove gli azzurri conquistano il secondo oro nel 1963 e l'argento nel 1967.
Anni 1970: piazzamenti in successione e il primo titolo mondiale
Nel 1970 l'Italia ottiene l'ennesimo 4º posto agli Europei, il secondo consecutivo. Davanti agli azzurri, sul podio, sempre Unione Sovietica, Ungheria e Jugoslavia. Nel 1971 vince per la seconda volta consecutiva l'argento ai Giochi del Mediterraneo.
Nel 1972, ai Giochi olimpici di Monaco di Baviera, ottiene solamente un 6º posto, il terzo peggior risultato ai Giochi Olimpici della nazionale, dopo le disastrose avventure del 1920 e del 1924. Nel 1973 la Fédération Internationale de Natation organizza per la prima volta una rassegna mondiale dedicata agli sport acquatici, i Campionati mondiali di nuoto, all'interno dei quali trova spazio il primo Campionato mondiale di pallanuoto (FINA World Water Polo Championships). L'Italia prende parte a questa prima edizione, che ha come sede Belgrado, e non va oltre il 4º posto. Nel 1974 agli Europei di Vienna ottiene il 5º posto, arrivando dietro a Ungheria, Unione Sovietica, Jugoslavia e Paesi Bassi. Ai Mondiali del 1975 si piazza sul podio vincendo la medaglia di bronzo, approfittando dell'eliminazione della Jugoslavia nella fase preliminare della competizione, e nello stesso anno vince anche la terza medaglia d'oro ai Giochi del Mediterraneo del 1975.
Nel 1976 la Nazionale riscatta la deludente prestazioni di quattro anni prima e vince l'argento ai Giochi di Montréal. Nel 1977 agli Europei di Jönköping, con Gianni De Magistris capocannoniere della rassegna[8], conquista il terzo posto del podio, riuscendo a mettersi alle spalle nel girone unico l'Unione Sovietica per un solo punto. Nel 1978 gli azzurri conquistano il loro primo, storico, oro iridato ai Mondiali di Berlino Ovest, imponendosi, anche questa volta con un solo punto di scarto, sulle eterne rivali europee.[9] Nel 1979 la FINA inaugura una nuova competizione denominata Coppa del Mondo dove l'Italia è ammessa insieme alle altre sette squadre arrivate ai quarti del Mondiale precedente. Ma la Nazionale azzurra non riesce a bissare il successo e si piazza al 6º posto. Nello stesso anno vince l'argento ai Giochi del Mediterraneo.
A questo successo fa seguito un "filotto" di vittorie: l'anno successivo il Settebello conquista la sua unica Coppa del Mondo. Pochi mesi dopo arrivano l'oro agli europei di Sheffield e il sesto oro ai Giochi del Mediterraneo, il terzo consecutivo. Nel 1994 arrivano l'oro nel mondiale di casa a Roma[12] e l'anno dopo il terzo titolo europeo a Vienna 1995, bissando il successo di due anni prima.
1995-1999: l'argento in Coppa del Mondo e il bronzo olimpico ed europeo
I Giochi olimpici di Sydney segnano il capolinea della carriera di Rudić in azzurro: l'Italia esce ai quarti di finale con l'Ungheria e nel dopo gara si scatena una rissa in acqua a cui seguono pesanti dichiarazioni del tecnico nei confronti dell'arbitraggio.[13] La FINA infligge un anno di squalifica a Rudić[14], quattro giornate a Roberto Calcaterra, due al fratello Alessandro e una ad Attolico. La rissa costa l'esonero a Rudić.[15] È così promosso allenatore il secondo di Rudić, Sandro Campagna, che l'anno successivo porta il Settebello al secondo posto agli europei ungheresi e al quarto posto ai mondiali di Fukuoka.
Dopo l'ottava piazza ai Giochi di Atene De Crescenzo si dimette[18] e al suo posto arriva Pierluigi Formiconi[19], reduce da una lunga serie di successi alla guida della nazionale femminile culminata con l'oro olimpico. L'Italia ottiene l'argento ai Giochi del Mediterraneo, sconfitta in finale dalla Spagna.[20] Ai successivi mondiali di Montréal 2005 l'Italia esce ai quarti contro la Grecia e si ferma all'ottavo posto. Formiconi viene esonerato e il suo incarico è affidato a Paolo Malara.[21]
Malara debutta nelle qualificazioni agli Europei 2006[22], nei quali l'Italia si piazza al quinto posto, dopo esser stata eliminata nei quarti dalla modesta Romania. Il Settebello arriva quinto anche l'anno successivo ai mondiali di Melbourne, mentre ai Giochi di Pechino 2008 non va oltre il nono posto, consolandosi con il titolo di capocannoniere conquistato da Alessandro Calcaterra.[23]
2008: il Campagna-bis e il disastroso mondiale 2009
2010-2012: l'argento europeo, il terzo titolo mondiale e l'argento olimpico
Nel 2010 Campagna rivoluziona la nazionale convocando numerosi giovani.[26] Dopo aver fallito la qualificazione alle finali di World League, a luglio l'Italia si impone nel torneo amichevole otto nazioni e a settembre, agli Europei 2010 di Zagabria, torna sul podio continentale a nove anni di distanza, conquistando l'argento dopo aver perso in finale con i padroni di casa della Croazia, allenati da Ratko Rudić.[27]
Nel 2011 il Settebello partecipa alle finali di World League a Firenze, dove coglie il suo secondo argento nella competizione, battuta in finale dalla Serbia per 9-8. Ad un mese di distanza, le due nazionali si incontrano nuovamente nella finale dei campionati del mondo a Shanghai, ma questa volta sono gli azzurri ad avere la meglio e diventano campioni del mondo per la terza volta, superando i serbi per 7-8 dopo i supplementari.[28][29] Il capitano Stefano Tempesti viene eletto miglior portiere e miglior giocatore del mondiale.[30][31]
2014-2019: il bronzo europeo ed olimpico e il quarto titolo mondiale
L'Italia di Sandro Campagna conquista il bronzo agli Europei 2014[38] e alle Giochi olimpici di Rio 2016.[39] L'Italia vince la medaglia d'argento alla World League 2017, battuta solo dalla Serbia.[40] L'Italia di Sandro Campagna è di nuovo campione del mondo ai mondiali coreani del 2019.[41] Il Settebello vince l'oro – il quarto della storia – battendo la Spagna per 10-5 in una finale dominata. A Gwangju gli azzurri - che schiera 3 reduci dell'oro del 2011 a Shanghai: Figlioli, Figari e Aicardi - sono riusciti a contenere il superattacco iberico (90 reti nel torneo, quaranta in più dell'Italia) e imposto le proprie capacità difensive. Il Settebello che raccoglie tutte queste medaglie è chiamato «Settebello dei record».[42]
Anni 2020: due argenti mondiali e il primo oro in World League
Il Settebello partecipa a Tokyo 2020, dove debutta contro il Sudafrica vincendo per 21-2.[43] Pareggia contro la Grecia[44], vince di misura contro gli Stati Uniti[45], batte il Giappone[46] e pareggia contro l'Ungheria[47], chiudendo il girone al secondo posto. La nazionale è sconfitta ai quarti dalla Serbia.[48] Perde anche contro gli Stati Uniti[49] e vince ai rigori la sfida col Montenegro[50], chiudendo l'Olimpiade al 7º posto.[50] La spedizione olimpica è considerata una delusione.
Il 3 luglio 2022 la nazionale ottiene la medaglia d'argento contro la Spagna ai Mondiali, dove perde in finale ai rigori (15-14), dopo un sudato (rimontato da un 9-6) 9 a 9.[51] Pochi giorni dopo, il 27 luglio, vince per la prima volta la World League battendo gli USA.[52] La nazionale si piazza al quarto posto al termine degli Europei, sconfitta nella finalina dalla Spagna.[53]
L'anno successivo sono sempre gli iberici a sconfiggere per 10-4 la compagine azzurra nella finale della Coppa del Mondo.[54] La nazionale partecipa inoltre ai mondiali di nuoto di Fukuoka[55], dove debutta vincendo contro la Francia[56], contro il Canada[57] e contro la Cina[58], chiudendo il girone al primo posto e andando direttamente ai quarti, dove viene sconfitta ai tiri di rigore dalla Serbia.[59]
Il 2024 si apre con la partecipazione agli Europei, dove l'Italia riesce ad ottenere la medaglia di bronzo tornando così sul podio a distanza di dieci anni.[60] Ai mondiali di Doha, invece, dopo aver eliminato Stati Uniti[61], Grecia[62] e Spagna[63] la formazione di Campagna cede in finale ai tiri di rigore contro la Croazia.[64]
Il Settebello debutta a Parigi 2024 con una vittoria contro gli Stati Uniti.[65] Vince ancora contro Croazia[66], Montenegro[67] e Romania.[68] Perde contro la Grecia[69], chiudendo il girone al 2º posto. Incontra l'Ungheria ai quarti[69], dalla quale è eliminata ai rigori[70][71] in una partita caratterizzata da scelte controverse operate dagli arbitri Veselin Miskovic e Adrian Alexandrescu, in seguito sospesi.[72] Il Settebello annuncia ricorso[73] per ripetere la partita, esso è respinto[74] ma il Settebello si appella al TAS.[75] Per la FINA la partita è stata "completamente stravolta dalla decisione arbitrale".[76] In occasione della partita contro la Spagna, il Settebello protesta dando le spalle agli arbitri[77], richiamando Condemi in panchina subito dopo aver vinto il primo scatto e giocando con un uomo in meno per i primi 4'.[78] Dopo aver perso la semifinale per il quinto posto contro gli iberici[79], il Settebello conclude al 7º posto il torneo, battendo l'Australia per 10-6.[80][81] In seguito alle proteste successive all'eliminazione contro l'Ungheria, il 17 ottobre 2024 l'Aquatic Sports Integrity Unit decreta la sospensione della nazionale italiana da tutte le competizioni per sei mesi.[82]
^ Roberto Perrone, Italia Settebellezze, in Corriere.it, 31 luglio 2011. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2014).
^La pallanuoto caccia Rudic, su web.archive.org, 20 novembre 2015. URL consultato il 23 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 20 novembre 2015).
^Settebello corsaro in Russia, in Sabatoepallanuoto.it, 23 febbraio 2012. URL consultato il 18 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2015).
^Campionato maschile. Bagarre salvezza, in www.federnuoto.com, 12 febbraio 2011. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2011).
^abAltre fonti ufficiali riportano 409 presenze (vedere: Federnuoto.it, Il C.T. del Settebello - Alessandro Campagna, su federnuoto.it. URL consultato il 31 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2013).)
^Europei di Eindhoven. Le statistiche, in federnuoto.it, 15 gennaio 2012. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2013).
^Storia. La pallanuoto, in federnuoto.it. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 5 gennaio 2011).
^abScheda A.M.O.V.A., in medagliedoro.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 giugno 2015).
^Scheda I.S.H.O.F., in ishof.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2018).
^Scheda A.M.O.V.A., in medagliedoro.org. URL consultato il 20 maggio 2013.
^Scheda I.S.H.O.F., in ishof.org. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2010).
^ Luca Mirone, De Crescenzo nuovo ct della Nazionale, in federnuoto.it, 9 gennaio 2003. URL consultato il 20 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2013).
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