A destare scalpore fu Vasco Rossi, alla sua seconda e ultima partecipazione al Festival come cantante in gara, con Vita spericolata, divenuta in seguito una delle sue canzoni più famose nonostante il pessimo piazzamento nella gara (si classificò, infatti, al penultimo posto): nella serata finale, in polemica con l'organizzazione, abbandonò il palco mentre il suo brano era ancora in esecuzione, rivelando così al pubblico che gli artisti si stavano esibendo in playback.
L'edizione fu vinta, con grande sorpresa, dalla praticamente sconosciuta Tiziana Rivale con il brano Sarà quel che sarà, che registrò però in seguito modesti riscontri di vendite e di popolarità; inoltre, a dispetto del piazzamento al Festival, la carriera artistica della cantante originaria di Formia non si rivelò altrettanto fortunata, tanto che sarebbe scomparsa dalla scena musicale di importante livello dopo poco tempo.
Altre canzoni di quest'edizione, oltre alla già citata Vita spericolata, che riscossero un ottimo successo di vendite furono la quarta classificata Vacanze romane dei Matia Bazar (vincitori del Premio della critica sezione Big) e, soprattutto, la quinta classificata, L'italiano di Toto Cutugno, scritta, a detta dello stesso Cutugno, nel novembre del 1981 per Adriano Celentano che poi la rifiutò[1], e che nella versione dell'autore vendette poi milioni di copie in tutto il mondo, tanto da essere ancora oggi reputata il pezzo più famoso del repertorio di Cutugno oltre che essere considerata (soprattutto all'estero) una sorta di "inno non ufficiale" d'Italia. Tutti i brani citati sono divenuti in poco tempo degli evergreen della musica italiana. Non ultimo, il brano con cui Amedeo Minghi esordisce al Festival, 1950, subito eliminato e anche risultato ultimo nel concorso sperimentale del Totip: il brano si rivelerà uno dei suoi più apprezzati, oltre che un classico della canzone d'autore italiana.
Per la prima volta, l'intero Festival fu trasmesso alla radio in stereofonia unicamente su RaiStereoDue (su Rai Radio 1 andò in onda la sola finale del 5 febbraio).[1] Dopo alcune settimane, il Festival fu trasmesso, per la terza volta[2], anche dalla televisione di Stato dell'Unione Sovietica, continuando un incredibile successo che diede il via alla fama dei cantanti italiani oltrecortina[3].
Ai fotografi di scena non fu permesso di accedere al parterre, anche per via dell'innalzamento della balconata sul palco al fine di dare maggior risalto ai fiori: i fotografi decisero di scioperare per protesta e, per tale ragione, le fotografie di scena di quest'edizione furono rarissime.[1]
Nota: per quanto riguarda le prime 6 posizioni, sono riportati per primi i voti ottenuti nella finale e di seguito, tra parentesi, quelli ottenuti nella fase di qualificazione della serata finale. Se dunque nel gruppo A la graduatoria delle giurie aveva espresso il medesimo ordine delle tre artiste qualificate alla finale, nel gruppo B le votazioni avevano espresso al primo posto i Matia Bazar, con appena 25 voti in più di Toto Cutugno, e soltanto al terzo posto Dori Ghezzi.
Serate
Prima serata
Si esibiscono, a gruppi di tre, gli artisti del gruppo A (Nuove Proposte italiane), di cui solo quattro accedono in finale; successivamente, sempre a gruppi di tre, si esibiscono gli artisti appartenenti al gruppo B (Big), i quali, invece, accedono di diritto alla finale.
Gruppo A
Ammesso alla finale
Ordine di uscita
Artista
Brano
1
Tiziana Rivale
Sarà quel che sarà
2
Nino Buonocore
Nuovo amore
3
Gloriana
Il mio treno
4
Manuele Pepe
Solo con te
5
Giorgia Fiorio
Avrò
6
Riccardo Azzurri
Amare te
7
Brunella Borciani
E la neve scende
8
Marco Armani
È la vita
9
Daniela Goggi
Dammi tanto amore
Gruppo B
Ordine di uscita
Artista
Brano
1
Stefano Sani
Complimenti
2
Vasco Rossi
Vita spericolata
3
Gianni Nazzaro
Mi sono innamorato di mia moglie
4
Amii Stewart
Working Late Tonight
5
Giuseppe Cionfoli
Shalom
6
Matia Bazar
Vacanze romane
7
Richard Sanderson
Stiamo insieme
8
Pupo
Cieli azzurri
9
Dori Ghezzi
Margherita non lo sa
Seconda serata
Si esibiscono, a gruppi di tre, gli artisti del gruppo A, di cui solo quattro accedono in finale; successivamente, sempre a gruppi di tre, si esibiscono gli artisti appartenenti al gruppo B, i quali, invece, accedono di diritto alla finale.
Gruppo A
Ammesso alla finale
Ordine di uscita
Artista
Brano
1
Pinot
Donna sola
2
Alessio Colombini
Scatole cinesi
3
Donatella Milani
Volevo dirti
4
Flavia Fortunato
Casco blu
5
Amedeo Minghi
1950
6
Fiordaliso
Oramai
7
Sibilla
Oppio
8
Zucchero
Nuvola
9
Patrizia Danzi
Fammi volare
Gruppo B
Ordine di uscita
Artista
Brano
1
Christian
Abbracciami amore mio
2
Bertìn Osborne
Eterna malattia
3
Barbara Boncompagni
Notte e giorno
4
Marco Ferradini
Una catastrofe bionda
5
Sandro Giacobbe
Primavera
6
Viola Valentino
Arriva arriva
7
Gianni Morandi
La mia nemica amatissima
8
Toto Cutugno
L'italiano
9
Passengers
Movie Star
Terza serata - Finale
I cantanti in gara si sono esibiti a gruppi misti di due o di tre.
Vincitore
Ordine di uscita
Artista
Brano
1
Marco Armani
È la vita
2
Flavia Fortunato
Casco blu
3
Riccardo Azzurri
Amare te
4
Donatella Milani
Volevo dirti
5
Zucchero
Nuvola
6
Giorgia Fiorio
Avrò
7
Tiziana Rivale
Sarà quel che sarà
8
Fiordaliso
Oramai
9
Giuseppe Cionfoli
Shalom
10
Barbara Boncompagni
Notte e giorno
11
Bertìn Osborne
Eterna malattia
12
Vasco Rossi
Vita spericolata
13
Viola Valentino
Arriva arriva
14
Christian
Abbracciami amore mio
15
Toto Cutugno
L'italiano
16
Passengers
Movie Star
17
Sandro Giacobbe
Primavera
18
Marco Ferradini
Una catastrofe bionda
19
Dori Ghezzi
Margherita non lo sa
20
Stefano Sani
Complimenti
21
Gianni Nazzaro
Mi sono innamorato di mia moglie
22
Amii Stewart
Working Late Tonight
23
Pupo
Cieli azzurri
24
Richard Sanderson
Stiamo insieme
25
Matia Bazar
Vacanze romane
26
Gianni Morandi
La mia nemica amatissima
Classifica Totip e voto popolare
In via del tutto sperimentale, parallelamente alla classifica ufficiale, viene stilata una graduatoria con i voti popolari collegati al concorso Totip. Tale classifica non ha valore ufficiale, ma viene semplicemente confrontata con quella ufficiale per osservare quanto l'ipotetico voto popolare sia in accordo con quello delle giurie. Dall'anno successivo (1984) il sistema Totip diventerà quello ufficiale e sarà sfruttato come meccanismo di voto per la sezione principale (detta dei "Big" o "Campioni") fino al 1989.
La graduatoria del 1983, non ufficiale, vede vincitore Toto Cutugno con L'italiano mentre il secondo posto è occupato da Gianni Morandi con La mia nemica amatissima ed il terzo dalla giovanissima Giorgia Fiorio con Avrò. Seguono poi, in ordine: Giuseppe Cionfoli, Christian, Viola Valentino, Matia Bazar, Tiziana Rivale, Marco Armani, Gianni Nazzaro, Daniela Goggi, Sandro Giacobbe, Dori Ghezzi, Marco Ferradini, Pupo, Donatella Milani, Fiordaliso, Stefano Sani, Vasco Rossi, Barbara Boncompagni, Amii Stewart, Flavia Fortunato, Patrizia Danzi, Richard Sanderson, Zucchero Fornaciari, Riccardo Azzurri, Brunella Borciani, Alessio Colombini, The Passengers, Gloriana, Bertin Osborne, Manuele Pepe, Nino Buonocore, Sibilla, Pinot, Amedeo Minghi. Lo scarto di voti fra il primo e l'ultimo della classifica Totip è di oltre 530.000 voti.
Classifica Totip - Voto popolare: Toto Cutugno con L'italiano
Scenografia
La scenografia del Festival, come nei due anni precedenti, fu disegnata da Enzo Somigli, il quale inserì elementi tipici di una discoteca (analogamente a quanto fatto nelle tre precedenti edizioni), come il "ring" al centro del palco con le luci tricolore (celebrazione implicita della vittoria dell'Italia ai mondiali disputatisi poco meno di un anno prima). Furono, inoltre, aggiunte per la prima volta delle scalinate e introdotte fasce di fiori tricolori a ornamento del muretto del palcoscenico; entrambi sarebbero diventati elementi distintivi in tutte le successive edizioni.
In previsione di canzoni anche molto melodiche (visto l'oggetto del festeggiamento implicito di quell'edizione), vennero previste atmosfere chic grazie a grandi vetri opachi sul fondo da cui verrà diffusa una luce prevalentemente rosa (che sarà il colore predominante insieme al giallo delle atmosfere createsi), combinato con un sovra palco (per i gruppi, sia italiani che stranieri) illuminato spesso con una luce azzurra; completano l'effetto chic le già citate scale illuminate, di cui si sfruttano i cerchi di luce per riprese in primo piano dei concorrenti, e un'enorme presenza di composizioni floreali.
Furono presenti quattro modalità d'inquadratura principali: fissa dalla galleria centrale, fissa dalla galleria laterale, sotto al palco con carrello scorrevole per passare da una parte all'altra del sottopalco (usata prevalentemente nei ritornelli delle canzoni) e, infine, con telecamera su spalla direttamente dal palco stesso.
Orchestra
Non era presente. Nelle prime due serate gli artisti si esibirono dal vivo su base musicale preregistrata, nella finale ci fu la possibilità di esibirsi in playback. Questa decisione probabilmente fu dovuta a difficoltà tecniche: la maggior parte delle esibizioni dal vivo ebbe un pessimo ritorno audio, con delle fastidiose eco. Scelsero di non ricorrere al playback soltanto Toto Cutugno, Fiordaliso, Gianni Morandi, Amii Stewart e Gianni Nazzaro. Queste difficoltà di natura tecnica provocarono anche un grave contrattempo alla giovane cantante Sibilla, la quale si esibì - nella sua unica serata - dal vivo ma con il playback al posto della sola base preregistrata, fattore che le causò enormi difficoltà di esecuzione, finendo anche per stonare e compromettere la sua esibizione.
Peter Gabriel fu invitato a Sanremo 1983 in qualità di ospite per rappresentare il rock. La sua interpretazione di Shock the Monkey fece abbastanza scalpore, perché si contraddistinse anche per un volo sulla platea e una camminata sugli schienali delle poltrone della stessa.[4]
Ecco gli ospiti che si sono esibiti nel corso delle tre serate di questa edizione del Festival di Sanremo:
Memorabile (ma anche scandalosa, per l'epoca) fu l'esibizione di Peter Gabriel, che si presentò sul palco dell'Ariston col viso dipinto di bianco, e che si lanciò direttamente da esso sul pubblico con l'aiuto di una lunga fune annodata a mo' di cappio, camminando sulle spalliere delle poltrone. In realtà Peter Gabriel si esibì per due giorni consecutivi (4 e 5 febbraio) con il medesimo brano.