Il trentunesimo Festival di Sanremo si svolse al Teatro Ariston di Sanremo dal 5 al 7 febbraio 1981 con la conduzione di Claudio Cecchetto (per la seconda volta consecutiva) e Eleonora Vallone e con la partecipazione di Nilla Pizzi (quest'ultima in veste di madrina per i trent'anni della manifestazione). Gianni Ravera ricoprì il ruolo di direttore artistico anche per questa edizione e ne gestì l'organizzazione con la sua Publispei.
Il paroliere Paolo Amerigo Cassella piazzò due sue canzoni nei primi tre posti, essendo i due brani di rincalzo composti con la sua collaborazione.
Il Festival del 1981 (anche se, in questo senso, alcuni segnali di "rinascita" a dire il vero si erano già percepiti anche nell'edizione precedente) segna convenzionalmente l'inizio di un nuovo "periodo d'oro" per la manifestazione che, dopo il grande declino degli anni settanta, caratterizzerà tutti gli anni ottanta e novanta. Quest'edizione infatti riportò lo spettacolo sanremese all'attenzione del pubblico, dei mass media e, soprattutto, degli acquirenti di dischi, facendo entrare in classifica un numero massiccio di canzoni dopo più di un decennio di modesti riscontri (in particolare i brani di Alice e Loretta Goggi, assieme alla canzone quinta classificata Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri, si rivelarono dei successi internazionali, vendendo milioni di copie in Italia e all'estero e divenendo ben presto tre evergreen della musica italiana); inoltre la compilation di quell'anno fu la prima della storia a imporsi tra i dischi più venduti, in quello che sarà poi un costante crescendo di anno in anno.
Grandissimo successo fu ottenuto anche dalla sigla di quell'edizione, Gioca Jouer, animata da Claudio Cecchetto.
Nella serata finale, infine, fu presente una supergiuria, che aveva il compito di stilare una classifica di "qualità" di tre canzoni: tale novità divenne stabile dall'anno successivo con l'istituzione del Premio della critica.
Nel 2024 risulta essere la nona edizione con più copie certificate nella storia del Festival di Sanremo in epoca FIMI.[1]
Nella serata finale fu presente una Supergiuria, formata dai personaggi del cinema più in voga all'epoca (introdotti dalle colonne sonore dei film più recenti a cui hanno partecipato e che a loro volta sponsorizzavano), che nel suo complesso stilò durante la finale stessa una classifica personale di tre canzoni rispetto a quella ufficiale delle giurie. Questa novità sarebbe diventata stabile dall'anno successivo, con l'istituzione del Premio della Critica.
La scenografia, elaborata da Enzo Somigli come le due successive, era abbastanza semplice, ma non mancarono contenuti tecnologici, come le scale lampeggianti a ritmo di musica, il logo, anch'esso lampeggiante, e l'illuminazione azzurra: si trattò di un punto di rottura rispetto alle scenografie dei Festival precedenti.
N.B.: Per visualizzare la tabella ordinata secondo la posizione in classifica, cliccare sul simbolo accanto a "Massima posizione raggiunta" o a "Posizione annuale".
Il "caso Ricchi e Poveri" e lo "scandalo Bloodvessel"
I Ricchi e Poveri furono protagonisti di una vivace polemica: Marina Occhiena, appena uscita dal gruppo a causa di divergenze con l'altra componente femminile, Angela Brambati, rivendicò di poter partecipare anche lei alla gara con un tempestivo ricorso in tribunale che venne accolto; durante le prove della serata finale del Festival il gruppo fu dunque costretto ad esibirsi nella storica formazione a quattro, ma poi la Occhiena decise di defilarsi e dunque i Ricchi e Poveri gareggiarono con la nuova formazione ufficiale in trio, mantenuta fino al 2016 (il quartetto si sarebbe ricostituito solo in occasione dell'edizione 2020, fuori gara). Non meno vivace lo scandalo dato in diretta televisiva da "Fatty" Buster Bloodvessel, corpulento leader e fondatore dei Bad Manners, presenti in qualità di ospiti: al termine dell’esecuzione del brano Lorraine, Bloodvessel mostrò per un istante il fondoschiena al pubblico in favore di telecamera, costringendo Claudio Cecchetto a ricordare alla platea allibita che il nome del gruppo - Bad Manners - significa per l'appunto "cattive maniere".
Da quest'anno la Rai tornò a trasmettere tutte le tre serate del festival anche in TV (sebbene le prime due non furono trasmesse integralmente, ma solo dalle 21:30 in poi), per la prima volta in diretta (cosa che si sarebbe poi ripetuta per tutte le edizioni successive, dato che dal 1955 al 1972 solo la finale era in diretta televisiva mentre le altre erano trasmesse in differita) e dopo otto edizioni (dal 1973 al 1980) in cui veniva trasmessa esclusivamente l'ultima serata (le altre erano trasmesse soltanto via radio, ad eccezione del 1978 in cui alle prime due serate fu negata anche la diffusione radiofonica).
Anche Massimo Troisi avrebbe dovuto partecipare al festival, con tre interventi in veste di comico, ma poco prima di andare in onda decise di non apparire a causa dei tagli richiesti ai suoi monologhi dai dirigenti Rai, memori degli scandali causati da Benigni l'anno precedente.[4][5]
Al termine della serata finale, come annunciato, furono resi noti solo i titoli delle prime tre canzoni mentre tutte le altre furono classificate quarte a pari merito; tuttavia, la settimana successiva alla manifestazione, il settimanale TV Sorrisi e Canzoni pubblicò ufficiosamente i piazzamenti dalla quarta alla decima posizione. La classifica completa non è mai stata resa nota.[6]