Il 4 maggio 1925 fu istituita la carica di capo di stato maggiore generale, per un biennio assommata anche a quella di capo di stato maggiore del Regio Esercito, dai cui ranghi doveva provenire. Nel giugno 1941 lo Stato Maggiore Generale venne trasformato per esigenze belliche in Comando Supremo italiano, configurazione che mantenne fino al 31 maggio 1945, quando tornò ad essere capo di Stato maggiore generale, ma con compiti soprattutto consultivi e non più sovraordinato ai capi di stato maggiore di forza armata.
Dopo l'avvento della repubblica, con decreto del capo provvisorio dello Stato 4 febbraio 1947, n. 17, col governo De Gasperi III i ministeri della guerra, della marina e dell'aeronautica, furono soppressi e le loro competenze unificate nel Ministero della difesa.[3] Con il d.lgs. 21 aprile 1948, n.955, il Capo di Stato Maggiore Generale assumeva la denominazione di “Capo di Stato Maggiore della Difesa” e posto alle dipendenze del Ministro della Difesa. Vedeva potenziate le proprie attribuzioni, tornando alle sue dirette dipendenze i singoli Capi di Stato Maggiore di Forza armata.
Con la legge delega del 12 dicembre 1962 n. 1862, furono riorganizzati gli stati maggiori delle Forze armate, e il capo di stato maggiore della difesa fu una sorta di “primus inter pares” con i capi di stato maggiore di ciascuna forza armata.[4]
Per effetto della legge n. 25 del 18 febbraio 1997 di ristrutturazione dei vertici delle forze armate, il Capo di Stato maggiore della difesa è posto in posizione sovraordinata rispetto ai singoli capi di Stato maggiore delle forze armate, e alle dirette dipendenze del Ministro della difesa, quale responsabile dell’organizzazione militare ed in particolare della pianificazione, della predisposizione e dell’impiego delle forze armate nel loro complesso.
Tale legge ha conferito al Capo di Stato maggiore della difesa il ruolo di guida dello strumento militare nel suo insieme, nella duplice veste di Capo di Stato maggiore in quanto tale e di Comandante in capo.[5]
Nel 2000 l'Arma dei carabinieri è stata elevata al rango di forza armata, ma resta il divieto per un ufficiale generale dell'Arma a essere nominato al vertice delle forze armate.
Il vice del capo di stato maggiore della difesa è il capo di stato maggiore di forza armata più anziano.[8] Il Sottocapo di Stato maggiore della difesa è invece il capo dello staff dello Stato maggiore.
Nomina
Il capo di stato maggiore della difesa viene nominato tramite d.P.R., previa deliberazione del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della difesa.[7]
Gradi di generale e ammiraglio
Dal 1997, quando viene nominato, il militare riceve il grado di generale (nel caso di Esercito e Aeronautica) o ammiraglio (nel caso della Marina),[9] che sono i gradi massimi delle forze armate italiane.
Distintivo di grado per generale (Esercito)
Distintivo di grado per ammiraglio (Marina)
Distintivo di grado per generale (Aeronautica)
Nessun altro militare può assumere questi gradi, anche se il militare non fa parte della stessa forza armata di cui fa parte il capo di stato maggiore della difesa.[10]
Dipendenze gerarchiche
Dal capo di stato maggiore della difesa dipendono gerarchicamente:[1][2]
Il ministro della Difesa per le attribuzioni tecnico/operative si avvale del capo di stato maggiore della Difesa che regge appunto l'area tecnico/operativa essendo organo di vertice militare delle forze armate e anello di congiunzione tra il vertice politico/strategico e i vertici militari, mentre per quelle tecnico-amministrative e tecnico/industriali si avvale del segretario generale della difesa/direttore nazionale degli Armamenti SGD/DNA, che dipende per i compiti tecnico/amministrativi dal ministro della difesa e per quelli tecnico-operativi dal Capo di SMD.
Alle dirette dipendenze del Capo di SMD è il Sottocapo di Stato maggiore della difesa, che è il capo dello staff dello stato maggiore della difesa.
In caso di assenza, impedimento o vacanza della carica, il Capo di SMD è sostituito dal più anziano in carica tra i Capi di stato maggiore di Forza armata.
Compiti attribuiti
Il capo di stato maggiore della difesa, dal 1998, per esercitare i suoi compiti si avvale di due organismi paritetici:
Il capo di stato maggiore della difesa, in base alle direttive imposte dal ministro della Difesa, è il responsabile della pianificazione, della predisposizione e dell'impiego delle forze armate e predispone, dopo aver sentito i capi di stato maggiore delle varie forze armate e il comandante generale dell'Arma dei carabinieri, la pianificazione generale finanziaria e quella operativa interforze e definisce i conseguenti programmi tecnico-finanziari.
Inoltre, il capo di stato maggiore della difesa assicura i rapporti con le corrispondenti autorità militari degli altri Stati e può proporre di fare emanare un decreto dal ministro della Difesa per la riorganizzazione delle forze armate.
Il Capo di SMD è sentito dal Ministro della Difesa per:
la nomina del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, del Comandante Operativo di vertice Interforze e del S.G.D.;
la nomina dei CC.SS.MM. di F.A.;
la destinazione negli incarichi di F.A. dei Generali di Corpo d’Armata (e gradi corrispondenti);
gli Ufficiali da impiegare all’estero, negli incarichi interforze e presso altri dicasteri.
Polizia militare (Art, 26, comma 2)
Il capo di stato maggiore della difesa coordina e controlla l'attività di polizia militare, servendosi del Comando generale dell'Arma dei carabinieri per l'elaborazione delle disposizioni di carattere tecnico.
Consiglio di difesa
Inoltre, il capo di stato maggiore della difesa è membro di diritto del Consiglio supremo di difesa, organo di rilievo costituzionale presieduto dal capo dello Stato[12].