Il 1º novembre 1884 si forma la Brigata "Torino" per la quale è costituito l'81º e 82º Reggimento Fanteria. Il reggimento fornisce personale per la campagna d'Eritrea (1895 - 96) e partecipa al completo alla campagna di Libia dal 1911 al 1913 meritando una Medaglia d'Argento al Valor Militare.
Nella prima guerra mondiale
Allo scoppio della prima guerra mondiale combatte sul fronte dolomitico, in particolare sul Col di Lana, Volkowniak, Capo Sile, Piave Vecchio, Piave nuovo, Stenico e Val Giudicarie. Viene decorato con l'Ordine Militare d'Italia e la seconda Medaglia d'Argento al Valor Militare.
In attuazione dell'ordinamento 1926 è sciolto il 31 ottobre dello stesso anno.
Ricostituito il 1º luglio 1938 come 82º Reggimento fanteria "Torino" entra nella prima grande unità binaria "tipo" che inquadra anche l'81º fanteria ed il 52º artiglieria e nel 1939 la stessa diventa Divisione fanteria "Torino".
Partita per la Russia nel 1941 seguirà l'epopea del Corpo di spedizione durante la campagna italiana di Russia, al ritorno dalla quale tutta la divisione sarà soppressa nel febbraio 1943.
Nel giugno 1943 la Divisione "Veneto" cambia denominazione in Divisione "Torino" ed il 256º fanteria diventa 82º Reggimento fanteria, ma è ancora sciolto nel settembre 1943.
Tempi recenti
Il 1º settembre 1950 si ricostituisce a Forlì l'82º Reggimento fanteria "Torino" in seno alla Divisione di Fanteria "Trieste". Impiegato nel Raggruppamento "T" costituito in occasione della riconsegna di Trieste all'Italia nel 1954, allo scioglimento di quest'ultimo passa in forza alla Divisione fanteria "Folgore", acquisendo fregio e mostrine peculiari della divisione nonché l'adozione del basco, ai tempi copricapo speciale, accasermandosi prima a Trieste e quindi a Gorizia. Verrà sciolto il 19 ottobre 1975, tranne il II battaglione, denominato 82º Battaglione meccanizzato "Torino", di stanza a Cormons, al quale vengono affidati bandiera e tradizioni reggimentali. Assegnato alla Brigata meccanizzata "Gorizia" della Divisione meccanizzata "Folgore", ne segue l'evoluzione che porterà allo scioglimento delle due Grandi Unità.
L'82º Reggimento fanteria "Torino" fa parte della Brigata meccanizzata "Pinerolo", che a sua volta dipende gerarchicamente dal Comando Forze operative Sud
Struttura
Comando di reggimento;
Compagnia comando e supporto logistico;
1º battaglione meccanizzato “Sciara Sciat” (articolato in 4 compagnie);
1 ^ Compagnia Fucilieri “Puma”
2 ^ Compagnia Fucilieri “Squali”
3 ^ Compagnia Fucilieri “Cobra”
Compagnia di supporto alla manovra “Grifi”
Soccorso alla popolazione
Febbraio 2012: aliquote di personale e mezzi dell'82º Rgt. "Torino" sono mobilitate per l'emergenza maltempo nelle province di Barletta-Andria-Trani in particolare nella località di Spinazzola.[1]
Onorificenze
Nella sua storia il 82º Reggimento fanteria "Torino" ha meritato le seguenti onorificenze alla bandiera:[2]
«Conferita con R.D. il 5 giugno 1920
Nei duri cimenti della guerra, nella tormentata trincea o nell'aspra battaglia, conobbe ogni limite di sacrificio e di ardimento; audace e tenace, domò infaticabilmente i luoghi e le fortune, consacrando con sangue fecondo la romana virtù dei figli d'Italia.» — Guerra 1915-18[3][4]
«Decreto 31 dicembre 1947
Già decorato di medaglia d'argento per le vittorie riportate sul fronte orientale durante il primo anno della campagna di Russia, splendeva di vivida luce nella rapida avanzata dal Bulawin al Don nel luglio 1942. Schieratosi in salde posizioni sul Don, l'82º Reggimento Fanteria teneva per molti mesi inviolato il vallo dell'est, respingendo nettamente innumerevoli attacchi diurni e notturni del nemico, non senza proprie dolorose perdite. Sopraggiunto il duro inverno russo e con esso una poderosa offensiva dell'avversario a largo raggio, l'82º Reggimento Fanteria, gareggiando per disciplina e tenacia con gli altri reparti della Divisione, ripiegava, secondo gli ordini ricevuti, su una seconda linea prestabilita e, giunto poi l'ordine di un ripiegamento generale, si distingueva per resistenza ed eroismo nel sostenere e respingere più volte il poderoso urto nemico. Accerchiato una prima volta ad Arbusow, riusciva a rompere l'anello dell'assedio dopo due giorni di accanita lotta e a raggiungere con epica, ininterrotta marcia durata oltre trentasei ore, a digiuno e fra i mortali tormenti di una temperatura polare, un altro più arretrato caposaldo contro cui, nuovamente accerchiato, teneva fronte al nemico per ben ventiquattro giorni. Rotto infine anche questo secondo assedio, con altra eroica marcia, perduti ormai complessivamente il 90% dei propri effettivi, riusciva a ricongiungersi coi resti della propria armata. La gloriosa, lacera Bandiera, nascosta sul petto dell'eroico comandante ferito a morte, veniva con lui sepolta sotto la desolata steppa nevosa senza cassa e senza nome come il seme che dovrà risorgere in fiore e in frutto al buon sole estivo.[5]» — Juni Comunard - Demidow - Ssurrow - Arbusow -Tscherkowo, luglio 1942 - gennaio 1943.
«Decreto 5 giugno 1920
Con saldezza di disciplina ed impeto di valore al nemico minacciante il fianco delle truppe schierate sul Basso Piave, faceva baluardo col petto dei suoi mirabili fanti, ristabilendo con un sanguinoso irresistibile contrattacco, l'integrità della difesa. Attaccava quindi e travolgeva munitissime posizioni nemiche, portando efficace contributo morale e materiale al felice esito della battaglia (Basso Piave, 15 giugno - 6 luglio 1918).»
«Decreto 13 dicembre 1948
Emulo delle generose tradizioni della nostra Fanteria affermava con elevatissimo morale e fiero spirito di sacrificio la gagliardia dei suoi ranghi superando compatto itinerari di milleseicento chilometri fra fatiche estenuanti, le sofferenze più aspre del solleone ed il tormento della pioggia e del gelo, lungo le piste di fango insidiate dalla presenza di campi minati. Distintosi nella manovra per l'accerchiamento di grandi unità avversarie a Petrikowka, dava nuovo risalto alle sue salde qualità militari quando, raggiunta la zona del Donez, sbaragliava in ripetute azioni offensive e numeroso scontri le agguerrite formazioni avversarie, che anche protette da forte nerbo di cavalleria gli contendevano il passo. Impegnato nell'attacco a munite posizioni nemiche con irruenza decisiva e sperimentato valore, ampliava la penetrazione di nostre colonne e, quantunque assottigliato dalle perdite, assicurava l'inviolabilità di esteso settore difensivo, reso più arduo dall'eccezionale rigidezza dell'inverno.» — Fronte Russo: Obuchowkije - Kurilowka - Krestowka - Ubeshisctsche - Rykowo -Chazepetrowka - Jelenowka - Juni Comunard - Bosso Kawka, agosto 1941 - maggio 1942.
«Decreto 4 gennaio 1978
Al verificarsi del violento terremoto che colpiva il Friuli, accorreva prontamente sui luoghi disastrati e, prodigandosi con coraggio e con slancio fraterno di solidarietà umana, dava un valido contributo al soccorso dei feriti e dei superstiti ed alla rimozione delle macerie, limitando i danni della grave sciagura. L'opera svolta ha riscosso l'apprezzamento delle Autorità e l'incodizionata riconoscenza delle popolazioni colpite, rafforzando il prestigio dell'Esercito.» — Friuli, 6 - 15 maggio 1976.
«Decreto 5 giugno 1910
Si segnalò per operosità, coraggio, filantropia e abnegazione, nel portar soccorso alle popolazioni funestate dal terremoto calabro - siculo del 28 dicembre 1908.»
«In segno di viva tangibile riconoscenza per il generoso contributo offerto alle operazioni di soccorso sviluppate dalle Unità C.R.I.in favore delle popolazioni colpite dall'alluvione del novembre 1994.»
Croce d'Oro al Merito dell'Esercito.
Decreto Ministeriale nº 1396 del 21 marzo 2023.
“Reggimento di fanteria, erede di una gloriosa e secolare tradizione di dedizione e sacrificio, impiegato in Bulgaria a difesa del fianco orientale euro-atlantico, si è prodigato con eccezionale impegno, pregevole spirito di corpo e consapevole coraggio nell’assolvimento della missione affidatagli. Concreta dimostrazione della solidarietà e coesione esistente tra i Paesi dell’Alleanza Atlantica per la sicurezza dei territori e delle proprie genti, agendo con profonda consapevolezza e straordinaria condivisione degli obbiettivi, ha saputo offrire superba prova di valorosa professionalità ed altissimo senso di responsabilità. Chiarissimo esempio di perizia ed abnegazione, ha contribuito ad accrescere il prestigio dell’Esercito e dell’Italia nel contesto internazionale”.
Scudo: Partito d'azzurro e d'argento al toro furioso partito d'oro e d'azzurro, sormontato in capo nel primo punto da tre stelle d'argento poste in fascia. Il tutto al capo d'oro con il quartier franco d'azzurro caricato del tridente bizantino d'Ucraina d'oro.
Corona turrita.
Ornamenti esteriori: lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: "CREDO E VINCO".
onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna dell'Ordine Militare d'Italia pendente al centro del nastro con i colori della stessa.
nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: una medaglia d'oro, tre medaglie d'argento, una medaglia di bronzo al valore dell'esercito sono annodate nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo.
Insegne e Simboli
Il Reggimento indossa il fregio della Fanteria (composto da due fucili incrociati sormontati da una bomba con una fiamma dritta). Al centro nel tondino è riportato il numero "82".
Le mostrine del reggimento sono rettangolari di colore azzurro con banda centrale gialla. Alla base della mostrina si trova la stella argentata a 5 punte bordata di nero, simbolo delle forze armate italiane.
^Informazioni ricavate dalla pagina dell'82º Reggimento fanteria "Torino" sul sito dello Stato Maggiore dell'Esercito Copia archiviata, su esercito.difesa.it. URL consultato il 21 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 2 marzo 2011)..