In occasione del Terremoto di Messina del 1908 ricevette e una Medaglia d'argento di Benemerenza per il soccorso prestato alle popolazioni.[2]
All'entrata in guerra dell'Italia nel primo conflitto mondiale il reggimento di stanza ad Asti sin dal 1883,[3] era costituito dai battaglioni XXVIII, XXX, XXXII e IX Ciclisti.[4] prendendo parte al conflitto nel corso del quale venne sciolto per eventi bellici il 17 novembre 1917,[4] ad eccezione del battaglione ciclisti, che nel giugno 1918 prese parte alla battaglia del solstizio, in cui diede nuove prove del suo valore, meritando la citazione sul bollettino di guerra n.° 1123 del Comando
Supremo del 21 giugno 1918; pochi giorni dopo, il 24 giugno 1918, il IX Battaglione bersaglieri ciclisti venne sciolto ed i suoi elementi incorporati in reparti di assalto.[4]
Nel corso del conflitto alla guida del reggimento si sono alternati i seguenti comandanti:[4]
Colonnello Luigi Baronia, dal 24 maggio al 24 luglio 1915
Colonnello Guglielmo Ranieri, dal 25 luglio al 2 ottobre 1915
Colonnello Guglielmo Caldera, dal 3 ottobre 1915 al 16 aprile 1916
Colonnello Roberto Pasini, dal 17 aprile al 6 agosto 1916
Colonnello Francesco Borrelli, dal 14 agosto 1916 al 7 maggio 1917
Colonnello Arturo Radaelli, dal 14 maggio al 17 novembre 1917.
Il 20 febbraio 1919 il 20º Reggimento bersaglieri assunse la denominazione di 9º Reggimento bersaglieri ed i battaglioni LXX, LXXI e LXXII assunsero, rispettivamente, la denominazione di XXVIII, XXX e XXXII.[4]
Per effetto della circolare ministeriale n.° 3.760 del 7 luglio 1924 viene tutto trasformato in ciclisti e con il battaglione quadro soppresso.[1] L'11 marzo 1926, con la legge nº 396, il Reggimento venne articolato su Comando, Deposito e due Battaglioni, XXVIII e XXX.[1] Nel 1930 il XXX battaglione venne riconfigurato in battaglione mitraglieri ed il 15 marzo 1931 venne ricostituito il XXXII battaglione anch'esso mitraglieri.
Dal 10 agosto 1936, il Reggimento venne riconfigurato in Reggimento Motorizzato con alle sue dipendenze il XXVIII battaglione ciclisti, il XXX battaglione autoportato e il XXXII battaglione motomitraglieri.[1]
Nel 1937 la sede del reggimentovenne trasferita a Treviso.[1]
Nel 1939 il comando di Reggimento e il XXVIII battaglione presero parte all'occupazione dell'Albania. Il 1º aprile 1939, il Reggimento venne inquadrato alle dipendenze della Divisione motorizzata "Trieste" e l'11 luglio viene sciolto il XXVIII battaglione ciclisti.[1]
Nel mese di aprile del 1940 vennero assegnati al Reggimento il XL battaglione autoportato, che dal 3 novembre successivo avrebbe assunto la denominazione di XXVIII battaglione, la 105ª Compagnia cannoni da 47/32 ed un autoreparto e la sede del reggimento trasferita a Cremona.[1] All'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale delle ostilità, essendo il reggimento alle dipendenze organiche della Divisione motorizzata "Trieste", venne schierato con tale la grande unità nella quale era inquadrato, sul fronte occidentale.[1]
Nel 1975 in seguito alla profonda riforma dell'Esercito Italiano, che aboliva il livello reggimentale, con i battaglioni indipendenti alle dirette dipendenze delle brigate, il 31º Reggimento carri venne sciolto e il XXVIII battaglione divenne autonomo prendendo la denominazione di 28º Battaglione bersaglieri "Oslavia" ereditando Bandiera e tradizioni del 9º Reggimento bersaglieri, ed inquadrato nella 31ª Brigata corazzata "Curtatone" della Divisione corazzata "Centauro" del III Corpo d'armata.
Il 15 ottobre 1996, in seguito alla trasformazione della brigata da corazzata in meccanizzata il 28º Battaglione bersaglieri "Oslavia" venne soppresso.
Stemma
Scudo
d'oro, trinciato da una banda di porpora caricata di quattro bisanti anch'essi d'oro; a sinistra un cordoncino con fiocco per polvere da sparo, posto ai lati dello scudo e legato ad uno scudetto ancile d'azzurro, caricato da un silfio d'oro di Cirenaica; a destra due sciabole incrociate d'azzurro una delle quali a lama diritta, sormontate da una stella d'azzurro
Ornamenti esteriori
lista bifida: d'oro, svolazzante, collocata sotto la punta dello scudo, incurvata con la concavità rivolta verso l'alto, riportante il motto: "INVICTE, ACRITER, CELERRIME"
onorificenza: accollata alla punta dello scudo con l'insegna pendente al centro del nastro con i colori della stessa
nastri rappresentativi delle ricompense al Valore: annodati nella parte centrale non visibile della corona turrita, scendenti svolazzanti in sbarra ed in banda dal punto predetto, passando dietro la parte superiore dello scudo