Il 132º Reggimento carri è un'unità dell'Esercito Italiano, inquadrato da sempre nella 132ª Brigata corazzata "Ariete". Il reggimento, è gelosissimo custode delle tradizioni meccaniche della specialità. Pur essendo il più giovane dei reggimenti carristi (fu l’ultimo in ordine di tempo a costituirsi), è assurto a unità simbolo della specialità, in quanto l'unico ad essersi costituito in zona di guerra e primo reggimento carri dell'Esercito Italiano ad assumere organico omogeneo su carri medi e primo ad essere impiegato in combattimento in modo unitario (3 battaglioni in linea) quale unità di manovra, secondo i criteri della moderna guerra dei corazzati.[2]
L’attuale 132º Reggimento carri trae le proprie origini dal 132º Reggimento fanteria carrista costituito il 1º settembre 1941 in Africa settentrionale ordinandosi nella zona di Eluet el Lasga, lungo la pista che da Berta conduceva a El Mechili.[2] Il primo comandante del 132º Reggimento Fanteria carristi fu il tenente colonnello Enrico Maretti che aveva già partecipato con il 32° alle operazioni contro Tobruk guadagnando due ricompense al valor militare.[3] Il comando del Reggimento si costituì a Roma presso il deposito del 4º Reggimento carristi, che nel 1941 aveva perso tutti i suoi battaglioni a Beda Fomm. L’unità era articolata su Compagnia Comando, costituitasi anch’essa nel luglio dello stesso anno a Roma presso il deposito del 4º Reggimento carristi, e dai battaglioni, VII, VIII e IX equipaggiati con carri mediM13/40. I battaglioni VII e VIII provenivano dal 32º Reggimento carristi, mentre il IX battaglione carri medi era stato costituito a Bracciano con elementi dell’XI battaglione carri L di Udine.
Inserito nella 132ª Divisione corazzata "Ariete", partecipò alla campagna del Nordafrica, in sostituzione del 32º Reggimento carristi, rimasto in organico alla divisione ma con i soli battaglioni carri leggeri e a organico ridotto, fino al rimpatrio avvenuto nel gennaio 1942.
Dopo un breve ma intenso periodo di amalgama e di addestramento, il 132º Reggimento carri raggiunse l’Ariete a Bir el Gobi, ove ebbe il battesimo del fuoco, il 18 novembre 1941 a Bir el Dlena. Il giorno successivo prese parte alla prima battaglia di Bir el Gobi, dando subito prova del suo valore e spirito combattivo. Il 23 novembre a Bir Cremisa il 132° attaccò frontalmente un caposaldo nemico, in cooperazione con due reggimenti carri tedeschi, eliminandolo e il 29 e 30 novembre prese parte ai vittoriosi combattimenti di Sidi Rezegh; sostenne vittoriosamente altri combattimenti il 5 dicembre ad El Dubaa nel corso della seconda battaglia di Bir el Gobi e dal 13 al 15 dicembre fu impegnato nella conquista del caposaldo di quota 204 di Ain el-Gazala.[2] Dopo un brevissimo periodo di riordinamento, tra il 21 e il 29 gennaio 1942, prese parte alle prime operazioni per la riconquista della Cirenaica destinate a concludersi con la riconquista di Bengasi.
Dopo avere ricevuto, in sostituzione del decimato VII, il X Battaglione carri M14/41 proveniente dal 133º Reggimento carristi,[2] il 27 maggio 1942, nel corso della battaglia di Ain el-Gazala il 132º Reggimento attaccò con successo i due fortissimi capisaldi nemici di Rugbet el-Atasc, difesi rispettivamente dalla 3ª IMB (Indian Motor Brigade: Brigata Indiana Motorizzata)[4] e Bir Hacheim, e da truppe francesi aderenti alla Francia libera. A seguito dell’eroico comportamento tenuto in quell'occasione da tutti i carristi del 132°, la data di quel combattimento vittorioso è stata designata quale festa del Reggimento. Nel corso del combattimento venne fatto prigioniero il comandante del IX battaglione carri, tenente colonnello Prestisimone, che, pur abbastanza seriamente ustionato alle gambe, aveva cambiato per ben tre volte carro pur di continuare l’assalto contro i francesi. Egli venne catturato quando era giunto a soli 80 metri da una batteria avversaria,[5] ricevendo le congratulazioni personali da parte del generale Koenig per il coraggio dimostrato nell’azione; i mezzi superstitii del IX battaglione, richiamati dal Comandante del 132º Reggimento, Maggiore Luigi Pinna, che aveva sostituito il Comandante Colonnello Maretti ferito nella stessa giornata[6] si ricongiunsero al resto del reggimento e della Divisione a Rugbet el Atsc.
Nel corso dei combattimenti si distinse, tra gli altri, il diciannovenne caporaleGiovanni Secchiaroli, mitragliere di carro medio dell'VIII battaglione, che, benché ferito ed unico sopravvissuto del suo equipaggio, continuò a fare fuoco dal proprio carro immobilizzato fino a che non fu ferito mortalmente da un ulteriore colpo anticarro; alla sua memoria è stata conferita la Medaglia d'oro al valor militare e nel 1975 l'VIII battaglione carri verrà rinominato in suo onore 8º Battaglione carri "M.O. Secchiaroli". Il reggimento proseguì senza soluzione di continuità le operazioni partecipando attivamente ai combattimenti per conquista, della piazzaforte di Tobruch che fu presa definitivamente il 21 giugno 1942. Nonostante le gravi perdite subite, l’unità proseguì la lotta partecipando alla rapida avanzata in Egitto all'inseguimento dell'VIII Armata raggiungendo la posizione difensiva di El Alamein.[2] Riordinatosi, con in linea solamente il IX e X battaglione carri, il 15 luglio 1942 ritornó in prima linea, ricevendo qualche giorno più tardi in sostituzione del decimato VIII battaglione carri, il XIII Battaglione carri, appena giunto dall’Italia con il 31º Reggimento carristi[2] prendendo parte alla 1ª battaglia di El Alamein e dal 31 agosto al 6 settembre 1942 allo sforzo offensivo esercitato dall'Armata italo–tedesca nella zona di El Qattara. Dal 23 ottobre al 6 novembre il 132° prese parte alla 2ª battaglia di El Alamein immolandosi in numerosi contrattacchi lanciati per proteggere il ripiegamento delle nostre divisioni di fanteria appiedate.[2]
Il 1º dicembre 1942, ormai completamente distrutto, il Reggimento venne sciolto.[2]
Il 5 dicembre seguente i superstiti dei battaglioni carri delle divisioni "Ariete" e "Littorio", insieme a quelli dell’XI battaglione carri della "Trieste", ormai rimasti privi di carri, furono riuniti nel 132º Reggimento controcarri, che partecipó con valore alle operazioni ritardatrici per consentire la nostra ritirata fino in Tunisia fino al 18 aprile 1943 data del suo scioglimento.[7]
Nel corso di 14 mesi di guerra ininterrottamente combattuta nel deserto africano il reggimento ha pagato un altissimo tributo di sangue con almeno 340 fra caduti e dispersi (40 ufficiali, 75 sottufficiali e 225 carristi). Ben 365 le decorazioni al valor militare concesse ai carristi di ogni grado del reggimento.[2] L'ultima decorazione al valor militare concessa a un carrista del 132º reggimento è del 22 marzo 1943.[2]
Il 29 aprile 1950 il Reggimento ha trasferito tutti i suoi reparti presso la Caserma "Salvatore Zappalà" di Aviano insistente su di un sedime aeroportuale dell'Aeronautica militare ceduto all'Esercito Italiano, confinante con l'aeroporto militare di Aviano che diverrà la sua sede storica. Il 1º marzo 1952 venne costituito, equipaggiato con carri armati mediM47 Patton, il III battaglione carri che fino al 16 dicembre 1952 ha avuto la sua sede a Casarsa della Delizia e venne poi subito ceduto al ricostituendo 31º Reggimento carristi di Verona. Il 1º ottobre dello stesso anno la Brigata "Ariete" venne elevata a livello di Divisione cambiando la sua denominazione in Divisione corazzata "Ariete" e il 29 dicembre 1952 il reggimento completa la sostituzione dell'intera linea carri con gli M47. Nel 1954 viene ricostituito nella sede di aviano il III battaglione carri equipaggiato anch'esso con carri armati M47.[2]
Il 5 gennaio 1959 i battaglioni del 132º Reggimento carri riassumono numerazione dei battaglioni protagonisti della guerra d’Africa. Il I, II e III diventano rispettivamente VII, VIII e X battaglione.
Nel 1963 la Divisione corazzata "Ariete" assunse l'organico delle Grandi Unità dell'Alleanza Atlantica, articolandosi su una Brigata meccanizzata, due Brigate corazzate e una Brigata di artiglieria. Il 132º Reggimento carri entrò a far parte della III Brigata corazzata "Ariete". Nello stesso periodo avvennero altre trasformazioni in seno ai reparti: il 132º Reggimento carri ricevette il 1º luglio 1963 il V Battaglione bersaglieri, equipaggiato con VTTM113, che venne ridenominato XXXVIII Battaglione bersaglieri, cedendo in cambio il 1º agosto il VII Battaglione carri all'8º Reggimento bersaglieri inquadrato nella I Brigata meccanizzata "Ariete". Il 1º marzo 1964 entrò a far parte della Divisione corazzata "Ariete" il ricostituito 32º Reggimento carri di Cordenons, con organico speculare a quello del 132° ma inquadrato nella II Brigata corazzata "Ariete". Tale reggimento nel 1968 si trasferirà a Tauriano di Spilimbergo.
Nell'ottobre 1963 i reparti del reggimento hanno preso parte alle perazioni di occorso in occasione della sciagura del Vajont e il 4 novembre 1966 sono intervenuti in soccorso delle popolazioni colpite dall'alluvione del Piave nel corso delle quali perderà la vita il caporale ventiduenne Eros Perinotto, alla cui memoria è stata concessa la Medaglia d'Oro al Valor Civile.[2]
Il 29 luglio 1968 nel ventennale della ricostituzione del reggimento viene concesso al 132º carri dal Presidente della RepubblicaSaragat, con proprio decreto, lo stemma araldico e il motto "In hosten ruit" (sul nemico irrompe); nell'ottobre del 1968 venne abbandonato l'organico standard NATO e il reggimento tornó a dipendere direttamente dal comando della divisione. Più o meno nello stesso periodo, il reggimento inizió a sostituire i carri M47 sostituiti con i più moderni M60 A1 Patton.[2]
Con la ristrutturazione dell'Esercito Italiano, il 1º novembre 1975 il comando del 132º Reggimento carri venne sciolto e le sue tradizioni e la sua bandiera di guerra vennero affidate all’VIII Battaglione carri, ridenominato 8º Battaglione carri "M.O. Secchiaroli" inquadrato, con il 10º battaglione carri "M.O. Bruno" e 27º battaglione bersaglieri nella neocostituita 132ª Brigata corazzata "Manin"[7] che ha la sua sede ad Aviano. Nella primavera–estate del 1976 l’8º battaglione partecipa alle operazioni di soccorso per il sisma del Friuli.
Il 1º ottobre 1986 con lo scioglimento del Comando della Divisione Ariete, la Brigata "Manin" ne eredita il nome e le tradizioni e viene ridenominata 132ª Brigata corazzata "Ariete" trasferendo il suo Comando a Pordenone posto alle dirette dipendenze del Comando del 5º Corpo d'armata.
Nel 1991 in occasione della prima guerra del golfo il battaglione è stato impiegato in operazione di presidio ai punti sensibili sul territorio nazionale nelle provincie di Pordenone, Parma e Reggio Emilia.
Il 132º Reggimento carri venne ricostituito il 27 luglio 1992 a seguito di un'ulteriore ristrutturazione dell’Esercito, inquadrando oltre alla Compagnia Comando e Supporto Logistico "Bengasi", l'8º battaglione carri "M.O. Secchiaroli", inizialmente costituito su 5 compagnie carri, la 6ª compagnia "Ghemines", la 7ª compagnia "Roma", la 8ª compagnia "Bir Hacheim", la 9ª compagnia "Ghibli" e la 10ª compagnia "Aviano". Dal dicembre 1992 al marzo 1994, a turni trimestrali, i reparti del 132° hanno preso parte con i carri M60A1 e M60A1 RISE alla missione Ibis in Somalia. I 10 carri M60A1 in versione RISE impiegati per l’occasione vennero ceduti in prestito dall'USMC vennero inizialmente assegnati alla 9ª compagnia e restituiti al termine delle operazioni in Somalia. Lo Stendardo del reggimento è decorato di medaglia di bronzo al valore dell'esercito per il superbo comportamento avuto in ogni circostanza dai suoi carristi, molti dei quali di leva in quel particolarissimo teatro di operazioni.
Nel 1994 i carri M60A1 sono stati sostituiti con Leopard 1 provenienti dalle unità carri che li avevano in dotazione e che erano state nel frattempo disciolte.
Nel 1994 il reggimento ha preso parte all'operazione Testuggine per la sorveglianza del confine orientale, per contrastare il flusso di clandestini, per impedire eventuali tentativi d'ingresso irregolare di persone, mezzi e materiali.
Lasciata la storica sede di Aviano il 30 novembre 1995 il reggimento ha trasferito la sua base a Cordenons in provincia di Pordenone,[7] assorbendo nei propri ranghi il grosso del personale del disciolto 63º Reggimento carri e riducendo l'organico dell'8º battaglione carri a 4 compagnie carri: la 1ª compagnia "Rughet el Atasc", la 2ª compagnia "El Alamein", la 3ª compagnia "Tobruch" e la 4ª compagnia "Bir Hacheim".
Tra marzo e maggio 1996 e successivamente tra maggio e luglio 1997 reparti del 132° hanno preso parte all'Operazione Vespri siciliani, in concorso con le forze di Polizia, per il presidio di obiettivi sensibili e per il controllo di parte del territorio della provincia di Palermo.
Il 30 maggio 1998 al reggimento è stata conferita la cittadinanza onoraria della città di Cordenons.
Nel 1999 il reggimento ha iniziato a cambiare la linea carri con veicoli di produzione nazionale C1 Ariete completando tale operazione il 1º luglio 2000.
"Considerato che il 132º Rgt. Carri, nelle sue varie articolazioni ha svolto servizio dal 1955 al 1995 presso la caserma "Salvatore Zappalà" ricordata come "Culla del carrismo Italiano, grazie alla permanenza delle più importanti unità corazzate dell'Esercito Italiano;
Ricordate la collaborazione e la disponibilità sempre dimostrate dai militari Italiani, particolarmente espresse negli aiuti portati ai friulani dopo il terremoto del 1976".
«Prestigioso reggimento custode delle gloriose tradizioni dei carristi, partecipava con inflessibile tenacia e prodigioso ingegno alla deterrenza sul fianco est dell'Alleanza Atlantica, primo, dalla fine della Seconda guerra mondiale, a scortare con i carri lo Stendardo in un'operazione fuori dai confini nazionali. Durante il corso dell'attività, il 132° reggimento carri, fedele ai principi di fermezza, perizia ed eclettismo, offriva esemplare prova di straordinario impegno e non comune spirito di sacrificio, integrando e armonizzando le diverse specialità della Forza armata e degli eserciti alleati costituenti il "Multinational Battlegroup", evocando idealmente il "poderoso strumento fuso in un unico blocco di macchine, energie e cuori". Mirabile esempio di unità, conferiva onore e prestigio all'Esercito italiano al cospetto della Nazione in un complesso contesto
multinazionale. Novo Selo (Bulgaria), febbraio-giugno 2024.»[9]
Carri Ariete del 132º Reggimento durante l'esercitazione Strong Europe Tank Challenge
Struttura del Reggimento
Comando di reggimento
Compagnia comando e supporto logistico "Bengasi"
VIII Battaglione carri "M.O. Secchiaroli"
1ª Compagnia "Rughet el Atasc"
2ª Compagnia "El Alamein"
3ª Compagnia "Tobruch"
4ª Compagnia "Bir Hacheim" (attualmente in posizione quadro)
Colonnello Michele Chillemi 20 novembre 1954 – 31 agosto 1956
Colonnello Pietro Pettolello 1º settembre 1956 – 15 settembre 1957
Colonnello Enzo Del Pozzo 16 settembre 1957 – 30 settembre 1958
Colonnello Carlo Piccardo 1º ottobre 1958 – 4 gennaio 1959
132º Reggimento Carri "Ariete"
Colonnello Carlo Piccardo 5 gennaio 1959 – 31 ottobre 1958
Colonnello Luigi Battisti 1º novembre 1959 – 30 gennaio 1962
Colonnello Luigi Galleni 31 gennaio 1962 – 30 gennaio 1963
Colonnello Arvedo Moscatelli 1º febbraio 1963 – 31 luglio 1965
Colonnello Antonino Rocchetti 1º agosto 1965 – 20 settembre 1966
Colonnello Leonida Falco 21 settembre 1966 – 20 settembre 1967
Colonnello Enzo Petrei 21 settembre 1967 – 23 settembre 1968
Colonnello Nicola Chiari 24 settembre 1968 – 23 settembre 1969
Colonnello Alfredo Guacci 24 settembre 1969 – 23 settembre 1970
Colonnello Salvatore Furnari 24 settembre 1970 – 24 settembre 1971
Colonnello Armano Capurso 25 settembre 1971 – 2 ottobre 1972
Colonnello Alfredo Orsini 3 ottobre 1972 – 2 settembre 1974
Colonnello G. Franco Riccio 3 settembre 1974 – 2 settembre 1975
Colonnello Antonio Viesti 3 settembre 1975 – 31 ottobre 1975
8º Battaglione Carri "M.O. Secchiaroli"
Tenente colonnello Agostino Felli 1º novembre 1975 – 30 settembre 1976
Tenente colonnello Cesare Pucci 1º ottobre 1976 – 2 ottobre 1977
Tenente colonnello Mario Ventruto 3 ottobre 1977 – 30 luglio 1979
Tenente colonnello Giuseppe Maruotti 31 luglio 1979 – 5 luglio 1981
Tenente colonnello Alfio Chisari 6 luglio 1981 – 28 agosto 1983
Tenente colonnello Lucio Maltoni 29 agosto 1983 – 9 settembre 1985
Tenente colonnello M. Aurelio Piselli 10 settembre 1985 – 9 agosto 1987
Tenente colonnello Giuseppe Crisci 10 agosto 1987 – 24 agosto 1989
Tenente colonnello Giovanni Cirillo 25 agosto 1989 – 26 luglio 1991
Tenente colonnello Raffaele Palmieri 27 luglio 1991 – 26 luglio 1992
132º Reggimento Carri
Colonnello Giustino Crivellaro (3° rifondatore – Aviano) 27 luglio 1992 – 15 settembre 1993
Colonnello Filippo Petrera 16 settembre 1993 – 8 agosto 1996
Colonnello Andrea Caso 9 agosto 1996 – 6 luglio 1998
Colonnello Luigi Guglielmo 7 luglio 1998 – 9 settembre 2001
Colonnello Fulvio Sbernadori 10 settembre 2001 – 2 luglio 2003
Colonnello Luigi Lunigiani 3 luglio 2003 – 2 febbraio 2004
Tenente colonnello Enrico Bucci 3 febbraio 2004 – 31 gennaio 2005
Colonnello Giovanni Cazzorla 1º febbraio 2005 – 13 ottobre 2006
Colonnello Massimo Bettini 14 ottobre 2006 – 18 settembre 2008
Colonnello Maurizio Enrico Parri 19 settembre 2008 – 15 ottobre 2010
Colonnello Mario Nicola Greco 15 ottobre 2010 – 3 novembre 2012
Colonnello Giandomenico Petrocelli 3 novembre 2012 – 6 dicembre 2013
Colonnello Ciro Forte 7 dicembre 2013 – 1º settembre 2016
Colonnello Pierluigi Lodola 2 settembre 2016 - 31 agosto 2018
Colonnello Mauro Quarta 1º settembre 2018 - 30 ottobre 2019
Colonnello Giuseppe Cannazza 31 ottobre 2019 - 04 novembre 2021
Colonnello Antonello Andreottola 05 novembre 2021 - 28 luglio 2022
Colonnello Mariano Rocco Scandurra 29 luglio 2022 - 03 ottobre 2024
Colonnello Francesco Torroni 04 ottobre 2024 - in carica
Descrizione araldica dello stemma
Lo scudo araldico è d'azzurro, all'ariete furioso d'oro, attraversante un palmizio di nero nodrito (che nasce da una partizione o lembo) su campagna di rosso e sormontato da un lambello a tre pendenti anch'esso di rosso. Il tutto abbassato ad un capo d'oro, con il quartier franco d'azzurro, al silfio d'oro sormontato da una stella dello stesso.[10]
Gli ornamenti esteriori sono, sullo scudo, la corona turrita d'oro, accompagnata sotto da nastri annodati nella corona, scendenti e svolazzanti in sbarra e in banda al lato dello scudo, rappresentativi delle ricompense al Valore. Sotto lo scudo su lista bifida d'oro, svolazzante, con la concavità rivolta verso l'alto, il motto "In hostem ruit".[10]
«Poderoso strumento di guerra fuso in un unico blocco di macchine, energie e cuori, iniziò sul suolo marmarico la sua vita di dedizione, di sacrificio e di vittoria recando con la più severa preparazione, l'ardore puro dell'ideale e della giovinezza. Tappe di conquista e di gloria, lotte titaniche di corazze contro corazze. Bir El Gobi, Sidi Rezegh; munitissimi capisaldi smantellati e travolti, quota 204 di Ain El Gazala, El Duba, Bir Hacheim, Dahar El Aslagh; infaticabile pulsare di motori; ansia ardente di incalzare sempre più il nemico, battuto nelle nostre terre ed in ritirata verso l'Est oltre i confini, da Tobruk ad El Alamein. Affrontò sempre un avversario agguerrito e superiore per numero e potenza lottando incessantemente in un ambiente naturale tra i più inospitali della terra; due volte si immortalò nella gloria dell'offerta estrema, due volte risorse più forte per virtù di capi e generosità di gregari. Nell'unità morale dei Caduti e dei vivi dimostrò saldezza e compagine degne dello spirito eroico della razza e delle più belle tradizioni millenarie dell'Esercito Italiano. Bir el Gobi, 18 novembre 1941 - El Alamein 3 luglio 1942.» — 31 dicembre 1947[11]
«Il 132º Reggimento carri ha partecipato con proprie forze, inquadrate nel contingente italiano impegnato in Somalia, alle operazioni di soccorso e di protezione alla popolazione martoriata dalla guerra civile. Per circa 15 mesi, operando diuturnamente, in oggettive difficoltà ambientali ed in condizioni di particolare sensibilità operativa, le sue unità hanno sempre evidenziato elevate capacità professionali e altissimo senso del dovere e dimostrando, in ogni circostanza, la capacità di discriminare le loro reazioni, evitando così inutile spargimento di sangue. Con i propri mezzi le unità hanno garantito un'eccezionale cornice di sicurezza e fronteggiato molteplici emergenze diventando così punto di sicuro riferimento per tutte le forze del contingente. Chiaro esempio di grande perizia ed estremo valore che ha concorso ad elevare e nobilitare il prestigio dell'Esercito Italiano sia in Patria sia all'Estero. Somalia, 29 dicembre 1992-15 marzo 1994.» — 5 ottobre 1994.[11]
Note
^132° Reggimento carri, su esercito.difesa.it. URL consultato il 6 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2012).
Mario Montanari, Le Operazioni in Africa Settentrionale Vol.III, Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito,Roma, 1989.
Francesco Viglione, Tentativo di ricostruzione di un mattino di guerra del 132º Reggimento Carri «Ariete», Ufficio Storico dello Stato Maggiore Esercito, Roma, 1987 nr 6389, 1988.