Il comune è sito ai piedi del Monte Melito (803 m s.l.m.), una delle punte della catena dei Monti Trebulani. Possiede due frazioni, Santa Croce e Statigliano.
Storia
La storia di Roccaromana inizia dalla distruzione dell'antica città Saticula (citata già nell'Ab Urbe Condita di Livio e nell'Eneide di Virgilio), oggetto di contesa tra Sanniti e Romani già all'incirca nel 700 a.C. L'esatta ubicazione di tale città è ancora incerta, con ipotesi che la vogliono a Ovest del Monte Maggiore, nel luogo in cui si incontra con il Trebolano, e altre ancora che la fanno coincidere addirittura con l'attuale Sant'Agata de' Goti (BN). Con il passare dei secoli rimase solo un pezzo dell'antica città, Il Vicus Statilianus, il quale sovraffollamento costrinse molti dei suoi abitanti a scendere in pianura, per formare dapprima i casali, e poi questi il feudo di Roccaromana, sotto il ducato longobardo di Benevento, nel 700 d.C. Nel 1100 arrivarono i Normanni, i quali costruirono l'omonima Torre, con funzione difensiva, in cima al Monte Castello, sui resti di una precedente longobarda.
Il nome "Roccaromana" appare per la prima volta su documenti ufficiali nel 1101, in un diploma di Riccardo II, Principe di Capua, ove viene menzionato Adamo de Roccaromana, e in un documento dell'Abbazia di Montecassino che testimonia il giuramento del conte di Teano di difendere con le armi l'abbazia da tutti i nemici, eccetto Guaimondo de Roccaromana. I "De Roccaromana" governarono il feudo fino al 1337, dopodiché si susseguirono molti baroni, tra i quali i De Marzano e gli Arcamone nel XVI secolo, fino all'ultimo, Lucio Caracciolo, dal 1799 al 1806, anno in cui Giuseppe Bonaparte promulgò le leggi eversive della feudalità.[4][5]
Monumenti e luoghi d'interesse
Torre Normanna e Chiesa della Madonna di Castello
La Torre Normanna è situata sul Monte Castello, nella frazione di Statigliano. Risale all'anno 1100, è a pianta cilindrica e possiede un'altezza complessiva di circa 18 m. Provvista di una cisterna alla base, si sviluppa su due piani. In cima è possibile tutti i territori circostanti (Alto, Medio e Basso Volturno) per un raggio di 40 km, motivo della sua costruzione allora strategica e difensiva. Bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, fu ricostruita nel 1948, per essere nuovamente distrutta da una tempesta e abbandonata fino al 2016, anno dell'ultimo e attuale restauro. Legata alla torre normanna si intreccia tutta la storia della casa reale degli Altavilla, che in epoche più recenti lasciarono il compito di procrastinare la storia e la cultura da loro perpetrate nel tempo alla nobile famiglia di Giovine, oggi rappresentata dal Principe Paolo di Giovine di Roccaromana.
La Chiesa della S.S. Vergine delle Grazie è una cappella gentilizia a pianta rettangolare situata di fianco alla torre. Risale al 1190 ed è dedicata al culto della Madonna di Castello. Nell'ultimo restauro sono stati trovati sull'abside due affreschi risalenti rispettivamente al XV e XVI secolo, facenti parte di un trittico comprendente la Madonna di Castello e una figura maschile, probabilmente San Giovanni Battista.
Chiesa di San Cataldo Vescovo
La Chiesa di San Cataldo Vescovo ha origine da un'antica cappella del 1156 dedicata a Maria S.S. Annunziata, ed era compresa nelle mura dell'antico Palazzo Ducale. Nel 1893 tale cappella fu trasformata nell'attuale Chiesa Madre. Presenta una pianta a croce greca e possiede, oltre alla statua e alla reliquia del santo patrono, un affresco sull'abside di Vincenzo Galloppi del 1913[6], raffigurante lo stesso San Cataldo atto a salvare i pescatori in una tempesta. Presente anche la statua della Madonna della Neve.[4][5]
Cappella del Purgatorio
Sorge nel 1409 grazie ai Marzano su un blocco di tufo grigio tipico della zona, dedicata al culto di San Sebastiano. All'interno è presente un affresco del XV secolo risalente alla Scuola Caiatina, raffigurante la Madonna con bambino, San Sebastiano e San Rocco.[4][5]
Chiesa di Santa Croce
La Chiesa di Santa Croce è la chiesa principale dell'omonima frazione, e sorge da una cappella preesistente dedicata al culto di San MIchele Arcangelo, anche se i primi documenti ufficiali dell'edificio risalgono al XVII secolo. Ad unica navata, la cappella laterale custodisce la reliquia avente un frammento della croce di Cristo. Sull'abside presente un altro affresco di Vincenzo Galloppi del 1899[7], raffigurante il ritrovamento della Croce ad opera di Sant'Elena.[4][5]
Chiesa di Santa Margherita V.M.
La Chiesa di Santa Margherita V.M. è la chiesa principale della frazione di Statigliano. Sorge nel XVII secolo come unione tra le cappelle preesistenti del Purgatorio e del S.S. Rosario. Sull'altare maggiore è presente la statua lignea della santa, mentre sul soffitto vi è un ulteriore affresco del Galloppi del 1910, ritraente il sacrificio della stessa.[4][5][8]