Insegnò a Pisa, quindi a Firenze e infine a Roma, dove tenne l'insegnamento di Storia dell'arte medievale e, per qualche anno, anche quello di Storia dell'arte moderna. Nel 1964 fu nominato professore emerito.
La sua opera scientifica fu incentrata principalmente sull'arte romanica e rinascimentale, con una particolare predilezione per l'opera di Piero della Francesca. Tuttavia, rispetto a queste principali aree d'interesse, egli spaziò su un campo molto più ampio che andava dall'arte paleocristiana fino alle manifestazioni barocche, riuscendo poi a focalizzare l'interesse su ambiti e periodi, come l'arte copta, fino ad allora ingiustamente negletti o sottovalutati dalla critica: si deve alla sua iniziativa, congiunta a quella di altri studiosi e medievisti di vaglia, se nel 1952 fu fondato il "Centro italiano di studi sull'alto medioevo", che riportò al centro dell'attenzione scientifica un periodo storico lasciato ai margini e da lui rivalutato. Sempre alla sua sensibilità critica si deve la prima attenzione scientifica e accademica verso le cosiddette arti minori.
Nel 1953 nel ruolo di Presidente del Comitato esecutivo della Mostra di Luca Signorelli nel Cinquecentenario della nascita, posticipato a causa degli eventi bellici, dislocata a Cortona e a Firenze, sotto l'Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, Mario Salmi parla, nella Prefazione allo stesso Catalogo, di ricerca filologica e critica che va di pari passo con la conoscenza e la divulgazione di Signorelli presso il vasto pubblico. Quale esempio concreto prende l'affresco frammentario collocato alla Pinacoteca comunale di Città di Castello.[1] Nello stesso volume Margherita Moriondo, alla sezione Catalogo delle opere, inserendo quale prima immagine l'affresco frammentario del Signorelli ne traccia una dettagliata scheda dove tra l'altro si legge: «L'affresco del Signorelli rappresentava la Vergine col Bambino, fra San Girolamo e San Paolo, (...), il quale tuttavia, secondo una recente ipotesi di Salmi (1951), si può immaginare per mezzo di un dipinto su tela, di qualche decina d'anni più tardi del nostro, nella chiesa parrocchiale di Micciano in comune di Anghiari».[2]
Metodo
La sua attenzione si rivolgeva, in molti casi, a settori di studio tradizionalmente messi in ombra dall'interesse predominante per le manifestazioni più grandi e magniloquenti dell'arte. In un periodo in cui era dominante in Italia la prospettiva estetica segnata dall'idealismo crociano, Mario Salmi si accostava a quei campi negletti con un'analisi critica che muoveva, prima che dall'esperienza estetica, da un rigoroso approccio storico e filologico, a cui non faceva mai mancare una minuziosa ricognizione diretta, che egli portava a termine raggiungendo gli oggetti di studio - affreschi, sculture, chiese, pievi - ovunque essi fossero, perfino nelle località più sperdute, irraggiungibili e impervie.
Il suo metodo filologico lo portava così a dedicare intense energie anche a monumenti considerati minori, e per questo trascurati, attraverso un'analisi minuziosa dell'opera artistica o architettonica: un'esemplificazione di questo metodo lo si trova negli studi dedicati alla Basilica di San Salvatore di Spoleto, che egli mise al centro dell'intera sua iniziativa didattica durante le lezioni tenute a Firenze nell'anno accademico 1945-1946, in cui il monumento fu analizzato "pietra su pietra". Tali studi sfoceranno, 5 anni più tardi, in una minuziosa edizione monografica dedicata al monumento spoletino.
Tutela del sistema paesaggistico e vegetazionale
Fin dalla tesi di laurea, Salmi fu sempre sensibile alle tematiche della tutela del patrimonio culturale. La sua concezione del problema trascendeva la semplicistica esigenza della conservazione delle emergenze artistiche, e fu inserita in una visione di salvaguardia più ampia dell'intero sistema paesaggistico, incluso l'aspetto forestale e vegetazionale. Particolarmente innovativa, nel 1965, fu la sua prolusione "Arte-paesaggio-foreste" in cui mostrava l'importanza delle salvaguardia del paesaggio italiano attraverso la tipicità della sua vegetazione, un tema allora quasi da alcuno avvertito, in un'epoca in cui si andava a grandi passi verso l'irreversibile inquinamento del patrimonio floristico e vegetale dovuto al massiccio inserimento, nel tessuto paesaggistico, di estranee essenze forestali.
Nonostante ciò Salmi fu anche protagonista di operazioni molto discusse, come partecipare alla commissione che di fatto smembrò la Collezione Contini-Bonacossi, facendo finire all'estero numerosi capolavori (Zurbarán, Piero della Francesca, Giovanni Bellini, Giovanni Girolamo Savoldo...); gli strascichi polemici della vicenda, dopo alcune interrogazioni parlamentari gli valsero anche una denuncia per "truffa ai danni dello Stato". Nell'ambiente altamente competitivo degli studi storico-artistici dell'epoca, quando venne preferito a Roberto Longhi per la cattedra nell'Università di Roma è rimasta celebre la frase che pronunciò Bernard Berenson (per quanto con lo stesso Longhi esistesse una sorta di rivalità): «è stato negletto un genio a favore di un insetto».
Fu supervisore dell'opera scientifica Enciclopedia Universale dell'Arte, pubblicata in più volumi a partire dal 1958, e alle cui uscite, già a partire dal 1959, fece prontamente seguito la pubblicazione in inglese.
(con Charles de Tolnay), Michelangelo: artista, pensatore, scrittore, 2 voll., Novara, Comitato nazionale per le onoranze a Michelangelo e De Agostini, 1965
(EN) (con Charles de Tolnay) Drawings of Michelangelo: 103 Drawings in Facsimile
(con Raffaello De Ruggieri), Le chiese rupestri di Matera, Roma, De Luca, 1966
Parvae Favillae. Scritti di storia dell'arte dal Tardo Antico al Barocco, a cura di Maria Cristina Castelli, Maria Grazia Ciardi-Dupré Dal Poggetto, Polistampa, 1989
^ Mario Salmi, Prefazione al Catalogo della mostra di Luca Signorelli. Cortona maggio-agosto, Firenze settembre-ottobre, Firenze, aprile 1953, pp. XIII-XIX.
^ Margherita Moriondo (a cura di), Catalogo delle opere, in Mostra di Luca Signorelli Catalogo, Firenze Palazzo Strozzi, Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento, aprile 1953, p. 3.
^ Accademia delle arti del disegno, Accademico onorario, su aadfi.it, Firenze. URL consultato il 31 ottobre 2023.
1954 Francesco Cedrangolo, Silvio Garattini, Tommaso Lucherini, Pietro Valdoni · 1957 Michele Arslan, Ida Bianco, Vittorio Erspamer, Ezio Silvestroni, Luigi Villa · 1959 Sergio Abeatici, Luigi Campi, Raoul De Nunno, Francesco Morino, Gian Franco Rossi, Alberto Zanchetti · 1961 Giovanni Marcozzi · 1963 Vincenzo G. Longo · 1965 Enrico Greppi · 1967 Giovanni Felice Azzone