La città si trova in posizione riparata nella parte nordorientale dell'isola di Lissa e ne costituisce il capoluogo; assieme all'abitato di Comisa è uno dei due comuni in cui è divisa amministrativamente l'isola.
Una parte degli abitanti di Lissa abbracciò gli ideali del Risorgimento italiano. L'isola venne scelta come base di sbarco per la Marina italiana durante la Battaglia di Lissa nel 1866.
L'impronta veneta è predominante nell'architettura di Lissa.
La cittadina è divisa in due sobborghi ai lati della baia. Nel sobborgo di Luka (Porto), sorgono le chiese della Madonna del 1500 e di Santo Spirito del XVII secolo, e i palazzi nobiliari Mardessi, Dojmi di Delupis, Tramontana e la fortezza Perasti.
Nel sobborgo di Kut (Cantone), si trovano la chiesa veneta di San Cipriano del XVI secolo e i palazzi Ettoreo, Petris, Iachini e Gazzarri. Fuori della città si trovano i forti inglesi di Fortezza (originariamente forte veneziano) e Wellington.
È presente una piccola comunità di italiani autoctoni che rappresentano una minoranza residuale di quelle popolazioni italofone che abitarono per secoli la penisola dell'Istria e le coste e le isole del Quarnaro e della Dalmazia, territori che appartennero alla Repubblica di Venezia. La presenza degli italiani a Lissa è drasticamente diminuita in seguito agli esodi che hanno seguito la prima e la seconda guerra mondiale.
Oggi, secondo il censimento ufficiale croato del 2011, sono presenti pochissimi italiani, lo 0,10% della popolazione complessiva del comune[6].
Fino alla fine dell'ottocento, la cittadina di Lissa aveva circa la metà di abitanti di lingua e cultura italiana, in maggioranza in passato. L'ultimo podestà italiano fu il medico Lorenzo Dojmi di Delupis (fino al 1866), della celebre famiglia italiana dei Dojmi di Delupis. Con l'arrivo del XIX secolo, gli italiani diminuirono drasticamente e l'elemento croato risultò prevalere in larga maggioranza. L'annessione di Lissa al Regno di Jugoslavia, causò l'esodo degli italiani soprattutto verso Zara e Lagosta annesse al Regno d'Italia. Con la fine della seconda guerra mondiale, molti dei pochi rimasti scelsero la via dell'esilio verso l'Italia, ma anche all'estero.
Attualmente l'economia della città è basata sull'agricoltura (vigneti); solo recentemente Lissa si è aperta al turismo. Tuttavia, l'emigrazione dalla città verso l'estero e altre località della Croazia ancora non si è interrotta.
Note
^Cfr. Lissa, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.