La sede scientifica è a Genova, nel quartiere di Bolzaneto, mentre quella amministrativa si trova a Roma. Genova ospita anche la seconda sede scientifica dell'istituto (il Centro per le Tecnologie Umane presso il parco scientifico tecnologico degli Erzelli), mentre altri centri distaccati di ricerca sono attivi in diverse città (dodici in Italia e due a Boston negli Stati Uniti), in collaborazione con diverse università.
«L'IIT è uno strumento per far compiere un salto al paese, perché introdurrà la competizione nel mondo dell'università e della ricerca e romperà lobby e baronie.»
Finanziato dallo Stato italiano (100 milioni all'anno secondo quanto stabilito dalla legge[13]) l'IIT è nato con lo scopo di diventare un centro di riferimento per la ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico, oltre all'auspicio di fornire una piattaforma per il rientro dei cosiddetti "cervelli in fuga".
In fase di costituzione, le città candidate a ospitare l'istituto erano Genova e Pisa. La scelta cadde sul capoluogo ligure in quanto sede industriale d'importanti aziende quali, tra le altre, Ansaldo, Siemens e Ericsson.
L'istituto viene ufficialmente attivato nell'ottobre 2005; nel successivo mese di dicembre viene chiamato come direttore scientifico Roberto Cingolani.
Con gli anni IIT diviene un centro di ricerca di rilevanza internazionale, e nel suo gruppo può vantare circa 1700 persone provenienti da circa 60 nazioni, oltre a diversi brevetti e 18 startup tecnologiche.[14]
Nel 2011 diviene presidente Gabriele Galateri di Genola.
Nel resoconto relativo all'attività scientifica del 2012, curato dal direttore Cingolani e pubblicato nell'estate 2013 sul sito web dell'istituto, si annuncia l'imminente avvio d'un nuovo laboratorio IIT@Harvard presso il Dipartimento di Neurobiologia della Harvard University sempre a Boston negli Stati Uniti.[15]
Nel novembre 2013 un accordo di collaborazione scientifica è stato firmato tra l'IIT e istituto scientifico russo Skoltech (Skolkovo Institute of Science and Technology), situato a Skolkovo, vicino a Mosca.[16]
Nel maggio 2020, il presidente di FerrariJohn Elkann annuncia che l’Istituto insieme a Scuderia Ferrari, ha ideato l’FI5, un respiratore polmonare realizzato con materiali reperibili ed economici, da utilizzare nelle strutture ospedaliere per affrontare l’emergenza da COVID-19.[20]
Descrizione
Sebbene l'IIT sia un istituto completamente statale (di proprietà del Ministero dell'economia e delle finanze), è governato da una fondazione che segue le regole del diritto privato, a differenza di altre istituzioni quali le università pubbliche italiane e il CNR, che invece seguono regole di diritto pubblico.[21] Questa scelta fu dettata dalla necessità dell'istituto di poter operare attraverso una struttura più simile a quella aziendale, come avviene per il Max Planck Institut in Germania[senza fonte]. Per questo motivo, il direttore scientifico viene anche considerato il massimo esponente scientifico dell'istituto.[22]
Secondo il Piano Strategico di IIT del quinquennio 2018-2023[23], l'istituzione è organizzata in quattro macrodomini di ricerca:
Scienze Computazionali
LifeTech
Nanomateriali
Robotica
La struttura di ricerca, presso le sedi genovesi, è articolata in dipartimenti e laboratori:
Dalla fondazione dell'istituto fino al 2010 è stato attivo anche un dipartimento di telerobotica, chiuso poi per il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati.[25]
L'istituto nel 2018 impiega 225 scienziati e ricercatori a tempo indeterminato e 855 con contratti a tempo determinato e co.co.co[26]
A partire dalla sua nascita, l'Istituto Italiano di Tecnologia ha avuto una notevole crescita. Secondi i dati riportati sul sito ufficiale[27] la Fondazione conta:
18 centri
1.895 tra dipendenti, collaboratori, PhD, Post-Doc
La Fondazione IIT è una fondazione di diritto privato disciplinata dal Codice Civile. I due principali organi della fondazione IIT sono:
il Consiglio - formato da quindici membri di alta qualificazione, uno dei quali nominato chairman, ha compiti di indirizzo ed approvazione delle principali strategie di sviluppo dell’Istituto.
il Comitato Esecutivo - formato da cinque membri (il presidente, il direttore scientifico ed altri tre componenti), è responsabile delle attività di ordinaria e straordinaria amministrazione.
Oltre alla sede centrale di Genova, l'IIT opera in diversi centri distaccati siti presso alcune universitàitaliane e statunitensi. Presso questi centri, gli scienziati IIT collaborano con ricercatori dell'università ospitante il centro, perseguendo obiettivi scientifici comuni all'istituto e all'ateneo.
All'inizio era previsto anche l'avvio d'un centro per neuroscienzemolecolari presso l'Ospedale San Raffaele di Milano.[32] Il progetto fu però abbandonato nell'estate 2006, senza che i motivi fossero resi pubblici.
Joint Labs
L'IIT ha inoltre diversi laboratori tecnologici congiunti con aziende di rilevanza internazionale ed entità di ricerca e sviluppo (più uno con un ente pubblico italiano, l'INAIL)[33]:
Sin dalla sua nascita, l'IIT ha ricevuto diverse critiche per la quantità di fondi statali, considerata da alcuni eccessiva rispetto alle dotazioni di altri istituti universitari e di ricerca.[34]
Dopo i primi anni, numerose critiche sono inoltre cadute sull'IIT riguardo alla scarsità di risultati rispetto all'entità di fondi pubblici ricevuti. Così scrive Angelo Leopardi in un articolo per LeRagioni.it nel novembre 2010:[36]
«[...] Consideriamo uno dei dipartimenti, quello di robotica (Advanced Robotics), e prendiamo come anno di riferimento il 2009. Risultano 52 pubblicazioni, di queste solo 9 sono articoli su riviste con revisione paritaria ("peer review"), 2 sono contributi su libro e ben 41 sono articoli presentati a convegni. Se ripetiamo lo stesso esercizio per gli altri gruppi di ricerca troviamo una situazione migliore. In totale nel 2009 i ricercatori IIT hanno prodotto circa 200 articoli su riviste internazionali, un risultato sicuramente buono anche se non eccezionale, considerando che, sommando i componenti di tutti i gruppi di ricerca, si arriva a circa 300 persone. Passiamo alle richieste di brevetto: anche qui abbiamo un risultato buono, ma sicuramente non sconvolgente: 12 richieste di brevetto nel 2009.
Per comprendere questi numeri dobbiamo confrontarli con quelli di strutture di ricerca con analoghi finanziamenti. I ricercatori del Politecnico di Torino (che ha un Fondo di Finanziamento Ordinario poco superiore ai 100 milioni di euro / anno, quindi quasi uguale a quello dell'IIT) hanno prodotto circa 700 articoli su rivista nell'anno 2009. I brevetti sono stati 18.»
("Che fine ha fatto l'Istituto Italiano di Tecnologia? Una “storia italiana”", di Angelo Leopardi)
Nel febbraio 2015 una norma introdotta nella bozza del decreto legge "Misure urgenti per il settore bancario e per gli investimenti", approvato del Consiglio dei Ministri, intendeva affidare all'Istituto tecnologico il monopolio su tutti i brevetti delle università e degli enti di ricerca. La norma ipotizzata, a detta di Valentina Santarpia del Corriere della Sera, "ha fatto infuriare tutti: politici, università, enti di ricerca".[37][38] Lo stesso Istituto ha diramato una nota ufficiale in cui "all'unisono con il mondo della ricerca" esprime la sua "perplessità sulla norma sia nel merito che nel metodo".[39] Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Stefania Giannini, in una nota ufficiale, ha dichiarato di non essere stata coinvolta nella stesura della norma, dichiarandola "incompatibile con l'autonomia sia delle Università che degli Enti pubblici di ricerca".[40]
Secondo Edoardo Segantini, editorialista del Corriere della Sera, l'IIT sarebbe il migliore centro di ricerca Italiano.[41][42] Secondo Elena Dusi de la Repubblica, invece, nonostante i finanziamenti, la produttività scientifica media dei suoi ricercatori sarebbe molto bassa (0,34 articoli annuali a persona) rispetto a simili istituti.[43] Riguardo a queste critiche, Cingolani ha spiegato che quel calcolo erroneamente considerava lo staff dell'IIT come 1.500 persone sin dalla sua fondazione nel 2003, quando invece vi lavoravano solo 50 persone. Considerando invece il numero di pubblicazioni annuali diviso per il numero ricercatori in forza all'istituto ogni anno, si arriva ad una cifra di circa 1,1 pubblicazioni annuali per ogni ricercatore, quindi in linea con i migliori centri di ricerca scientifica italiani.[44]
Nel febbraio 2017 Angelo Oreste Andrisano, rettore dell'Università di Modena e Reggio Emilia, ha definito l'IIT come il "più importante centro di ricerca nazionale"[45].
^ Daniele Checchi e Tullio Jappelli, Domande e risposte sull'iit, su lavoce.info, 27 luglio 2005. URL consultato il 14 marzo 2018 (archiviato dall'url originale il 15 settembre 2013).
Roger Abravanel, I semi del merito, in Meritocrazia - Quattro proposte concrete per valorizzare il talento e rendere il nostro paese più ricco e giusto, Garzanti Editore, 2008.
Roberto Cingolani, Il mondo è piccolo come un'arancia. Una discussione semplice sulle nanotecnologie, Il Saggiatore, ottobre 2014.