Nel 1977 entrò in FIAT, chiamato da Cesare Romiti come responsabile del settore finanza estera.
Amministratore delegato dell'IFIL nel 1986, dal 1993 al 2002 ne fu anche direttore generale.
Il 27 giugno 2002 fu nominato amministratore delegato della FIAT a fianco di Paolo Fresco. Per la prima volta nella storia della FIAT la carica di amministratore delegato veniva svolta congiuntamente da due dirigenti; non essendo ciò previsto dallo statuto, una seduta straordinaria tenutasi il 12 settembre successivo lo modificò per permettere tale anomalia[1].
La sua nomina fu considerata "una svolta definitiva nella storia del Gruppo Fiat", segnando, secondo alcuni, una sconfitta di Gianni Agnelli, secondo altri una sorta di "commissariamento da parte delle banche", secondo altri ancora segnando la trasformazione della Fiat in pura "finanziaria di partecipazioni"[2]. Galateri però lascia la carica nel dicembre dello stesso 2002.
«Amministratore Delegato e Direttore Generale dell'Ifi S.p.A. dal dicembre 1993 e Amministratore Delegato dell'Ifil dal 1986. Dopo la laurea in Giurisprudenza all'Università di Roma e il Master of Business Administration alla Business School della Columbia University, fu nominato nel 1969/1970 Assistente incaricato di Scienza delle Finanze all'Università di Roma. Tra il 1971 e il 1973 è stato responsabile dell'Ufficio Analisi Finanziaria e poi dell'Ufficio Finanziamenti Internazionali del Banco di Roma. Nel 1974 Direttore Finanziario St. Gobain in Italia e successivamente Aggiunto del Direttore Finanziario a Parigi. Dal 1977 è alla Fiat. Dal 1979 al 1983 alla Direzione Finanza Estero. Dal 1983 diventa Direttore Finanza. È Socio Accomandatario della Giovanni Agnelli e C. e Membro del Consiglio di Amministrazione di varie Società. Da anni partecipa in prima persona alle attività della Fondazione Piemontese per le Ricerche sul Cancro e della Comunità "Arco" per il recupero dei tossicodipendenti, nonché a quelle della Fondazione Edoardo Agnelli, che sostiene persone in difficoltà o Enti che si dedicano ad attività sociali.» — 1999[5]