Le insegne militari romane erano stendardi per distinguere le varie unità di fanteria e cavalleria dell'esercito romano. Venivano utilizzate per costituire un punto fermo per le truppe in marcia, svolgendo anche un importante ruolo nella trasmissione di informazioni sul campo di battaglia.
Storia
Ripresa dalla tradizione etrusca, essa era composta da un'asta di legno o di metallo, e all'estremità più alta era presente un drappo, solitamente purpureo, e, più in alto, una piccola statua di un animale, in genere di metallo, che raffigurava l'emblema della compagnia. In essa erano di solito raffigurati animali predatori come aquile, leoni, pantere. Sesto Pompeo Festo, lessicografo e grammatico romano del II sec. d.C., scriveva che, nei passati tempi repubblicani, nell'ordine di importanza degli animali raffigurati nelle insegne militari al quinto posto c'era la scrofa, perché allora, quando si firmava la pace con il nemico, si usava uccidere una scrofa e banchettarne con lui. [1]
L'insegna era l'emblema della legione romana e veniva protetto perché non cadesse in mani nemiche: la sua perdita o distruzione simboleggiava infatti la disfatta della legione.