«Quest'idea imbecille d'una società violenta e rancorosa, che ti spinge a trovare chi sta peggio di te e a dargli la colpa dei tuoi guai. Mai uno di loro che punti il dito su quelli che stanno meglio, eh?»
Nato a Sesto San Giovanni, comune operaio nella cintura milanese, cresce in un ambiente cattolico sensibile alla realtà sociale che si ispira alle idee del Concilio Vaticano II, per poi aderire alla corrente comunista universitaria[2]. Dopo aver terminato gli studi superiori presso il liceo classico "Carducci", Strada ha conseguito la laurea in medicina e chirurgia presso l'Università Statale di Milano nel 1978, all'età di trent'anni, e si è poi specializzato in chirurgia d'urgenza. Durante gli anni della contestazione è uno degli attivisti del Movimento Studentesco.
Gino Strada era ateo,[3] e riguardo a Dio ha affermato «Non ne sento alcun bisogno. Penso che il significato delle cose stia nelle cose stesse, non al di fuori o al di sopra».[4] È stato molto amico del noto prete di stradaAndrea Gallo[5].
Nel 2013 ha dichiarato di non votare alle elezioni da circa trent'anni, per esprimere la propria disapprovazione verso la politica italiana[6], ma nel 2014 ha dichiarato di sostenere la coalizione italiana di sinistraL'Altra Europa con Tsipras[7].
Grazie a questa esperienza sul campo, Strada e un gruppo di colleghi decidono di fondare Emergency, un'associazione umanitaria internazionale per la riabilitazione delle vittime della guerra e delle mine antiuomo che, dalla sua fondazione nel 1994 alla fine del 2021, ha fornito assistenza gratuita a oltre 10 milioni di pazienti in 16 paesi nel mondo.[8]
Nel marzo 2007, durante il sequestro in Afghanistan del giornalista de La RepubblicaDaniele Mastrogiacomo ha assunto una posizione di rilievo nelle trattative per la sua liberazione.
Nel 2009 muore la moglie Teresa Sarti; il ruolo di presidente di Emergency viene quindi assunto dalla figlia Cecilia[12].
In Italia, Gino Strada ha assunto negli anni posizioni critiche nei confronti dei governi guidati da Massimo D'Alema, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi, Paolo Gentiloni e Giuseppe Conte per le loro scelte a sostegno della guerra, per la partecipazione dell'Italia a diversi conflitti recenti, per l'aumento continuo delle spese militari da questi sostenute, per le politiche sull'immigrazione ed i respingimenti.
La maggior parte delle critiche sono relative alla partecipazione dell'Italia all'intervento NATO in Afghanistan – noto anche come operazione ISAF – valutate da Gino Strada e dalla sua organizzazione, che vi opera, come una barbarie commessa contro la popolazione afghana in aperta violazione dell'articolo 11 della Costituzione italiana.
Egli si è spinto a tali affermazioni poiché riteneva l'intervento della NATO, e di conseguenza dell'Italia, spinto da interessi economici. Anche se diversi[13] considerano la posizione di Gino Strada come un esempio di pacifismo radicale, moralista e utopico, a tal proposito Strada stesso ha dichiarato:
«Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra.»
Il 13 aprile 2013 viene eletto tra i dieci possibili candidati alla Presidenza della Repubblica alle cosiddette "quirinarie" del Movimento 5 Stelle. Giunto secondo alle spalle di Milena Gabanelli, in seguito alla rinuncia della stessa, diviene un possibile candidato. Poco dopo decide tuttavia di ritirarsi, in favore del terzo possibile candidato, Stefano Rodotà. Successivamente diverrà un aspro critico del Movimento[15].
Nel 2015 ha ricevuto il Right Livelihood Award "per la sua grande umanità e la sua capacità di fornire assistenza medica e chirurgica di eccellenza alle vittime della guerra e dell'ingiustizia, continuando a denunciare senza paura le cause della guerra";[16] primo italiano ad essere insignito di tale riconoscimento, se non si considera il premio del 2008 a Monika Hauser, che ha cittadinanza italiana ma è nata e cresciuta in Svizzera. Nello stesso anno è stato candidato alla successione al Quirinale da parte del Movimento 5 Stelle[17].
Il 3 febbraio 2017 a Seul ha ricevuto il riconoscimento del SunHak Peace Prize[18][19], un premio per la pace istituito nel 2015 dalla signora Hak Ja Han, moglie del defunto Sun Myung Moon, fondatore della Chiesa dell'Unificazione. Gino Strada è stato vincitore assieme a Sakena Yacoobi. I due sono stati scelti tra 227 candidati da oltre 76 nazioni[20][21].
Morte
È morto improvvisamente a Honfleur, in Francia, all'età di 73 anni, il 13 agosto 2021 dopo aver sofferto da tempo di problemi cardiaci[22].
Vita privata
Strada frequentava anche gruppi di volontariato cattolico, dove ha conosciuto nel 1971 Teresa Sarti, che diventerà sua moglie nello stesso anno (lei sarà cofondatrice e presidente di Emergency)[23]. I due hanno avuto una figlia nel 1979, Cecilia. Teresa morì nel 2009.
A giugno 2021, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, lo ha unito in matrimonio con Simonetta Gola, responsabile per Emergency della comunicazione e delle campagne di raccolta fondi.[24]
Il 10 gennaio 2022, ad Andria, gli viene intitolata la prima Scuola Statale: il CPIA BAT "Gino Strada", una scuola per adulti. La stessa Istituzione Scolastica gli dedica, nei pressi dell'ingresso alla sede centrale, nel quartiere San Valentino, un murales su una parete di 12 metri per 10 per raccogliere e ricordare la sua eredità culturale. Sul murales si leggono le parole di Gino: «I diritti degli uomini devono essere di tutti, proprio di tutti, altrimenti chiamateli privilegi»
Nella medesima scuola, il 2 marzo 2023, Simonetta Gola, insieme a tutta la Comunità Educante del CPIA BAT "Gino Strada", ha messo a dimora "L'olivo di Gino".[26]
^ Letizia Malanga, Gino Strada senza se e senza ma, su lospecchioblog.altervista.org, 28 dicembre 2009, p. 630. URL consultato il 16 luglio 2015 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2015).
^l'intervista al Sole 24 Ore del 24/02/2016 e la lettera aperta: "risposta atea al Signor Ratzinger".