Grotte di Castro: San Pietro Apostolo, Santa Maria delle Colonne;
Latera: San Clemente I papa;
Marta: Santi Marta e Biagio;
Montefiascone: Santa Margherita, San Flaviano, Santa Maria del Giglio (Zepponami), San Giuseppe (Le Mosse), Corpus Domini (Le Coste);
Piansano: San Bernardino da Siena;
San Lorenzo Nuovo: San Lorenzo martire;
Tessennano: San Felice martire;
Valentano: San Giovanni apostolo ed evangelista, Santa Maria della Salute, Sant'Agapito e Santissima Annunziata (Villa Fontane);
Viterbo: Santa Lucia Filippini (Fastello).
Storia
Nel 1368 papa Urbano V, dopo quasi sessant'anni di residenza pontificia in Francia, ad Avignone, decise di riportare a Roma la sede del papato, grazie anche alla campagna di ristabilimento del potere pontificio sui territori dello Stato della Chiesa condotta dal cardinale Egidio Albornoz negli anni 1352-1357. Dal porto di Corneto (l'odierna Tarquinia) era giunto a Roma, dove in una decrepita basilica lateranense celebrò la prima Messa di un papa a Roma dopo quasi sessant'anni.
L'opera di pacificazione dell'Albornoz si rivelò insufficiente e il Papa dovette presto abbandonare una Roma sconvolta dai tumulti e riparò a Montefiascone, città fedele da sempre al Papa, sede di una delle rettorie dello Stato pontificio, quella del Patrimonio di San Pietro in Tuscia, e per questo ben fortificata. In ringraziamento di questa fedeltà, Urbano V, con la bollaCum illius del 31 agosto 1369[5], conferì al castrum di Montefiascone la qualifica di civitas con tutte le libertà che ne derivavano ed eresse la diocesi di Montefiascone, elevando a cattedrale la chiesa dedicata a santa Margherita di Antiochia, vergine e martire, patrona della città.
Il primo vescovo fu l'agostinianofrancese Pierre de Anguiscen, che venne deposto nel 1378 da papa Urbano VI, perché diede il suo appoggio all'antipapa Clemente VII agli inizi dello scisma d'Occidente. Attorno al 1410 fu nominato vescovo di Montefiascone Antonio di Anagni, che, primo di una lunga serie, ricoprì importanti incarichi nello Stato pontificio, tra cui quelli di giudice del Patrimonio per gli affari spirituali, legato pontificio in Emilia, rettore di Amelia e di Terni, legato pontificio presso la regina Giovanna di Napoli.
Tra i primi presuli delle sedi unite di Montefiascone e Corneto si ricorda in particolare Bartolomeo Vitelleschi, nipote di Giovanni Vitelleschi; dopo la morte violenta dello zio (1442), fuggì a Siena e chiese la protezione dell'antipapa Felice V, che lo creò cardinale; per questo motivo il legittimo pontefice Eugenio IV lo depose dalla carica di vescovo. Finito lo scisma, Bartolomeo si riconciliò col papa e riottenne la cattedra di Montefiascone e Corneto. Si impegnò nella pubblicazione e nell'applicazione delle "Costituzioni diocesane", relative alla disciplina del clero.[7]
Al vescovo e cardinale Domenico della Rovere si deve l'inizio della ricostruzione della cattedrale di Montefiascone, nel 1483; i lavori durarono quasi due secoli e furono funestati da un incendio nel 1670, che contribuì ad accelerare i lavori, fino al loro compimento e alla consacrazione della chiesa il 16 dicembre 1674.
Dal 1499 al 1601, cioè in poco più di cent'anni, le diocesi furono affidate a quattordici prelati, molti dei quali semplici amministratori apostolici; solo due morirono in sede. Tra questi si ricordano in particolare: Alessandro Farnese, che in seguito divenne papa con il nome di Paolo III; Ranuccio Farnese, che a nove anni (1519) fu nominato amministratore delle due diocesi senza mai essere consacrato; non mise mai piede a Montefiascone rimanendo a Roma per continuare i suoi studi, finché nel 1528 rinunciò allo stato clericale per sposarsi. La fine del XVI secolo è segnata dal lungo episcopato di Girolamo Bentivoglio (1580-1601), a cui si deve la celebrazione dei primi sinodi diocesani per l'applicazione dei decreti del concilio di Trento: il primo fu celebrato nel 1591, poi ne seguirono altri otto, indetti ogni anno dal 1593 al 1600.[8]
Nel 1647 il vescovo Gasparo Cecchinelli fondò il Monte di pietà di Montefiascone con l'iscopo di soccorrere i poveri ed i bisognosi, mediante prestiti a interesse contro pegno. Questa secolare istituzione ebbe termine nel 1954 con la sua messa in liquidazione.[9]
Nel 1666 il vescovo Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni istituì il seminario diocesano nei locali annessi alla chiesa di San Bartolomeo. Ma a causa delle scarse rendite, il seminario ebbe vita difficile; il successivo vescovo, Domenico Massimo (1671-1685), non sembra si sia occupato del seminario e la chiesa di San Bartolomeo fu profanata e ridotta a granaio. Si deve a Marco Antonio Barbarigo (1687-1706) la rinascita del seminario vescovile: il nuovo prelato infatti fece ricostruire dalle fondamenta l'antico edificio, che dotò di una ricca biblioteca e di una tipografia. Quest'ultima rimase di proprietà della diocesi fino al 1891, ed è ancora attiva al giorno d'oggi.
Tra i vescovi che più di altri contribuirono ad arricchire la biblioteca del seminario ci furono i cardinali Giuseppe Garampi (1776-1792) e Jean-Siffrein Maury (1794-1816). Garampi, prima di essere nominato alle sedi di Montefiascone e Corneto, occupò la carica di prefetto dell'Archivio Segreto Vaticano dove si impegnò nella compilazione di indici, inventari e cataloghi, tra cui il noto "schedario Garampi", ancor oggi utilizzati dagli studiosi. A Montefiascone, trasformò il palazzo vescovile in una immensa biblioteca e dotò quella del seminario di «preziosi codici, alcuni fogli membranacei miniati, due Salteri, molte opere di teologia e di filosofia, la Bibbia poliglotta del Walton e la celebre e rarissima opera, il Thesaurum Hebraicum dell'Ugolini».[10] Jean-Siffrein Maury era originario della Francia, da cui dovette fuggire per la sua opposizione alla Costituzione civile del clero; nel 1794 fu creato cardinale e vescovo di Montefiascone e Corneto, ma in seguito aderì al partito napoleonico e per questo motivo fu richiamato in Francia per importanti incarichi diplomatici. Non dimenticò tuttavia il suo vescovado e la biblioteca del seminario, di cui continuò ad occuparsi: «Simile biblioteca - scriveva nel 1807 - è rara in Italia e deve formare degli uomini, purché ne usino e non vi si commetta alcun furto».[10]
Il primo vescovo dell'Ottocento fu Bonaventura Gazola (1820-1832), già vescovo di Cervia, che si impegnò per garantire economicamente il funzionamento del seminario. Il vescovo Gabriele Ferretti «era ambasciatore del papa a Napoli presso Ferdinando II, re delle Due Sicilie, quando fu designato vescovo il 19 maggio 1837. Rimase ancora a Napoli, dove era intanto scoppiata una pestilenza, per portare soccorso agli appestati: nel frattempo fu trasferito alla diocesi di Fermo e perciò non venne mai a Montefiascone.»[11] Il successivo vescovo Filippo de Angelis (1838-1842) riparò il palazzo episcopale e la curia diocesana, consolidò la disciplina del seminario e vi istituì tre nuove cattedre (storia ecclesiastica, eloquenza e liturgia); il 2 ottobre 1841 accolse a Montefiascone papa Gregorio XVI in visita alla città.
Il 14 giugno 1854papa Pio IX separò le sedi vescovili di Corneto e di Montefiascone, dopo oltre cinque secoli di vita comune; la diocesi di Corneto fu unita alla neoeretta diocesi di Civitavecchia. Il primo vescovo della sola sede di Montefiascone fu Luigi Jona (1854-1863), che il 3 settembre 1857 accolse Pio IX in visita alla città. Luigi Rotelli, vescovo dal 1878 al 1882, fu l'ultimo vescovo di Montefiascone ad ottenere la porpora cardinalizia.
La prima metà del Novecento è segnata dall'episcopato di Giovanni Rosi, il più lungo della storia falisca, avendo governato la diocesi per 41 anni dal 1910 al 1951: promosse la diffusione dell'Azione cattolica in tutte le parrocchie della diocesi, indisse un congresso catechistico nel 1927 e l'anno successivo un congresso eucaristico diocesano, curò in particolare il seminario e la disciplina del clero della sua diocesi. Durante il suo episcopato venne canonizzataLucia Filippini (1930), che nel 1933papa Pio XI dichiarò patrona della diocesi.
^Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, serie generale, nº 221, 23 settembre 1986, pp. 13-15. In questo numero della Gazzetta Ufficiale è contenuto l'elenco delle 20 parrocchie della diocesi che ottennero la qualifica di "ente ecclesiastico civilmente riconosciuto" dal Ministero dell'Interno, in forza della Legge 20 maggio 1985 n. 222, art. 29. Tale qualifica fu concessa con decreto ministeriale del 15 settembre 1986 su richiesta del vescovo di Montefiascone del 31 maggio precedente.
^Circa la data di erezione della diocesi non c'è uniformità tra i vari autori: Cruciani-Mezzetti hanno la data del 31 agosto, Cappelletti e Gams il 30 agosto, De Angelis il 29 agosto, Volpini il 22 agosto, Eubel il 7 agosto. La bolla Cum illius, pubblicata da Ughelli e Cappelletti, riporta la seguente datazione: Datum Viterbii secundo kalendas septembris - "Dato a Viterbo nel secondo giorno dalle calende di settembre", che corrisponde al 31 agosto.
^Testo della bolla in Cappelletti, op. cit., pp. 650-653.
^Volpini, Storia dei vescovi della diocesi di Montefiascone, pp. 7-8. Cruciani-Mezzetti, Storia dei vescovi di Montefiascone, pp. 61-62.
^Breccola, I sinodi della diocesi di Montefiascone, p. 46.
^Breccola, Il "Mons Pietatis" di Montefiascone, pp. 36 e 40.
^abBreccola, La Biblioteca del Seminario Barbarigo di Montefiascone, p. 6.
^Volpini, Storia dei vescovi della diocesi di Montefiascone, p. 44.
^Eubel indica nel 7 agosto 1369 il giorno di nomina di Pierre de Anguiscen; il 7 agosto corrisponde al giorno nel quale, per Eubel, fu eretta la diocesi. Ughelli (Italia sacra, I, col. 985), e la maggior parte degli autori dopo di lui, riferiscono invece che il primo vescovo fu eletto dal papa sette anni dopo la fondazione della diocesi, nel 1376.
^Già vescovo di Assisi; il suo successore sulla cattedra assisiate, Giacomo di Antiochia, venne nominato lo stesso giorno, 27 febbraio.
^Trasferito dalla diocesi di Orte a quella di Montefiascone e Corneto, rinunciò al trasferimento e rimase a Orte.
^Pietro Volpini (Storia dei vescovi della diocesi di Montefiascone, p. 8), distingue due vescovi: Gisberto Tolomei (1467-1470) e Alberto Tolomei (1470-1479).
Giancarlo Breccola, La vita quotidiana nel seminario di Montefiascone, in "La Loggetta - Notiziario di Piansano e la Tuscia", nn. 41-42-43-45 (2002-2003)