Il 10 agosto 1521 Leone X lo nominò Commendatore del Monastero di San Giovanni in Fiore. Dopo il rovinoso conflitto contro Carlo V, il Sacco di Roma e la prigionia del Papa, e dopo la successiva riappacificazione tra Papa e Imperatore, Lorenzo Pucci fu tra quelli che più spinsero ad accelerare l'impresa della riconquista di Firenze dai ribelli repubblicani.
Accusato di appropriazione indebita e peculato, fu rimproverato aver dato a Martin Lutero l'opportunità di portare avanti le accuse di venalità contro la corte pontificia, in particolare contro le indulgenze, delle quali egli aveva fatto un commercio scandaloso. Il suo comportamento lo rese odioso ai colleghi. Il cardinale Giulio de'Medici allontanò da lui queste accuse con la sua stima e, divenuto papa con il nome di Clemente VII, lo riportò alla reputazione iniziale.[1]