La diocesi di Grosseto è erede dell'antica diocesi di Roselle, la cui sede vescovile venne trasferita a Grosseto nel 1138, rimanendo invariato l'assetto territoriale fino al XV secolo.
La diocesi di Roselle è attestata per la prima volta sul finire del V secolo, con il vescovo Vitaliano, presente al concilio romano celebrato da papa Simmaco il 1º marzo 499. Segue, un secolo dopo, il vescovo Balbino, che venne nominato da Gregorio Magno visitatore nella diocesi di Populonia, rimasta senza il suo pastore, e che prese parte al concilio del 595. Anche gli altri vescovi di Roselle del primo millennio, sono noti per lo più per la loro partecipazione ai concili celebrati dai pontefici romani.
Il territorio della diocesi coincideva con quello della circoscrizione civile; questa situazione si mantenne fino all'epoca longobarda, quando la parte nordorientale, comprendente le zone di Ancaiano, Civitella, Paganico e, forse, Cinigiano, passò alla diocesi di Siena. Questo smembramento divise la diocesi di Roselle in due porzioni non contigue tra loro; l'exclave detta «la Pisana» verrà ceduta a favore della diocesi di Montalcino nel XV secolo.[3]
La primitiva cattedrale di Roselle è stata identificata o con la basilica paleocristiana ricavata nelle terme di età imperiale dell'antica città, o con la chiesa romanica edificata poco a est del foro cittadino nella località denominata oggi Moscona; essa era dedicata al martire San Lorenzo, nome con cui era nota la Sancta Rosellana Ecclesia molto prima del 1071. Sul finire dell'XI secolo, ad opera di Dodone o del suo successore Baulfo, la sede vescovile venne trasferita sulle pendici del Poggio Mosconcino; la nuova cattedrale è attestata in un documento del 1108.[4]
Nel XII secolo, una serie di eventi determinarono il definitivo trasferimento della sede vescovile da Roselle, ormai ridotta a piccolo centro, a Grosseto, elevata a sede pievana nel 1101.[7] A tal proposito, un ruolo fondamentale fu svolto da papa Innocenzo II, che soggiornò più volte nella città di Grosseto tra il 1133 e il 1137 ospite del vescovo Rolando, dopo la precedente visita di papa Callisto II del maggio 1120. Durante una delle sue presenze nel capoluogo maremmano, il papa assistette, tra l'altro, all'assedio portato alla città dalle truppe tedesche del duca Arrigo di Baviera (1137), dopo il rifiuto dei grossetani di prestare il servizio dovuto all'imperatore. Il 9 aprile 1138, con la bollaSacrosancta Romana Ecclesia, Innocenzo II decretò il trasferimento della cattedra vescovile da Roselle a Grosseto. Si trattò di un semplice trasferimento della sede episcopale, senza alcun ulteriore mutamento dei confini diocesani; tuttavia Roselle mantenne per un certo periodo il capitolo dei canonici dell'antica cattedrale.[8]
Un lungo periodo di declino caratterizzò il Cinquecento e il Seicento, ben documentato già nella visita apostolica effettuata nel 1576 dal vescovo peruginoFrancesco Bossi. Ancora nella seconda metà del XVI secolo il territorio pagava le conseguenze delle lunghe guerre che avevano posto fine all'indipendenza di Siena, di cui Grosseto faceva parte, e avevano visto la nascita del Granducato di Toscana nel 1557. Nella città episcopale la maggior parte delle chiese era andata distrutta e la cattedrale era di fatto l'unica parrocchia cittadina; il personale ecclesiastico era ridotto al minimo, insufficiente per le necessità pastorali della diocesi, e per lo più composto da preti provenienti da diocesi vicine, e in alcuni casi letteralmente analfabeti; non esisteva alcuna preparazione teologica e non v'erano le risorse necessarie per la fondazione del seminario vescovile. L'insalubrità della Maremma inoltre ebbe, tra le altre, due conseguenze gravissime per la diocesi: era pressoché spopolata, comprendendo poche migliaia di abitanti, e i vescovi, fino all'Ottocento, preferivano risiedere altrove, spesso anche fuori diocesi, assentandosi per lunghi periodi e cercando riparo in località più salubri soprattutto nei periodi estivi.[6]
In questo contesto fecero eccezione l'episcopato di Giacomo Falconetti (1703-1710), che spese le sue energie nel governo pastorale della diocesi, riuscì per la prima volta ad aprire il seminario vescovile e convocò due volte il sinodo diocesano (1705 e 1709); e quello di Antonio Maria Franci (1737-1790), primo vescovo grossetano ad essere nato nella diocesi, che negli oltre cinquant'anni del suo episcopato ricoprì un ruolo centrale nella storia della Maremma grossetana in epoca lorenese.
Nel 1858 il defunto vescovo Giovanni Domenico Francesco Mensini lasciò un fondo di 30.000 scudi per la costruzione del nuovo seminario. Il progetto di Mensini fu portato a termine da Paolo Galeazzi nel 1935, che inaugurò il 26 ottobre di quell'anno il nuovo edificio in via Ferrucci; oggi è sede e punto di riferimento per diverse attività diocesane.
La bonifica della Maremma portò all'aumento del numero della popolazione e di conseguenza l'aumento costante del numero delle parrocchie; ne è un esempio la città di Grosseto, che fino al 1938 aveva una sola parrocchia e oggi ne ha 10. Altre parrocchie furono erette nei nuovi centri abitati, come Sticciano Stazione, Bagno di Gavorrano, Scarlino Scalo e Marina di Grosseto.
Il 21 maggio 1989 la città e la diocesi di Grosseto ricevettero la visita di papa Giovanni Paolo II, il terzo pontefice della storia a recarsi nel capoluogo maremmano, a distanza di 852 anni dall'ultima visita di un papa. Il 10 maggio 2018 papa Francesco ha visitato la comunità di Nomadelfia, parrocchia comunitaria della diocesi di Grosseto.
^Vittorio Burattini, Il cristianesimo nella Maremma grossetana dalle origini al Medioevo, in «Guida agli edifici sacri della Maremma», a cura di Carlo Citter, Siena, 2002, p. 122 e mappa a p. 124.
^Informazioni tratte da: Mauro Ronzani, Prima della "cattedrale": le chiese del vescovato di Roselle-Grosseto dall'età tardo-antica all'inizio del secolo XIV, in «La Cattedrale di Grosseto e il suo popolo», Grosseto 1996, pp. 157-194.
^Burattini, Il cristianesimo nella Maremma grossetana dalle origini al Medioevo, p. 125.
^Cappelletti, Le Chiese d'Italia dalla loro origine sino ai nostri giorni, vol. XVII, p. 647.
^Elenco in: Burattini, Il cristianesimo nella Maremma grossetana dalle origini al Medioevo, pp. 129-131.
^(LA) Congregazione per i vescovi, Decreto Quo aptius, AAS 67 (1975), pp. 678-680.
^Monumenta Germaniae Historica, Die Konzilien der karolingischen Teilreiche 843-859, a cura di Wilfried Hartmann, Hannover 1984, pp. 495 e seguenti. Il concilio, che la recente critica ritiene sia un falso ed assegnato all'850 circa, viene attribuito all'853 nelle cronotassi tradizionali.
^abcdefgSchwartz, Die besetzung der bistümer Reichsitaliens unter den sächsischen und salischen kaisern, pp. 262-263.
^Questo vescovo, secondo Cappelletti (p. 641), sarebbe menzionato in una lettera di papa Gregorio VII, in riferimento ad una lite intercorsa tra i vescovi di Roselle e di Populonia all'epoca di papa Silvestro II (999-1003). Tuttavia nella suddetta lettera, trascritta dello stesso Cappelletti (pp. 692-693), non appare mai il nome di Ottone, motivo per cui Schwartz lo esclude dalla cronotassi di Roselle.
^Vescovo citato da Ughelli, ma senza alcuna documentazione a sostegno della sua esistenza; messo in dubbio da Schwartz.
^Vescovo citato da Ughelli, ma senza alcuna documentazione a sostegno della sua esistenza; ignorato da Schwartz.
^Kehr, Italia pontificia, III, p. 260, nnº 6-7. Questo vescovo fu destinatario di due lettere di papa Callisto II; le fonti non permettono di stabilire se si tratti del predecessore Berardo o del successore Rolando.
^Stefano Sodi, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, La diocesi di Roselle-Grosseto dalle origini all'inizio del XIII secolo, Quaderni dell'Istituto superiore di scienze religiose "Niccolò Stenone" n. 2, Pisa, Pacini Editore, 1994, pp. 31-32.
(LA) Bolla Sacrosancta Romana Ecclesia, in Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum Romanorum pontificum Taurinensis editio, vol. 2, pp. 427–428.
Francesco Anichini, Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto, 2 voll., Arcidosso, Edizioni Effigi, 2013.
Giovanni Antonio Pecci, Grosseto città vescovile; da Lo Stato di Siena antico e moderno (pt. V, cc. 33-192), trascrizione e cura di Mario De Gregorio e Doriano Mazzini, Torrita di Siena, Società Bibliografica Toscana, 2013.
Ettore Pellegrini (a cura di), Storia ecclesiastica della città e diocesi di Grosseto. Atti della giornata di studi in occasione della pubblicazione dell'opera di Francesco Anichini, Arcidosso, Edizioni Effigi, 2017.
Stefano Sodi, Maria Luisa Ceccarelli Lemut, La diocesi di Roselle-Grosseto dalle origini all'inizio del XIII secolo, Quaderni dell'Istituto superiore di scienze religiose "Niccolò Stenone" n. 2, Pisa, Pacini Editore, 1994.