La pagina mostra la cronologia della storia dell'Abruzzo, dalle origini ai fatti più recenti.
700 circa: Muore il Vescovo San Panfilo di Sulmona, e viene costruita una Cattedrale in suo onore. La leggenda racconta che il padre ordinò a Panfilo di salire sopra un carro e di scendere da Pacile fino alla valle del fiume Gizio. In quel punto la montagna era molto ripida e il carro sarebbe precipitato. Invece, sembra che le ruote del carro siano affondate nella roccia, in modo che Panfilo potesse scendere lentamente a valle. Si racconta che ancora oggi si possono scorgere, sui fianchi del monte, le orme dei buoi e le scanalature prodotte dalle ruote del carro.
Nel X secolo i Bizantini riconquistano la Puglia settentrionale e il Gargano, ridando impulso allo sviluppo dei centri costieri che aprono al commercio marittimo le comunità agrarie della retrostante regione collinare. Gli sconvolgimenti politici del territorio Bizantino, nell'XI secolo, sono estranei ai porti abruzzesi, i quali possono sfruttare a loro vantaggio la crescente domanda di viveri da parte di Venezia, con la quale inizia una discreta relazione commerciale fino al consolidamento delle città portuali che avverrà con Federico II.
Durante il regno di Federico II si ebbe la costruzione di eccezionali opere civili, come l'acquedotto medioevale di Sulmona, uno dei monumenti dell'epoca più importanti dell'Abruzzo. Sulmona diventa una città fiorente, per bellezza architettonica e cultura nei monasteri. Vengono abbellite la Cattedrale e le chiese di San Francesco della Scarpa e Santa Maria della Tomba, tanto da conquistarsi presto l'appellativo di Siena degli Abruzzi. Federico, nella sua opera di ricostruzione dei vecchi castelli normanni, giunge attraverso la costa a Ortona e Vasto, ricostruendo i castelli, fino a Termoli, essendo compresa nell'Abruzzo Citra, costruendo il poderoso Castello Svevo.
Uno dei primi atti ufficiali del nuovo papa fu l'emissione della cosiddetta "Bolla del Perdono"[8], bolla che elargisce l'indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella basilica di Santa Maria di Collemaggio della città dell'Aquila dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. In pratica Celestino V istituì a Collemaggio il primo vero Giubileo, successivamente copiato dal successore (per molti usurpatore) per bloccare l'afflusso di pellegrini verso Aquila. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d'Angiò, nominandolo "maresciallo" del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d'Angiò e Giacomo II d'Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest'ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini.
Dietro consiglio di Carlo d'Angiò, trasferì la sede della Curia dall'Aquila a Napoli fissando la sua residenza in Castel Nuovo, ove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto spartano e dove egli si ritirava spesso a pregare e a meditare.
Pietro da Morrone, dopo l'abdicazione, fu rinchiuso nella rocca di Fumone, nel Sud dello Stato Pontificio (attualmente in Provincia di Frosinone), ove morì il 19 maggio 1296. Temporaneamente trovò sepoltura nel monastero di Sant'Antonio a Ferentino. In seguito le sue spoglie furono traslate nella basilica di Santa Maria di Collemaggio, presso L'Aquila; nella chiesa, cioè, ove era stato incoronato Papa. Pochi anni dopo fu canonizzato da papa Clemente V, a seguito di sollecitazione da parte del re Filippo IV di Francia.
Quando Roberto d'Angiò (1309 – 1343) morì, il regno di Napoli attraversò un periodo di crisi. Il re Luigi I d'Ungheria, per vendicare il fratello, si lanciò alla conquista del Regno, mentre Giovanna I d'Angiò (1327 - 1382) e il marito si rifugiavano presso la corte papale di Avignone (1348). Quando Luigi I ritirò le sue truppe per l'arrivo della peste nera, Giovanna I tornò a Napoli, subendo, nel 1350, una nuova incursione dell'esercito ungherese, conclusasi anche questa con un nulla di fatto.
A partire dal 1380 Giovanna I dovette scontrarsi con il nipote e cognato Carlo di Durazzo: dopo averlo nominato erede al trono, la regina gli aveva revocato i diritti di successione preferendogli il cugino Luigi I d'Angiò, fratello del re di Francia. Carlo di Durazzo fece assassinare la regina (1382) e si impadronì del regno, ma fu assassinato a sua volta nel 1386 in Ungheria. Salì al trono Giovanna II di Napoli (1414 – 1435), sorella di Ladislao I d'Angiò. Priva di eredi diretti, Giovanna nominò suo successore prima Alfonso, re d'Aragona, e in seguito Renato d'Angiò. Braccio da Montone andò in aiuto della regina di Napoli, scomunicata dal Papa, controllando tutti i territori dell'Abruzzo e parteggiando per Alfonso V d'Aragona contro gli angioini del ramo francese.
Scoppio della cosiddetta "Guerra dell'Aquila", nel 1423, in cui Braccio assedia tutti i borghi che fondarono la città nel 1254, riducendoli a rovine, per impedire successivi aiuti per l'assedio dell'Aquila. La città non verrà mai espugnata, secondo la tecnica di Braccio di prenderla per fame, acquartierando le truppe fuori dalle mura. La città viene salvata da Jacopo Caldora e da Antonino Piccolomini.
Dato che la guerra aveva avuto inizio, il 17 febbraio 1427 Giovanni da Capestrano fu convocato a Ortona per sancire la pace tra le due città, per mezzo della Diocesi. Infatti tale lodo fu stipulato nella Cattedrale di San Tommaso.
1855: il principe Torlonia di Avezzano inizia i lavori di prosciugamento del lago del Fucino, che termina nel 1876. Il vasto campo è colonizzato dalla contrada di Borgo Quattordici, dove risiedono i braccianti per la coltivazione delle patate.
Durante la seconda guerra mondiale|secondo conflitto mondiale l'Abruzzo pagò un alto tributo di sangue. Le incursioni aeree iniziate fin dall'inverno del 1942-1943 si intensificarono in primavera e nei mesi estivi. In Abruzzo vennero istituiti numerosi campi di internamento.