I ruderi del borgo medievale, distrutto dal terremoto della Marsica del 1915, si trovano alle pendici della collina di San Nicola a 1 010 ms.l.m.[1] Il paese nuovo è stato ricostruito più in basso vicino al sito archeologico di Alba Fucens. L'area è dominata a nord dalle vette del monte Velino.
Passata agli inizi del XV secolo per investitura di Giovanna II di Napoli e per volontà di Papa Martino V ai Colonna, nella persona di Lorenzo Onofrio e poi di suo figlio Odoardo che, pur mantenendone il titolo ne dovette cedere il controllo agli Orsini per alcuni decenni dello stesso secolo. Dal 1496, anno della morte di Ferdinando II d'Aragona con la conseguente salita al trono di Federico I di Napoli, i titoli di conte di Albe e duca di Tagliacozzo vennero definitivamente confermati ai Colonna che possedettero gran parte dei territori della Marsica.
In seguito Albe perse man mano importanza essendo dapprima assoggettata all'universitas di Massa Corona, la contemporanea Massa d'Albe, poi ad Avezzano, divenuta sede dei nuovi feudatari[4] fino all'eversione feudale del 1806[5].
Tra il XVI e il XVIII secolo furono redatte alcune pergamene a scopo ecclesiastico di rilevanza storica per Albe e per la diocesi dei Marsi[6].
Nel 1915 il borgo medievale fu distrutto e abbandonato in seguito al terremoto della Marsica. I geologi a causa della gravità della distruzione e della consistenza delle macerie ritennero di ricostruire la nuova area urbana più a valle, a ridosso del sito archeologico di Alba Fucens[7].
Resti della chiesa di Santa Maria in Albe, già in rovina fu completamente distrutta dal terremoto del 1915. Era situata lungo il perimetro murario dell'antica città di Alba Fucens, in località Aia di Santa Maria.
I ruderi della fortezza si trovano nel sito originario del borgo vecchio di Albe, sulla collina di San Nicola. Distrutta nel corso del Medioevo venne riedificata come una rocca tra il XIV ed il XV secolo[10].
Colonia romana divenuta una città commerciale, edificata nel IV secolo a.C. Tra i principali edifici figurano l'anfiteatro e il teatro romano. In località Arci si trovano i resti del sifone rovescio dell'acquedotto romano che collegava la città antica alla sorgente di Sant'Eugenia oltre il valico di Fonte Capo la Maina, in località Santa Jona.
^abFrazione di Albe, su portaleabruzzo.com, Il Portale d'Abruzzo. URL consultato il 25 febbraio 2017 (archiviato dall'url originale il 22 settembre 2018).
^ Giovambattista Pitoni e Alvaro Salvi, Carlo d'Angiò distrugge Albe, su massadalbe.terremarsicane.it, Terre Marsicane (archiviato dall'url originale il 26 luglio 2015).
^ Giuseppe Grossi, Orsini e Colonna, su comune.avezzano.aq.it, Comune di Avezzano (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).