Il centro fu abitato in epoca preistorica dagli Aborigeni, occupato dai Sabini, dagli Equi che furono sottomessi dai coloni romani nell'epoca repubblicana insieme ai Marsi nel vicino lago Fucino.
Nella frazione di Sant'Anatolia sorgeva l’antica città di Thora (o Tiora), riportata da Dionigi di Alicarnasso, e celebre per un oracolo di Marte nel quale il vaticinio era dato da un picchio sacro[6]. Il borgo di Sant'Anatolia conserva le tracce di murature in opera poligonale pertinenti all'antico centro.
Un altro insediamento equicolo di origine molto antica sorgeva presso Corvaro, dove è presente un oppidum fortificato con i resti della cinta muraria in opera poligonale ed inoltre il celebre tumulo funerario. Oggi questo insediamento è stato identificato con l’antica città di Lista[7], città madre degli Aborigeni, che sorgeva ad appena 4,2 chilometri da Thora (nei pressi della contemporanea Sant'Anatolia) e conquistata di sorpresa da una spedizione bellica notturna dei Sabini provenienti da Amiternum[8].
Molte chiese sparse nel territorio di Borgorose sorgono al di sopra di precedenti luoghi di culto equicoli, con ampi resti di murature in opera poligonale.
Durante il Medioevo appartenne all'inizio dell'VIII secolo al ducato di Spoleto, il cui Duca Trasmondo lo donò nel 725 al Monastero di Farfa che ivi edificò l'abitato di Corvaro[9]; fu successivamente devastato da Normanni e Saraceni. In seguito entrò a far parte della curia di Rieti, nonostante le strette vicinanze con L'Aquila; Nel Medioevo il paese appartenne al regno di Napoli e fu sotto il dominio della famiglia Mareri. Nei dintorni sorge la medievale Torre di Taglio, nota anche come Torre di Suna. A Torano fu combattuta una battaglia tra i Camponeschi e gli Orsini. Tuttavia gli aquilani persero nel XV secolo il controllo del centro, che andò definitivamente al Regno di Napoli, col dominio dei Colonna e successivamente dei Barberini.
Il territorio fu al centro delle tragiche vicende del brigantaggio pre e post unitario. La banda dei briganti di Cartore, guidata da Berardino Viola e che fu protagonista di tragici episodi di violenza, operò contro la struttura politico-amministrativa dei piemontesi commettendo atti criminali dall'unità d'Italia e fino al 1870, anno della presa di Roma.
Il 13 gennaio 1915 il territorio subì gravi danni a causa del terremoto di Avezzano. Nel 1927 Benito Mussolini istituì la provincia di Rieti, distaccando il borgo dalla provincia dell’Aquila. Il paese si chiama così dal 1960. Precedentemente aveva la curiosa denominazione di Borgocollefegato, sostituito con il più eufonico Borgorose. Nei decenni successivi si è avuto lo sviluppo del commercio e del turismo.
Monumenti e luoghi d'interesse
Architetture religiose
Il santuario di Santa Maria delle Grazie presso Collefegato ingloba un imponente basamento in opera poligonale di III maniera, con blocchi di calcare rossastro. Questo basamento, a causa dell’eccessiva altezza, venne rinforzato già in epoca romana da un contrafforte in opera quadrata. È probabile che queste mura poligonali, in quanto riutilizzate nelle fondazioni di una chiesa cristiana, siano appartenute originariamente al podio di un tempio. La continuità di culto tra fanum (il “tempio” pagano) e chiesa cristiana è infatti molto attestata nella zona.
La chiesa di San Mauro in Fano è stata ricavata in un precedente edificio romano in opera quadrata, con blocchi parallelepipedi di calcare. Il toponimo Fano indurrebbe ad interpretare la struttura come un luogo di culto equicolo (fanum). Il buono stato di conservazione della struttura si deve al suo riutilizzo nel Medioevo come chiesa benedettina.
La chiesa di San Giovanni in Leopardo riutilizza nell’abside dei grandi blocchi squadrati di calcare, pertinenti ad una precedente struttura romana probabilmente in opera quadrata. Il ritrovamento di una terracotta votiva sembra attestare la pertinenza di queste strutture ad un’area sacra. La chiesa venne eretta dai benedettini nel XII secolo, riutilizzando le strutture precedenti. È divisa in cinque navate e presenta una grande cripta.
Nella vicina Villerose sono state rinvenute due epigrafi con dedica ad Ercole, il cui culto era molto diffuso presso i mandriani ed i pastori ed al quale forse era dedicato uno di questi santuari. La località inoltre andrebbe messa in relazione ad un antico percorso di transumanza. Un'altra epigrafe rinvenuta sempre a Villerose attesta il culto di Silvano, protettore delle greggi, a testimonianza di una comunità ad economia pastorale.
Nel 2016 è stato inaugurato il MAC, Museo Archeologico Cicolano situato nella frazione di Corvaro. L'area museale si compone di dieci sale in cui sono esposti i reperti emersi durante gli scavi effettuati nelle aree archeologiche del territorio della valle del Salto[11].
Eventi
Ad agosto si tiene la manifestazione "I Cavalieri delle montagne".
Economia
Di seguito la tabella storica elaborata dall'Istat a tema Unità locali, intesa come numero di imprese attive, ed addetti, intesi come numero addetti delle unità locali delle imprese attive (valori medi annui).[12]
2015
2014
2013
Numero imprese attive
% Provinciale Imprese attive
% Regionale Imprese attive
Numero addetti
% Provinciale Addetti
% Regionale Addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Numero imprese attive
Numero addetti
Borgorose
193
1,98%
0,04%
421
1,84%
0,03%
208
477
209
554
Rieti
9.765
2,14%
22.908
1,49%
10.044
23.834
10.407
25.272
Lazio
455.591
1.539.359
457.686
1.510.459
464.094
1.525.471
Nel 2015 le 193 imprese operanti nel territorio comunale, che rappresentavano l'1,98% del totale provinciale (9.765 imprese attive), hanno occupato 421 addetti, l'1,84% del dato provinciale (22.908 addetti); in media, ogni impresa nel 2015 ha occupato due persone (2,18).
Infrastrutture e trasporti
Strade
Borgorose è uno dei pochi comuni della provincia di Rieti serviti da uno svincolo autostradale: il territorio comunale è infatti attraversato dall'autostrada A24 (che collega Borgorose da un lato a Roma e dall'altro all'Aquila), dalla quale in località Torano si dirama l'autostrada A25 (che conduce ad Avezzano e Pescara); il casello a servizio del comune è denominato "Valle del Salto".
^Dionigi di Alicarnasso, Storia di Roma arcaica (Le antichità romane), I, 14: “Dopo trecento stadi da Vazia (53 km) si trova Tiora, detta Matiene. In questa città si dice che esistesse un oracolo di Marte (Ares) molto antico … Si dice infatti che nell’oracolo degli Aborigeni vaticinasse un uccello, inviato dalla divinità, che loro chiamano pico e che si manifesta su una colonna lignea”
^Christian Mauri, La Sabina prima dei Sabini: gli Aborigeni e l’età del Bronzo. I santuari romani in opera poligonale, Aracne editrice 2018, pagg. 106-111
^“A ventiquattro stadi (4,2 km) da questa città (Tiora) si trovava la città che ha il nome di Lista, la madre patria degli Aborigeni, città che in tempi più antichi fu conquistata di sorpresa dai Sabini, mediante una spedizione bellica notturna, proveniente dalla città di Amiterno. Coloro che sopravvissero all’assalto della città furono accolti dai Reatini e cercarono poi, a più riprese, di riprendersi la loro patria, ma, verificata l’inutilità degli sforzi, dedicarono questa terra agli dei come se fosse ancora di loro appartenenza”. Dionigi di Alicarnasso, Storia di Roma arcaica (Le antichità romane), I, 14
^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, Vol. IV, Bologna, Forni Editore, 1971, p. sub a. 725.